All’Östersunds FK, Saman Ghoddos era arrivato nell’inverno 2016. Che quel giovanotto di belle speranze potesse arrivare a spingere i rossoneri in Europa League, o che semplicemente riuscisse a segnare 42 reti e dispensare 25 assists in 93 partite col club del Norrland, questo nessuno se lo sarebbe immaginato. L’iraniano mise piede per la prima volta a Östersund proprio in quell’occasione, e si racconta che rimase decisamente stupito dalle fredde temperature dello Jämtland. Il suo inserimento in squadra fu facilitato dal compagno Gabriel Somi, che come lui arrivò in quella finestra di mercato dal Syrianska FC, club situato a Södertälje e celebre per la sua politica di tesseramento esclusivo di calciatori dall’origine siriana. Qui Saman aveva segnato 8 reti in 25 gare di Superettan 2015, laureandosi capocannoniere della formazione nonché uomo mercato: addirittura il Celtic e gli Hearts furono a un passo dal suo ingaggio, prima che l’Östersunds FK di Graham Potter virasse deciso su Ghoddos perché necessitava di un elemento della sua tecnica per disputare la primissima stagione in Allsvenskan di sempre. Sarebbe nata una storia d’amore, interrotta nell’estate 2018 col trasferimento dell’iraniano all’Amiens, in Ligue 1, dopo un Mondiale di Russia in cui ebbe spazio, al culmine di una maturazione davvero importante.
La famiglia di Ghoddos è originaria di Ahvaz, città iraniana sulle rive del fiume Karun nonché poliedrico esempio di multiculturalismo: se in Iran domina l’etnia persiana, questa zona del paese vanta discendenze maggiormente arabe e da qui sarebbe partita la direttrice che avrebbe portato i genitori di Saman in Svezia. A Oxie, villaggio di 10mila abitanti posto nel circondario di Malmö, dove Ghoddos è andato a scuola cominciando anche a giocare a calcio. Partì da portiere, nel BK Vången prima e nel FC Malmö poi, mentre all’età di 15 anni entrò nelle giovanili del Limhamn Bunfeklo e qui spostò il suo raggio d’azione fino a diventare attaccante. Esordì in prima squadra, poi nel 2013 fu acquistato dal Trelleborgs FF per giocare in Division 1. Apparì in 18 gare segnando una rete, nel mentre cominciò pure a lavorare presso un call center facendo fruttare le tre lingue che parla fluentemente, l’inglese, lo svedese e il persiano: “È chiaro che mi piace giocare a calcio – racconterà anni dopo – voglio giocare a calcio a tempo pieno, far quello che mi piace di più. Non c’è niente di meglio, prima vendevo abbonamenti telefonici ed è stato un inferno rispetto a come sto oggi“.
Era il 4 aprile 2016. L’Östersunds FK giocava per la prima volta nella sua storia in Allsvenskan, contro l’Hammarby in trasferta alla Tele2 Arena di Stoccolma, e Ghoddos impiegò soli 35 minuti per segnare il primo, incredibile gol in Serie A svedese dei rossoneri. Il 22 ottobre dello stesso anno si sarebbe regalato una doppietta nella sua città natale, Malmö, e a fine stagione le esultanze saranno ben 10, in 27 caps. In tutte le gare che contano, c’è sempre lo zampino di Ghoddos: dalla finale di Svenska Cupen il 13 aprile 2017, giusto in tempo per segnare il definitivo 4-1 contro l’IFK Norrköping che avrebbe permesso all’ÖFK di accedere ai playoff d’Europa League, fino ai due assists dispensati nell’1-2 con cui i rossoneri di Graham Potter profanarono l’Emirates di Londra il 22 febbraio scorso. E ancora il gol al Galatasaray nell’andata alla Jämtkraft Arena il 13 luglio 2017, il rigore procurato e trasformato da Nouri al ritorno della Türk Telekom Arena, le due reti segnate allo Zorya Luhansk, sia nello 0-2 in Ucraina che nel 2-0 in Svezia. Saman decisivo, uomo delle notti europee, a soli 24 anni.
La Nike l’aveva scelto come sponsor delle Mercurial Vapor in campo. Lui, stella dell’Östersunds FK, oltre che trascinatore ed elemento più talentuoso dell’intero parco giocatori, ha sempre scelto un basso profilo. Come quella volta in cui, il 23 novembre 2017, l’ÖFK batté in casa lo Zorya e al termine della gara Saman regalò ai tifosi le sue scarpe: “È stata una serata meravigliosa con un pubblico straordinario, voglio dire a tutti coloro che sono venuti allo stadio che mai avremmo vinto senza di loro. Hanno sfidato il tempo con orgoglio, faceva così fottutamente freddo. Grazie anche a chi ci ha seguito dalla tv”. E ancora: “Pensavo che i fan avessero bisogno delle scarpe più di me“. Coi suoi gol, con la sua umiltà e pure con quegli scarpini lanciati al suo pubblico, Saman Ghoddos ha conquistato Östersund.
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