La Roma di Juric non va oltre il pari in Belgio, né esce dal tunnel della crisi di gioco e risultati. Era davvero complicato, anche per una squadra in evidente difficoltà come i giallorossi, uscire senza una vittoria dalla trasferta in casa dell’Union Saint Gilloise, ma la Roma è riuscita quasi a perderla, dopo aver dilapidato un vantaggio più trovato che costruito.
La serata europea lascia in eredità l’ennesima amarezza. La Roma, per ambizioni e qualità, checché ne pensi il suo allenatore, non può essere soddisfatta di aver comunque trovato un punto affrontando un avversario, con tutto il rispetto, che non è esattamente nel Gotha del calcio europeo. Risultato figlio peraltro di una prestazione ancora una volta approssimativa, condizionata da errori individuali. Segnali di calcio balbettato qua e là, frutto di scarsa tranquillità e altrettanta attitudine a un disegno tattico poco adatto a questa squadra.
La Roma si sfianca e perde lucidità nell’inseguire calciatori avversari in ogni zona del campo, ma non ha la tenuta fisica, strutturale, mentale, per essere presente a sé stessa per tutti i 90’, arrivando a scivolare quasi inevitabilmente nell’errore. Un contesto che acuisce i problemi ormai atavici di una squadra ormai in perenne difficoltà nell’interpretare uno spartito bocciato dall’evidenza dei risultati. Questa Roma, da tempo, fatica a giocare a calcio. Nessuno mette in dubbio l’impegno dei calciatori, ma la sensazione è che Juric stia insistendo su un percorso che non dà frutti e soprattutto rischia di costargli il posto.
Juric è appeso a un filo. Molto, se non tutto, dipenderà dalla sfida con il Bologna. La sensazione è che il tecnico stia vivendo un paradosso: è stato salvato, e insieme, potrebbe essere condannato dal calendario. Gli impegni così ravvicinati non gli hanno permesso di incidere e ai calciatori di assimilare un credo tattico che comunque appare già rigettato dalla squadra. E nel contempo il susseguirsi senza soluzione di continuità degli impegni ha reso impossibile un nuovo intervento da parte della società che potrebbe arrivare al termine della sfida con il Bologna. Un nuovo risultato negativo, renderebbe indifendibile la già delicata posizione del tecnico con la differenza che questa volta ci sarebbe anche il tempo, complice la sosta, di trovare un sostituto.
Ammesso che qualcuno accetti di prendersi la responsabilità della conduzione tecnica di una squadra chiamata ad affrontare, una dopo l’altra, in pochi giorni, Napoli, Tottenham e Atalanta e poi, sino a gennaio, anche Milan e Lazio. Il rischio di infilarsi in un vicolo cieco è davvero molto alto quanto inquietante. È sufficiente porsi l’interrogativo sul quale potrebbero essere futuro e prospettive di questa squadra qualora non riuscisse ad arrivare ai primi di dicembre con più di 20 punti in classifica.
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