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Roma, è finito il tempo delle scuse: a gennaio sarà rivoluzione

Altro ko in campionato e situazione sempre più critica: anche i senatori sono a rischio per il mercato invernale

È una crisi senza fine quella che la Roma sta vivendo in questa stagione. La sconfitta contro il Como e il modo in cui è maturato il 2-0 per la squadra lombarda, infatti, lanciano un allarme sempre più difficile da ignorare: la cura Ranieri non ha ancora fatto pienamente effetto e adesso il rischio di rimanere intrappolati nella lotta per la salvezza è sempre più reale. Per questo motivo a gennaio sarà necessaria una vera e propria rivoluzione, e anche i senatori rischiano di ritrovarsi alla porta. Vediamo più nel dettaglio la situazione.

Il mercato invernale sarà vitale per la Roma: ecco i piani della società

La Roma non convince, non riesce ad avere continuità e ora anche i Friedkin pretendono di più. Il supporto a mister Ranieri è totale, anche perché continuare a cambiare allenatori non è la soluzione migliori; quindi, sulla lista dei colpevoli di questa stagione dalle trame horror ci sono finiti i calciatori, soprattutto i cosiddetti “senatori”, in modo speciale i 3 del gruppo “italiano” che da anni rappresentano la colonna portante del gruppo giallorosso: Cristante, Mancini e il capitano Pellegrini.

I senatori della Roma potrebbero salutare
I senatori della Roma potrebbero salutare | ANSA/ANGELO CARCONI – Footbola

 

Per invertire la rotta servirà non solo un maggiore impegno da parte di tutti, ma anche più di qualche movimento di calciomercato che possa dare nuove energie, nuove motivazioni e maggiori soluzioni all’allenatore. Per finanziare questi colpi, però, qualcuno dovrà partire, e con le valigie in mano potrebbe finirci anche qualcuno di questi senatori.

Aria di cambiamenti illustri a Trigoria: i Friedkin hanno deciso cosa fare

I Friedkin stanno valutando tutte le opzioni per rimettere in carreggiata la Roma, partendo dall’organizzazione societaria. Attualmente, il club dispone di una struttura dirigenziale ridotta all’osso, con Florent Ghisolfi (responsabile dell’area tecnica) e Maurizio Lombardo (segretario generale) come unici riferimenti. La mancanza di una figura apicale come il CEO, vacante da quando Lina Souloukou si è dimessa il 22 settembre, rappresenta una priorità assoluta. Per il ruolo, il principale candidato è Marzio Perrelli, attuale vicepresidente esecutivo di Sky Italia e vicino a Giovanni Malagò. La nomina di un nuovo CEO è vista come il primo passo per ristabilire un assetto societario più solido e funzionale.

Passando al lato sportivo, la proprietà americana non ha nascosto la propria delusione dopo la recente sconfitta contro il Como, considerata inaccettabile sotto ogni aspetto. I Friedkin intendono attuare cambiamenti significativi a gennaio, con l’obiettivo di rinnovare la mentalità della squadra e riformare un sistema che, a loro avviso, non funziona più come dovrebbe. La “vecchia guardia” è nel mirino, con nomi come Cristante, Pellegrini, Mancini ed El Shaarawy a rischio partenza, insieme alla stella della squadra, Paulo Dybala, che il club avrebbe voluto cedere già la scorsa estate. Anche giocatori dal rendimento deludente, come Celik, Hermoso, Zalewski, Baldanzi e Shomurodov, potrebbero lasciare. Non sono esclusi addii clamorosi, anche in prestito, come quello di Enzo Le Fée, considerato finora il flop più evidente del mercato giallorosso: acquistato per 23 milioni, non ha ancora lasciato il segno.

Il nodo degli stipendi

Il problema principale resta però il peso degli ingaggi, che rende complicata la cessione di molti elementi: Dybala guadagna 9 milioni (più 1 di bonus), Pellegrini 6, Cristante 3 più bonus, Mancini ed Hermoso 3,5, Paredes 4, El Shaarawy 2,5 più bonus, Celik 1,7, Baldanzi 1,5 e Shomurodov 1,3. L’unico che potrebbe essere venduto facilmente è Zalewski, con un ingaggio inferiore ai 500mila euro e il contratto in scadenza a giugno.

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