Nell’Iliade c’era la mela della discordia, mentre oggi pare che il posto del pomo d’oro sia stato preso da un rotolo di carta igienica, come vi raccontavamo in questo pezzo. In ogni caso, Salonicco non c’è stata e ha cominciato una sentita ondata di protesta nei confronti di un sistema presunto favoreggiatore dell’Olympiakos. I media hanno raccontato che il 27enne tifoso che al Toumba lanciò l’oggetto in questione ferendo il tecnico biancorosso Óscar García (secondo alcuni carta igienica, secondo altri un pezzo metallico staccato da un bancomat) sarebbe già stato arrestato tre volte per aver provocato incidenti simili, la prima delle quali quando ancora era minorenne. Sono serviti i lacrimogeni a sedare parzialmente la situazione, che ha visto due arrestati e tre poliziotti feriti, oltre a un numero ingente di danni provocati alle auto parcheggiate e a bidoni della spazzatura cui è stato appiccato il fuoco. Scenario paradossale, massima espressione di violenza di strada.
Durante la notte di due martedì fa, poi, una delegazione di 40 tifosi del PAOK ha fatto irruzione nella sede dell’emittente televisiva ERT costringendo la conduttrice a leggere in diretta una lettera di protesta contro la Federcalcio, alterando dunque la normale programmazione. Hanno parlato del “più grande scandalo di sempre”, attaccando fermamente la decisione di affibbiare uno 0-3 a tavolino, oltre alla multa salata e i due turni di stop con Toumba vuoto. “La redazione di ERT condanna categoricamente quest’invasione dei fan all’interno dello studio ERT 3” ha provveduto a far sapere l’ufficio stampa, mentre altre fonti d’informazione riportavano come il gruppo di tifosi fosse originario di Καμάρα, Kamara, città nel sud-ovest della Tessaglia. Hanno rivendicato il fatto, a Salonicco, orgogliosi di come il loro tifo si spinga a un tutti contro tutti pur di difendere il buon nome del loro club. Ma non sono stati i soli, tra l’altro.
Un nuovo discorso è quello che si è aperto infatti a Cipro, dove a Nicosia si sono radunati i club del PAOK sparsi per l’intero paese: presenti Limassol, Larnaca e Paphos, la decisione presa è stata di protestare con fervore e tanto di cori dinanzi all’ambasciata greca proprio a Nicosia: “La lotta continua, 1100 km sono troppo pochi per dividerci” urlavano, mentre uno striscione recava la scritta “Cipro è un’aquila bicefala bianconera”. Tra le altre comunicazioni che si sono susseguite, in una settimana che complessivamente ha portato all’espansione panellenica del sentimento di fratellanza da parte dei tifosi del PAOK, anche quella dei tifosi di Salonicco che hanno organizzato una marcia pacifica cui ognuno è invitato. Partita dalle 18 da Kamara, la folla s’è sparpagliata per le strade della città di Macedonia. Un po’ come se l’intera Grecia settentrionale avesse preso parte idealmente alla manifestazione, per dimostrare la lealtà dei loro ideali in nome di ragioni contrastanti con essi. A Katerini, poi, è stato tenuto sotto occupazione per circa un’ora il municipio cittadino. Il loro motto è stato “Ο αγώνας συνεχίζεται”, letteralmente “la lotta continua”. C’è da scommettere che sarà così.
Pure l’ex membro del consiglio direttivo del PAOK, la leggenda del calcio greco Theodoros Zagorakis, s’è espresso a proposito in una comunicazione scritta diramata dagli organi di comunicazione bianconeri: “A Salonicco manca per la seconda volta, negli ultimi 8 anni, la visibilità e la consapevolezza dei benefici economici che sarebbero stati dati al club nel caso in cui vi fosse stata la partecipazione alla fase a gironi di Champions League, in quanto istituzione di portata globale”. Una nota che non nasconde un velo di arrabbiatura nei confronti di una giustizia sportiva che, secondo Zagorakis, non rispetta i canoni di giustizia. Il PAOK è stato privato di un diritto che secondo i tifosi, sportivamente parlando, gli competerebbe.
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