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Scandinavia e confini: cosa riserva il futuro delle nazionali?

In questo articolo daremo un’occhiata alle prospettive future delle nazionali del nord Europa. Potremmo parlare di “Scandinavia allargata”, in quanto oltre alle classiche Svezia, Finlandia e Norvegia, includeremo Danimarca ed Islanda. In un calcio così diverso dai nostri standard, quali saranno gli sviluppi? E quali i prossimi talenti? Scopriamolo insieme analizzando la situazione di ogni nazionale e le rispettive giovanili.

SVEZIA: con l’addio al calcio del capitano e leggenda Zlatan Ibrahimovic, la nazionale gialloblu ha chiuso un’era. Fino a questo momento, tutto ruotava intorno alle prestazioni dell’ex giocatore di, tra le altre, Juventus, Inter e Milan. Ora interamente concentrato sul suo Manchester United, non è da escludere un futuro ruolo nella selezione svedese, ma è ancora troppo presto per considerare credibile questa prospettiva. Nel frattempo, gli svedesi si affidano ai giocatori già affermati nel calcio europeo. Berg, Toivonen, Olsson, Wendt e Forsberg sono solo pochi esempi dell’arsenale della Svezia. La presenza stabile di questi giocatori può far pensare ad un futuro radioso, ma c’è da considerare il fatto che esperienza non significa giovinezza. E’ per questo motivo che il selezionatore Janne Anderson dovrà monitorare con attenzione la crescita dei talenti giallo-crociati. Tra i principali, impossibile non citare Victor Lindelof, arcigno difensore che nella prossima estate porterà grandi introiti al Benfica, andando verso destinazioni ancora sconosciute. Altrettanto interessante l’attaccante Gustav Engvall, nato nel 1996 ed in crescita al Bristol City, nella difficile Championship inglese: la permanenza in un campionato simile può regalare molta esperienza a Gustav, nella speranza che sarà in grado di riutilizzarla a favore dei suoi connazionali.

FINLANDIA: Teemu Pukki, Roman Eremenko e Peparim Hetemaj. Per quanto potranno continuare a trainare la carrozza, questi tre? Non si sa, ma nel dubbio, alla Finlandia conviene senza dubbio lavorare duro sui giovani giocatori, dato che nella nazionale maggiore di talento ce n’è davvero poco. Allo svedese Hans Backe l’arduo compito di rinnovare un sistema calcistico quasi decrepito, e senza ombra di dubbio ancora troppo legato al passato. Fino a quando i ragazzini finlandesi avranno come idolo il genio Jari Litmanen (ritiratosi dalla nazionale nel 2010, ma in calo dal 2007), è facile dedurre che partecipare a competizioni internazionali sembra impossibile. Si è notato in particolar modo qualche mese fa, nel pre-Europeo, dove l’Italia di Conte, seppur protagonista di una prestazione decisamente negativa, era comunque riuscita a dimostrarsi superiore di una selezione che in quel momento aveva tutti i suoi migliori talenti in campo. Il già citato Teemu Pukki, capocannoniere della Superligaen con la maglia del Brondby, potrebbe essere uno dei giocatori più costosi della nazionale, mentre Roman Eremenko, nonostante le voci che lo accostavano alla Roma sembravano piuttosto insistenti, ancora si ritrova a giocare in Russia. La situazione finlandese è una delle più complicate, ma forse, è una causa della scarsa visibilità e del quasi assente interesse nei confronti del calcio da parte della popolazione. Ad esclusione, ovviamente, degli ultras dei club del campionato nazionale, caldi come tutti gli scandinavi.

NORVEGIA: la crescita dello pseudo talento di Martin Odegaard potrebbe distogliere l’attenzione da una rosa già discretamente competitiva. A differenza della più vincente Svezia, la nazionale dei fiordi ha a proprio vantaggio il fatto di non dipendere generalmente dalle prestazioni del singolo. Infatti, è l’unione dei giocatori a disposizione di Per-Mathias Hogmo il punto forte della casa. Nessuno ha una valutazione particolarmente alta, e probabilmente non c’è nemmeno un’unione eccessiva derivante dal giocare nello stesso campionato. Semplicemente, i selezionati sono complementari tra di loro sotto il piano tattico. Nella Football Association troviamo la maggioranza dei più grossi profili della nazionale: Joshua King (Bournemouth), Havard Nordveit (in difficoltà, ma pur sempre al West Ham), Alexander Tettey (talento del retrocesso Norwich), Stefan Johansen (Fulham) ed i due giocatori dell Hull City, Adama Diomande e Markus Henriksen. Altro solido gruppone nella Bundesliga, a dimostrazione che comunque, pur peccando in vere e proprie stelle, il livello medio non è affatto male. A favore degli scandinavi, sicuramente sotto il profilo calcistico, anche il lavoro che la nazione ha fatto sull’immigrazione. Infatti, parecchi sono i giocatori dalla doppia nazionalità che hanno optato per la Norvegia. Nelle giovanili, da segnalare e seguire i talenti di Ole Selnaes e Mohamed Elyounoussi, rispettivamente centrale di centrocampo, e ala sinistra.

DANIMARCA: con la qualificazione ai prossimi mondiali praticamente già compromessa, ai tifosi danesi non resta che sperare negli sviluppi dei grandi giovani talenti per il futuro prossimo. Il criticato manager Age Hareide, norvegese, patito di 3-4-3, avrà la fortuna di seguire la crescita di un reparto offensivo che nel giro di un paio di anni potrà fare invidia a nazionali di medio-alta classifica nel ranking europeo. Quasi superfluo citare Kasper Dolberg e Nicolai Jorgensen, che con i loro gol hanno letteralmente colonizzato l’Eredivisie, portando rispettivamente Ajax e Feyenoord ai vertici della classifica. Oltre a loro, non bisogna dimenticare che il fenomeno Christian Eriksen è soltanto 24enne, e sarà protagonista per un lungo lasso di tempo. Già aggregati alla nazionale maggiori i giovanissimi Fischer (acquistato dal Middlesbrough) e Andersen, in forza al Grasshopper. Interessante anche vedere l’impatto di Thomas Delaney, 25enne, con la Bundesliga dopo i 7 anni trascorsi all’FC Copenaghen, mentre un po’ più di preoccupazione proviene dalla difesa. Simon Kjaer deve collaborare con titolari più vecchi di lui, nonostante sia il capitano della squadra, ma buone notizie arrivano dall’Under 21. Un mese fa infatti, la nazionale bianco-rossa se n’è andata con un clean sheet dallo Stadio Atleti Azzurri d’Italia di Bergamo, dove ha affrontato l’offensiva Italia di Petagna, Ricci, Garritano e Cristante, restando a porta inviolata.

ISLANDA: interessante, quanto preoccupante, la situazione islandese. Dopo il glorioso Europeo, che ha visto entrare la nazione dei geyser nelle prime otto, serve un rinnovamento. Missione non impossibile, ma sicuramente difficile, in una situazione che vede l’11 titolare con una media età piuttosto alta, ed una panchina con qualche giovane, che però deficita di talento. Senza grandi apporti dalla sezione Under 21, gli uomini di Heimir Halgrimsson dovranno tirare il carro per altri anni, nella speranza di non assistere a cali di prestazione di massa. C’è ovviamente da considerare il fatto che il calcio non è mai stata una faccenda importante nella vita degli islandesi, ma è anche vero che le notizie trapelate dalla tv nazionale, hanno riportato uno share del 98% in occasione di Islanda-Francia. Senza più Gudjohnsen a fare da chioccia per i giovani calciatori, servirebbe un mezzo miracolo per ripetere le meravigliose prestazioni del 2016.

Nella speranza di poter vedere tutte queste nazionali nei prossimi appuntamenti internazionali, a voi la scelta di quale delle cinque simpatizzare!

Paride Coti

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