Champions League, ritorno dei quarti di finale. La Roma, dopo il quattro a uno subito al Camp Nou, aveva bisogno di una pazza rimonta per continuare il sogno europeo. Di Fronte ad un Olimpico colmo di passione e carico di speranze il Barcellona voleva chiudere i conti ed ottenere la semifinale; gli uomini di Valverde, però, non avevano fatto i conti con undici gladiatori vogliosi di dimostrare di poter valere determinati palcoscenici. La partita è di quelle da raccontare ai figli e ai nipoti; un match che resterà nella storia della Roma; una squadra capace di realizzare il miracolo contro uno dei club più forti d’Europa.
La semifinale di Champions League (obiettivo che la Roma non otteneva da tempo) è tutto merito di Di Francesco; il tecnico dei giallorossi a preparato la gara nei minimi particolari. Un 3-4-1-2 costruito a puntino con la difesa stretta per chiudere le linee di passaggio al Barca e ingabbiare il giocatore più forte del Mondo; Nainggolan, non al cento per cento, pronto a giocare tra le linee per aiutare la difesa e supportare le due punte. Una di queste, Dzeko, disputa una delle partite più belle da quanto è nella capitale ed ha il merito di far partire la pazza rimonta giallorossa; Roma-Barcellona 3-0, la vittoria di Di Francesco criticato ad agosto e ora osannato da 70 mila spettatori.
Alla fine della gara, alzando gli occhi sul tabellone dell’Olimpico si poteva vedere come due dei tre marcatori erano De Rossi e Manolas. Già, proprio loro, gli stessi che una settimana fa avevano realizzato due goal nella propria porta. Scelta del destino, di un fato che per una volta ha deciso di girare a favore di chi ha sempre avuto contro la dea bendata. Un esempio? Il tiro finale di Dembele: generalmente sarebbe finito in fondo alla rete causando lacrime e disperazione. Stasera no, stasera si piange di felicità perché quando l’arbitro ha fischiato la fine il sogno è diventato realtà.
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