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San Lorenzo: è quasi addio alla Copa

Doveva essere il giorno della rinascita, è stata la notte della disfatta: il San Lorenzo torna dal Messico con le ossa rotte e con la quasi certezza di non superare la fase a gironi di Copa Libertadores complice l’ennesima prestazione deludente che avvicina il momento della sentenza.

Una notte storta in cui sono davvero in pochi a salvarsi: il Toluca già qualificato giocava solamente per potenziare la sua classifica in ottica ottavi di finale e le motivazioni del Ciclon dovevano fare la differenza. La differenza invece l’ha fatto il gioco continuo, veloce e ampio dei Diablos rojos, inarrestabili nel primo tempo e letali nel finale di gara.

Il San Lorenzo ha sofferto in tutte le maniere nella prima frazione di gioco ma due pali e qualche miracolo di Torrico hanno clamorosamente tenuto inviolata la porta. Poi all’improvviso il gol di Nico Blandi che potrebbe essere l’episodio decisivo per la definitiva svolta di una squadra che cominciava a dare segnali importanti anche in campionato.

E invece no. Il Toluca della ripresa mantiene lo stesso atteggiamento, è meno pericoloso ma ha sempre il pallone. Il Ciclon di Guede è un puro concentrato di paura, troppo timido per provare a piazzare il 2-0 e dimostrare di essere vivo. I messicani reagiscono e in un finale di gara al cardiopalma trovano due gol con Uribe, vecchia conoscenza del calcio italiano che spegne il sogno azulgrana.

Sconfitta giusta, meritata in tutto e per tutto. Al San Lorenzo non rimane che sperare nell’impresa di una LDU Quito allo sbando contro il Gremio che già questa notte potrebbe staccare il pass per gli ottavi e mettere la parola fine in questo girone.

Il cammino è stato fallimentare e non si può salvare niente. D’altronde senza vincere nemmeno una partita non si può pretendere di andare granché lontano. Sono mancate le idee, la mentalità offensiva e quella dose di imprevedibilità che è nelle corde di questa squadra ma non viene mai sfruttata.

Il San Lorenzo è sopravvissuto grazie ai guizzi dei propri attaccanti ma non ha mai imposto il suo gioco, non ha mai sfruttato la bravura dei tanti giocatori tecnici a disposizione e non è mai apparso padrone del campo in nessuna partita. Troppe lacune che in un torneo come la Copa Libertadores vengono pagate.

La matematica ancora non condanna ma è solamente una questione di tempo.

Simone Gamberini

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