I campani fermi a 15 punti rischiano di fare la peggiore stagione di sempre in un campionato a 20 squadre. Ecco chi detiene attualmente il record negativo, e le altre peggiori annate di un club nel massimo campionato
Il campionato complicato, per usare un eufemismo, della Salernitana nella stagione 2023/2024, è sicuramente tra le peggiori stagioni di una squadra in serie A, e rischia addirittura di diventare quella con il record negativo di punti di sempre, ovvero dell’introduzione dei 3 punti a vittoria e dell’allargamento del torneo a 20 squadre. Ma chi detiene attualmente tale disonorevole record? Tra qualche sorpresa e diverse meteore, vediamo chi ha fatto meno punti nella storia della serie A nelle sue diverse conformazioni.
Per la sua struttura odierna il campionato di serie a prevede la partecipazione di 20 squadre con 3 punti a vittoria, sono quindi 38 le gare disputate da ogni singolo club. Con questa formula si possono quindi fare più punti rispetto a tutti gli altri tornei nel corso della storia, come si può notare ad esempio dal record di punti della Juventus di Conte nel 2013/2014 con 102 punt, inseguito dall’Inter dominante di quest’anno, che tuttavia la squadra di Simone Inzaghi non potrà raggiungere.
Ma dall’altra parte della medaglia troviamo anche i record negativi, che fanno meno rumore ma sono altrettanto clamorosi. Rimaniamo quindi sulla serie A nel formato attuale: 20 squadre e 3 punti a vittoria. Ebbene, a detenere il record negativo troviamo il Pescara della stagione 2016/2017, neopromossa allenata da Massimo Oddo che partì con discrete ambizioni, considerando anche il pareggio alla prima giornata con il Napoli e la vittoria (a tavolino) della seconda giornata con il Sassuolo.
Ma da lì in poi sarà un’annata da incubo: il tecnico campione del mondo 2006 non riuscirà più a vincere, collezionando 5 pareggi e la bellezza di 17 sconfitte. Al suo posto, dopo l’inevitabile esonero, viene chiamato a febbraio una vecchia conoscenza: Zdenek Zeman, che portò gli abruzzesi in serie A nel 2012, solo qualche anno prima. Con il boemo il Pescara rialza la testa e vince addirittura 5-0 contro il Genoa, una vittoria in puro stile Zemanlandia. Poi però l’entusiasmo si spegne, 6 sconfitte e 2 pareggi dicono Pescara in B con 5 giornate d’anticipo, e un bottino finale, ottenuto grazia a una vittoria sul Palermo già retrocesso, e il pari con la Fiorentina all’ultima della stagione, di 18 punti, ad oggi comunque 3 in più della Salernitana.
Nel 1994/1995 viene introdotto per la prima volta il regolamento che assegna 3 punti a vittoria, con il campionato ancora formato da 18 squadre. Inevitabile quindi segnare il passivo peggiore di sempre, ma probabilmente il Brescia guidato da Mircea Lucescu e Adelio Moro non pensava che questo rimanesse nella storia. Se la partenza dei lombardi è incoraggiante, con pari alla prima e alla terza contro Inter e Juventus, il resto della stagione sarà da incubo, con le Rondinelle che collezioneranno 6 sconfitte consecutive, con la prima gioia che arriverà alla quindicesima giornata contro la Reggiana. Risultato che non basta a Lucescu e Moro, esonerati alla ventesima giornata, prima che Moro venisse richiamato 7 giornate dopo successivamente all’interregno di Gigi Maifredi. Questi cambiamenti non faranno bene al Brescia, anzi, e alla fine saranno 15 i ko consecutivi nella parte finale della stagione, con un bottino di soli 12 punti.
Qualcuno tuttavia, almeno in termini numerici, fece peggio durante la stagione precedente a quella del Brescia. Vero è che l’annata 1993/1994 è l’ultima che assegnerà 2 punti a vittoria; quindi, il Lecce di Nedo Sonetti avrebbe comunque fatto meglio delle Rondinelle l’anno successivo. Detto questo il campionato dei giallorossi fu da record nell’era dei 2 punti con 18 squadre in tabellone, con i salentini tornati in serie A dopo 3 anni di cadetteria, che vivono una rivoluzione sia societaria, Giuseppe Bizzarro nuovo presidente dopo l’addio di Franco Jurlano, sia in panchina, dove arriva Nedo Sonetti a discapito di Bruno Bolchi, l’autore della promozione.
Le prime 5 giornate coincidono con 5 sconfitte, giusto per far capire dove andrà a parare la stagione del Lecce. Poi qualche punticino (pari con Juve e Genoa, e una vittoria 5-1 contro l’Atalanta), ma che non basterà a Nedo Sonetti per evitare l’esonero, sostituito da Rino Marchesi. Nessuna scossa per i salentini però, che a fine stagione grazie a 3 vittorie e 5 pareggi totalizzeranno un bottino (si fa per dire) di 11 punti.
Ma andiamo ancora indietro nel tempo, con il campionato di 40 anni fa, che vide protagonista, suo malgrado, il Catania, che segnerà la peggiore stagione di sempre in una serie A con 2 punti a vittoria e solamente 16 squadre. Record in termini numerici che resistette per una decina d’anni, proprio con il sopracitato Lecce, perché gli etnei (pur con 2 partite in meno), alla fine conclusero con 12 punti guadagnati.
Gianni Di Marzio in panchina, allenatore della promozione dopo gli spareggi vinti l’anno prima, parte con due pari nelle prime gare in casa, due ko in trasferta e la prima gioia contro il Pisa alla quinta giornata. Un ricordo indelebile per i siciliani in quella stagione, perché quella contro i nerazzurri toscani sarà l’unica vittoria di tutta l’annata, nonostante il cambio in panchina con l’arrivo di Giovan Battista Fabbri. In un’annata disastrosa, si ricorda anche l’aggressione di un tifoso all’arbitro durante la sfida contro il Milan del 12 febbraio 1984, dove curiosamente gli etnei riuscirono comunque a conquistare un puntino. Uno dei 12 che otterrà il Catania alla fine della stagione, con 1 vittoria, 10 pareggi e 19 sconfitte.
C’è una curiosa particolarità legata alla stagione 1947/1948, sarà l’unico anno in cui il campionato si disputerà tra 21 squadre. Questo perché in quegli anni era viva la disputa con l’allora Jugoslavia sui territori giuliani, e in particolare Trieste e dintorni, a soli 2 anni dal termine della Seconda Guerra Mondiale. Così si decide di inserire la Triestina nel torneo, dando vita a un’inedita edizione formata addirittura da 21 club. Inevitabile il record quindi, con 40 partite disputate in un solo campionato e il fanalino di coda che spetta al Vicenza, che comunque chiuse con 26 punti, che rispetto alle altre stagioni che abbiamo potuto “apprezzare” in questa disamina, è comunque un bottino onesto. Peccato per i veneti che probabilmente rimarrà nella storia, perché difficilmente vedremo un’altra stagione con 21 squadre ai blocchi di partenza.
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