Per tutti i calciofili italiani la dicotomia “Yeboah-attaccante”, almeno fino a qualche giorno fa, riguardava probabilmente solo e soltanto il vago ricordo di un buon attaccante della Nazionale ghanese a cavallo tra gli anni ’80 e ’90. Passato dagli insulti razzisti – era il primo calciatore nero del club – da parte dei tifosi dell’Eintracht alla fascia da capitano delle Aquile stesse in pochi anni, fece molto bene anche in Premier con la maglia del Leeds, chiudendo poi il proprio percorso professionale a Doha. Leggendo la lista dei calciatori convocati per la prima tornata del nuovo biennio dell’Under 21 di Nicolato, però, si scorge un nome sconosciuto anche ai calciofili più assidui: Kelvin Yeboah, nipote dello stesso ex bomber delle Black Stars, che invece di nome fa Anthony.
La carriera dello zio, ritiratosi nel 2002, non l’ha vissuta in prima persona in alcun modo, essendo lui un classe 2000. Nelle catene polimeriche del DNA di famiglia, ad ogni modo, deve essere presente in una certa percentuale il gene assimilabile alla voce “vizio del gol”. Anche Kelvin è un buon attaccante, e ora avrà modo di farsi conoscere anche al Paese in cui è cresciuto sin da quando era molto piccolo, essendo giunto in Italia dall’Africa all’età di 5 anni. Cresciuto a Oleggio, paese di 15mila abitanti del novarese in riva al Lago Maggiore, per esplodere ha scelto di andare all’estero, un po’ per scelta e un po’ per necessità: prima al West Ham e poi in Austria, giocando prima nell’equivalente della nostra Serie B e poi issandosi nel novero dei migliori talenti della Bundesliga locale. In Italia aveva militato tra le fila di Monza, Novara e Gozzano, ma nessuno di questi club aveva mai mostrato vera fiducia nei suoi confronti, forse anche per via di una struttura fisica un po’ lacunosa che lo caratterizzava in tenera età. In conferenza stampa, ieri, ha dichiarato di consigliare un’esperienza lontano da casa a tutti i compagni di squadra perchè: “Ti aiuta a non dipendere da nessuno, a crescere sia come persona che come calciatore”.
Tutto è bene quel che finisce bene, si direbbe, visto che Yeboah ha fatto molto bene nel corso degli otto mesi finora trascorsi allo Sturm Graz, club che gli garantirà anche la vetrina dell’Europa League nei prossimi mesi. Un bagaglio esperienziale, al di là di quelli che saranno i risultati del campo, che potrà essere molto utile anche al ct azzurro, che probabilmente dovrà spesso fare i conti con le assenze di Kean e Raspadori, ormai in orbita-Mancini. Gli altri concorrenti per una maglia, al netto di un sistema di gioco ancora tutto da intuire e costruire, sono l’atalantino Piccoli e i due “baby” Esposito e Colombo. Il primo ha in comune con il protagonista del nostro articolo il fatto di aver accettato di mettersi in gioco oltreconfine, e i 4 gol siglati finora in 5 gare di campionato a Basilea sembrano conferire prestigio e interesse alla scelta compiuta. Occhio anche a Lucca (Pisa) e Mulattieri (Crotone), on fire in queste prime giornate della cadetteria e probabilmente pronti a candidarsi per una maglia nel prossimo futuro.
Giocatore di buona potenza fisica anche se non altissimo (1,82 m), impressiona nella progressione che può sprigionare negli spazi aperti quando accelera. Anche per questo motivo sceglie spesso di partire da posizione laterale quando riceve palla, al fine di poter attaccare la porta con un raggio d’azione più ampio. Ideale per giocare al fianco di un altro attaccante di riferimento, ama scambiare spesso il pallone con il partner di turno. Mostra un buon killer instinct sotto porta a discapito dell’età, come dimostrano – tanto per citare un dato – i 10 gol segnati in 20 gare di campionato da quando veste la maglia del club stiriano. Sembra dover migliorare nell’uso del piede non preferito, visto che sembra toccare palla quasi solo con il destro.
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