Il mandato di Pep Guardiola al Manchester City ha soltanto la vittoria della Champions ancora in sospeso per consacrare un grande ciclo per i Citizens. Non è poco per un allenatore come lui, ma si è spesso fatto l’errore di demonizzarne l’intero periodo inglese nonostante un evidente cambio di marcia che ha portato gli Sky-Blues a essere sistematicamente considerati tra le squadre più forti del panorama. Se si vuol muovere una critica riguardo ai calciatori desiderati e comprati a suon di milioni, è impossibile non citare la questione ‘centrali di difesa’. Il calcio dispendioso ed estremamente tecnico richiesto dall’ex Barcellona, richiede centrali spesso dotati di ottima tecnica di base prima ancora (quasi) delle doti di marcatura. In sequenza, questo ha portato all’Etihad interpreti del ruolo come Stones (47.5 mln di sterline), Laporte (57) e Aké (41) e adattando dei ‘fuori ruolo’ come Fernandinho e Kolarov. Accantonato Kompany per evidenti limiti di età, è stato ceduto anche Otamendi, le cui prestazioni sono state fortemente in calo negli anni rispetto alla migliore versione di sé vista a Valencia con Nuno Espírito Santo. Nell’ambito del passaggio dell’ex Porto al Benfica (!!!), arriva in Inghilterra Rúben Dias per un totale di 64 mln sterline (47 più il cartellino di Otamendi).
Storcere il naso di fronte all’ennesima scelta onerosa in quel reparto è comprensibile, ma non totalmente giustificato dai risultati ottenuti negli anni da Guardiola dal suo reparto difensivo. Il Manchester City ha subito 39, 27, 23 e 35 gol nelle quattro Premier League disputate sotto la sua guida ottenendo un terzo, un secondo e due primi posti tra le migliori difese del campionato. Quello che, però, mette in guardia sono i grandi cali di tensione del reparto durante l’anno o gli improbabili cambi di modulo a stagione in corso: la difesa a tre schierata contro il Lione è ancora negli occhi di molti e contribuisce a compromettere le buone prestazioni complessive del reparto in questo quadriennio. Perché Rúben Dias dovrebbe quindi essere diverso dagli ultimi difensori centrali passati da Manchester?
Il tentativo di Guardiola di ottenere dal mercato un centrale difensivamente più robusto rispetto al passato è stato chiaro sin dal primo interesse mostrato per Kalidou Koulibaly, un centrale con un ottimo allungo e ottimo feeling con la marcatura. Rúben Dias ha delle caratteristiche più simili a quelle del senegalese rispetto a quelle dei centrali fin qui adoperati dal tecnico spagnolo. Il difensore ormai ex Benfica utilizza molto bene il suo fisico nel gioco aereo e nei recuperi con interventi decisi, ma spesso efficaci. Nella passata stagione, nonostante un titolo buttato in favore degli acerrimi rivali del Porto, ha contribuito molto ai 16 clean sheets ottenuti dal Benfica in 34 partite. La coppia formata con l’amico Francisco Reis Ferreira (Ferro), denominata ‘Giorni di Ferro’ a causa dei cognomi da parte dei tifosi, ci dà un ottimo spunto riguardo le capacità di Rúben Dias di prendersi le responsabilità. Ferro adotta, infatti, un approccio più timido alla gara lasciando al compagno la libertà di inoltrarsi fino al centrocampo palla al piede per recuperare qualche metro.
Rúben Dias è già un titolare della Nazionale portoghese di Fernando Santos da due anni a questa parte, ma ha esordito nel Maggio 2018 pur non essendo sceso in campo neanche un minuto nei Mondiali di Russia. Ha sempre giocato al fianco di un centrale esperto come José Fonte o Pepe, ma non ha mai sfigurato quando chiamato in causa. Il Manchester City non acquista un centrale in cerca di identità, ma un calciatore già pronto a grandi palcoscenici. Il suo utilizzo nei Citizens da titolare potrebbe essere immediato o quasi cogliendo la brutta sconfitta con il Leicester come palla al balzo. Nathan Aké è stato un acquisto molto desiderato da Pep Guardiola e affiancarlo a un centrale robusto come Rúben Dias può essere una buona soluzione per migliorarne gli evidenti difetti. Sarà interessante capire come il tecnico catalano gestirà tatticamente le sortite del centrale lusitano con lo stesso Aké da registrare difensivamente. L’eventuale passaggio a una difesa a tre in pianta stabile (con Aké braccetto mancino e Dias sulla destra con Laporte al centro) non è da escludere per caratteristiche pur rappresentando un unicum per tutti loro.
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