-La crisi tecnica della Roma sembra senza fine e il marasma rischia di trascinare nel gorgo anche il direttore sportivo Florent Ghisolfi. L’unico dirigente che ha resistito in questi ultimi mesi a Trigoria non è stato preso in considerazione nella scelta del nuovo allenatore dopo l’esonero di Ivan Juric. Una decisione carica di significato che rischia di trasformarsi nell’anticamera dell’ennesimo addio. Del resto, ogni qualvolta i Friedkin sono stati a Roma, hanno sempre lasciato più di un avviso di sfratto.
Il direttore sportivo rischia seriamente il “taglio” dopo essere stato, di fatto, sollevato dalla responsabilità di andare alla ricerca di una nuova guida tecnica per la Roma. Una delegittimazione in piena regola, generata da una serie di errori. È vero che il mercato è figlio del controllo della ex Ceo, ma è altrettanto innegabile che tutte le operazioni condotte dal francese non abbiano prodotto gli effetti sperati. Le Fee è un buon giocatore, ma non sposta gli equilibri. Il rendimento, sinora, non giustifica un assegno da 23 milioni di euro. Una cifra del genere si spende per un calciatore che cambia radicalmente il volto della squadra. Allo stesso prezzo, l’Atalanta si è assicurata Bellanova calciatore che alla Roma sarebbe servito moltissimo considerato il buco rimasto sulla fascia destra. Pesano anche i 30 milioni per Soulé, anche se l’argentino merita perlomeno una seconda chance. Acquistato per giocare da esterno nel 4-3-3 di De Rossi, si è ritrovato trequartista con compiti difensivi nella Roma di Juric.
Oltre agli acquisti che hanno reso poco sul campo come Hermoso, o non si sono praticamente visti (anche per le scelte di Juric) come Hummels, Dahl e Sangare, vi sono anche degli equivoci legati a chi è rimasto. Shomorudov non è partito per gli USA per un disguido burocratico e si è ritrovato prima e unica alternativa a Dovbyk. Dybala, con un piede e tre dita in Arabia Saudita, è rimasto a Trigoria dopo un clamoroso dietro front ma il suo contratto non è stato rinnovato. L’argentino, utilizzato a meno di mezzo servizio sembra ben lontano da raggiungere il “quorum” necessario al rinnovo. Poi c’è il caso Zalewski, passato da fuori rosa a inamovibile dopo l’infortunio di Saelemaekers. Resta da capire quale sarà il suo futuro, come quello dello stesso direttore sportivo francese che ha ammesso in conferenza post Bologna anche l’errore nell’aver esonerato Daniele De Rossi. Difficile, quasi impossibile che i Friedkin tornino sui loro passi richiamandolo. Più probabile, invece che anche l’esperienza del francese sia vicina all’epilogo.
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