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Sarmiento e Argentinos: l’ora della salvezza

È arrivato il giorno del giudizio, o come lo chiamano in Argentina “el Día D“, il giorno del Descenso, ossia della retrocessione. Sarmiento e Argentinos Juniors con le stesse paure e quello spettro di scendere in B Nacional che renderebbe totamente fallimentare questo insolito semestre a due gironi.

Trenta squadre al via e una sola retrocessione, arrivare fin qui significa aver fatto davvero male in campionato: la modesta compagine di Junin non poteva fare granché vista la sua tradizione e il poco denaro a disposizione per fare mercato ma dall’Argentinos tutto ci si aspettava tranne che arrivasse con le mani cingiunte in preghiera all’ultimo atto del torneo.

Il Promedio si valuta sulle ultima tre stagioni ma visto che sia Argentinos che Sarmiento sono al secondo campionato in Primera Division nel testa a testa tra le due la media è facilmente calcolabile con chi ha fatto più punti: all’ultima giornata il Sarmiento arriva a quota 44 , +2 rispetto ai rivali.

L’Argentinos è quindi obbligato a vincere a Floresta contro l’Atletico Rafaela e dovrà sperare anche in un buon risultato da Bahia Blanca dove il Sarmiento sarà ospite del già salvo Olimpo. In caso di vittoria del Bicho e di pareggio del Sarmiento le squadre arriverebbero a pari punti e quindi seguendo le regole del campionato argentino si giocherebbe uno spareggio la prossima settimana per rimanere in Primera Division.

Tanti scenari possibili, tantissime paure e una retrocessione che incombe. Sanzotti ritrova Rolon e lo schiererà al posto dell’ex Catania e Boca Juniors Ledesma, puntando ancora una volta sulle giocate di un non più brillantissimo Pocho Insua per fare la voce grossa contro il Rafaela; Caruso Lombardi invece va con il suo consueto 4-3-3 con la speranza di aprire il prima possibile le marcature (Depetris e Chaves i più indiziati) in modo da giocare una gara in ripartenza in difesa totale sia del risultato che della posizione salvezza.

Sarà un pomeriggio al cardiopalma in Argentina quando qui saranno le 20.15: il cuore in campo per vincere e l’orecchio alla radiolina per sapere cosa succede sull’altro campo.

simonegamberini

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