Negli ultimi due anni a Francoforte si è tornato a sorridere parlando di calcio: l’Eintracht è tornato competitivo. Gli anni di Alex Meier capocannoniere della Bundesliga non sono lontani, ma la paura della retrocessione era tornata concreta soltanto nel 2016, prima dell’intervento di Niko Kovac, che è partito salvando la squadra e l’ha lasciata con una storica DFB-Pokal. In questa stagione appena conclusa, senza il tecnico croato, la squadra ha aperto un nuovo ciclo sotto la guida di Adi Hütter, ma soprattutto grazie al proprio attacco stellare. Non tutti hanno avuto il risalto che meritano. Ante Rebic è riuscito a ritagliarsi un ruolo da protagonista al Mondiale con la Croazia ed è cercato da diversi top club; Luka Jovic si è preso le prime pagine con i cinque gol segnati al Fortuna Düsseldorf e il passaggio al Real Madrid. Sébastien “Seb” Haller invece è rimasto più defilato, almeno a livello internazionale, ma il giocatore più importante della squadra è stato indubbiamente lui. Ragion per cui lo ha voluto il West Ham, senza badare a spese: quasi 50 milioni di euro.
L’attaccante francese, classe 1994, è arrivato in Germania, sulle rive del Meno, nell’estate 2017, già con un notevole curriculum: 57 gol in 98 partite in due anni e mezzo all’Utrecht, più svariate presenze nelle nazionali giovanili dei bleus (in particolare 13 gol in 20 presenze con l’under-21). È cresciuto a Ris-Orangis, a 20 km a sud di Parigi, ma già a 13 anni è entrato nel settore giovanile dell’Auxerre, club con cui ha anche esordito da professionista prima di imporsi in Olanda. Anche se la Germania era evidentemente nel suo destino: suo padre Gerard ha origini tedesche.
Alla sua prima stagione con l’Eintracht, Seb Haller è riuscito subito a imporsi come uno degli attaccanti più completi in circolazione: l’ha chiusa con 13 gol totali, 9 in campionato e 4 in Coppa di Germania, più 7 assist, anche se dal 7 febbraio in poi è arrivato soltanto un gol. Un digiuno dovuto anche al calo di rendimento della squadra, che fino a marzo ha lottato anche per la Champions League prima di perdere qualche punto di troppo. Si è consolato con il primo trofeo, la DFB-Pokal, “il momento più bello della mia carriera” come ha sottolineato, e con il premio di gol dell’anno per la Bundesliga.
La rovesciata a inizio video, che ha vinto il premio di Goal of the Year, è stata decisiva per la vittoria sul campo dello Stoccarda, al 95′.
Quest’ultimo riconoscimento lo ha accolto bene, sottolineando però una cosa importante: “Se devo scegliere tra segnare il gol più bello dell’anno e farne 20-30 a stagione, preferisco la seconda ipotesi…“. Detto, fatto: la stagione 2018/19 l’ha chiusa esattamente a quota 20, 15 in Bundesliga e 5 in Europa League. Ci era riuscito solo nel 2015/16, all’Utrecht (24 totali tra tutte le competizioni), ma Haller ha sempre abituato ad ottime statistiche: dal 2014 è sempre andato in doppia cifra e ha completato almeno 5 assist in ogni stagione.
Il conto totale del suo secondo anno all’Eintracht è stato di 20 gol e 12 assist in 41 presenze e 3120 minuti passati in campo. Entra in un gol praticamente ogni 90 minuti passati in campo. Compare nel tabellino con continuità spaventosa e in ogni modo: sa controllare il corpo, ha grande coordinazione e soprattutto una grande tecnica di base che gli consente di fare più o meno ciò che vuole. Sia fronte alla porta che spalle alla porta, Haller sa incidere: è un attaccante completo. Il suo repertorio oltre ai gol comprende anche visione e skills: sombreri a centrocampo per illudere gli avversari, o passaggi precisissimi negli ultimi 20 metri che lo rendono un rifinitore impeccabile, o dribbling che uno della sua stazza non dovrebbe essere in grado di fare contale facilità.
A 1.18, un buon esempio di quello che può fare Haller con la palla.
Seb Haller è alto 1 metro e 90, ha un fisico importante e raramente perde un duello aereo (in carriera, dal gennaio 2015, ne vince quasi il 60%). Emblematiche in questo senso le parole del suo ex allenatore Niko Kovac: “Non lo abbatte nemmeno un bulldozer”. Nonostante questo ha una classe innata, che gli è stata riconosciuta da subito quando ha iniziato a calciare il pallone, a 10 anni. I suoi genitori prima di cedere alle sue richieste lo avevano anche iscritto a judo. Poi per fortuna dei tifosi dell’Eintracht (dal prossimo anno quelli del Westh Ham) e non solo, hanno cambiato idea.
Si è auto-definito un calciatore “cool”, e non solo perché sua madre lo vede come un modello quando smetterà. Il 25enne francese tende a rimanere piuttosto impassibile, non è uno che mostra le emozioni (anche se quest’estate nel ritiro delle Adler a Salt Lake City ha fatto da guida turistica). “Cool” lo è anche in campo, quando si concede le sue finezze tecniche e, in altro senso, quando si trova a calciare dagli undici metri. Parliamo infatti di uno dei migliori rigoristi in circolazione: ha sbagliato soltanto uno dei 24 rigori calciati in carriera.
Seb Haller è stato uno dei migliori attaccanti della Bundesliga: voleva approdare in una big dopo aver mantenuto numeri di qualità per tutto l’anno. Ha scelto il West Ham e la Premier League, tappa intermedia verso l’obiettivo di una grande. Il suo prossimo sogno invece si chiama nazionale francese: Deschamps per il momento lo ha ignorato, ma presto dovrà iniziare a prenderlo in considerazione. Come dovranno fare tutti gli altri. Perché non è più solo una questione di essere “cool”.
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