Poteva essere la partita della svolta per il Manchester United di Ole Gunnar Solskjaer quella di oggi pomeriggio contro il Liverpool di Jurgen Klopp.
E’ stata invece una delle peggiori e più umilianti sconfitte della storia dei Red Devils, anche e soprattutto perché arrivata nel proprio stadio contro i rivali di sempre.
Dopo un quarto d’ora, esattamente come accaduto al Wanda Metropolitano contro l’Atletico di Simeone, il Liverpool era già avanti di due gol grazie alle reti di Naby Keita su assist di un gigantesco Momo Salah e di Diogo Jota pescato bene da Trent Alexander Arnold.
A differenza della notte di Champions madrilena, i Reds non solo non si sono fatti rimontare ma grazie ad una meravigliosa doppietta di Salah sono riusciti a chiudere il primo tempo con un clamoroso e roboante 0-4. Nella ripresa è arrivata anche l’hat-trick dell’egiziano che ha fissato il risultato sul definitivo 0-5.
Come se non bastasse, per lo United ci sono a referto anche un gol annullato ad un nervosissimo Cristiano Ronaldo e il rosso al subentrato Paul Pogba che rendono ancora più cocente questa sconfitta.
Una vittoria schiacciante e senza appello per la squadra di Jurgen Klopp che ha legittimato un dominio quasi irreale per la sofferenza di un cupo Old Trafford che ha visto, forse per la prima volta, i suoi tifosi uscire molto prima del triplice fischio. I Reds si riportano così a -1 dalla vetta occupata dal Chelsea di Tuchel in questo scontro tutto “made in Germany” ai piani alti della Premier League, mandando un segnale chiarissimo al campionato e anche in ottica Champions League. Con questo Liverpool, trascinato da un Salah da pallone d’oro non si scherza.
Sprofonda invece il Manchester United: settimo posto, seconda sconfitta di fila (terza nell’ultime quattro) e un terrificante score di 15 gol subiti in 9 giornate, la peggior difesa delle prime 10 del campionato.
La panchina di Solskjaer torna rovente e alla prossima giornata ci sarà un’altra partita molto complicata in casa del Tottenham, sconfitto oggi in casa del West Ham. Un’altra sconfitta potrebbe risultare fatale all’allenatore norvegese.
