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Roma, semaforo rosso

Premessa: cercheremo di evitare la banale retorica o puntare il dito contro qualcuno, sarebbe troppo facile farlo con il senno di poi e incredibilmente inutile. Speriamo di riuscirci.

La Roma crolla psicologicamente all’Olimpico e, dopo un sonoro 0-3, rimanda almeno al prossimo anno l’appuntamento con la Champions League, qualificandosi per i gironi di Europa League. I tifosi giallorossi assistono inermi alla lucida follia dei propri giocatori i quali più che il secondo e il terzo gol del Porto, decidono definitivamente la contesa. Questi comportamenti aggressivi sono decisamente nuovi nella gestione 2.0 di Spalletti: lo scorso anno la compagine capitolina terminò sempre le partite in undici, senza dare mai a vedere crisi di nervi o sfuriate personali. Nei preliminari dell’ex Coppa dei Campioni, invece, i giallorossi hanno preso in media un cartellino rosso ogni sessanta minuti e stupisce il fatto che alcune ingenuità siano nate da giocatori esperti come De Rossi e Vermaelen.

Mentalmente fragili – Michel Mohrt, scrittore francese, scrisse: “Bisogna fare cose folli con la massima prudenza“. Entrare in quel modo non rientra sicuramente nel prendere precauzioni. Ciò nonostante la Roma non aveva impostato male la partita: De Rossi al centro della difesa rappresentava tutt’altro che una bocciatura per Fazio ma il desiderio, da parte di Spalletti, di impostare l’azione partendo direttamente dalla linea arretrata e così facendo si è concesso il lusso di schierare un altro regista (Paredes). Le certezze della squadra capitolina si sono sciolte come neve al sole quando Felipe, autore dell’autogol nella scorsa partita, ha trovato il gol del vantaggio, in quel preciso istante la squadra ha smesso di ragionare e ha fatto in modo di far prevalere l’istinto e l’impulsività alla ragione e, se non si può contare sull’apporto di campioni assoluti, è sempre un male. La lucida follia dei giocatori in maglia rossa dura pochi secondi, giusto il tempo di travolgere l’avversario per poi rendersi conto del grave errore commesso: la Roma deve maturare ma in Europa League può sicuramente far bene.

Gianmarco Galli Angeli

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