
Scontri derby Roma Immagine | Ansa
Dopo gli scontri antecedenti Lazio – Roma, i nodi vengono al pettine. Addio derby di sera e primi arresti in seguito alle indagini e trasferte vietate. Si chiude, per adesso, così una delle pagine più buie degli ultimi anni della storia della stracittadina della Capitale.
Scontri nel derby: il bilancio e le decisioni del Viminale
La guerriglia urbana innescata dai tifosi venuti a contatto con la polizia che ha prima paralizzato e poi messo a soqquadro il quadrante nord della città, di fatto ostaggio dei facinorosi, lascia in eredità ventiquattro agenti feriti e sei arresti fra gli ultras, tre per parte. Inevitabile il pugno duro del Viminale. In vista della prossima stagione dal Ministero dell’Interno sono arrivate già le prime indicazioni: le partite considerate ad alto rischio non si giocheranno più in orario serale, a cominciare proprio dal derby della Capitale. E alle tifoserie di Lazio e Roma è stato vietato di andare in trasferta per le prossime tre partite di campionato.
Un giro di vite non inaspettato
Il giro di vite del Viminale era nell’aria e il pugno duro è stato reso inevitabile da quanto accaduto nel lunghissimo pomeriggio romano. Secondo le prime ricostruzioni, protagonisti degli scontri anche degli ultras provenienti da altre città e gemellati con le tifoserie di Roma e Lazio. Dalle 17,30 in poi il quadrante del Flaminio ha vissuto momenti di terrore, quando circa 500 tifosi della Roma si sono diretti verso Ponte Milvio. Obiettivo: cercare il contatto con la tifoseria biancoceleste. Solo l’intervento della Polizia ha evitato che la situazione degenerasse, ma il bilancio resta pesantissimo: danni agli esercizi commerciali (vetrine infranti, mobilio distrutto) e a diverse auto private parcheggiate dove poi si sono verificati gli scontri.
Le scuse della società: è la sconfitta dei tifosi
Roma e Lazio si sono dissociate dagli scontri e dai tifosi che hanno trasformato le ore antecedenti al fischio d’inizio del derby in una guerriglia urbana. Tuttavia non saranno sufficienti a evitare che il derby di notte, per quanto affascinante, sia destinato a tornare un ricordo. La partita, in questa stagione, dopo sei anni, era tornata a collocarsi alle 20,45. Una sorta di apertura, per certi versi un esame di maturità, dopo quanto accaduto nella sfida d’andata (anche in quel caso piuttosto agitata anche se ben lontana dai livelli raggiunti pochi giorni fa). La bocciatura è una sconfitta per i tifosi, ma la scelta, secondo le fonti vicine al Ministero del Colle, va interpretata come un segnale forte mirato a restituire il calcio ai veri tifosi e agli spettatori che lo intendono come uno spettacolo e non un’occasione per regolamentare conti in sospeso fra bande o pianificare scontri con la polizia