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Robin Olsen alla Roma è già un caso

”Överskattad, och inte värd pengarna”. Tradotto, “sopravvalutato, e non vale quei soldi”. Non ha usato mezze parole, il popolare giornalista sportivo danese Morten Jörgensen, per commentare l’approdo a Roma dello svedese Robin Olsen. Portiere che a Copenhagen ha certamente impressionato positivamente, ma che non riscuote solo pareri positivi. Peraltro, non s’è concluso qui il panegirico dedicato da Jörgensen all’ultimo acquisto giallorosso, colui che nelle iniziali intenzioni della dirigenza avrà il fardello di sostituire Alisson:Non credo che la Roma abbia un portiere importante in mano, è tutt’altro che impeccabile. Sì, è stato bravo in Coppa del Mondo, ed è aumentato anche il suo prezzo, ma la Roma può essere delusa. Indubbiamente è un buon portiere, il migliore della Superligaen, ma fa anche errori e nel gioco coi piedi ha non pochi problemi”.

Quando Andreas Isaksson lasciò la nazionale svedese, dopo 133 presenze e l’esordio datato 27 marzo 2002, non parevano affidabili le alternative che si prospettavano davanti. Tuttavia la scelta ricadde su Olsen, che al Mondiale è riuscito a mettere a segno una serie di cinque clean sheet perdurati fino al gol di Marco Reus nella sfida contro la Germania in Russia: 548′ d’imbattibilità, per una saracinesca sufficientemente protetta ad concedersi pure una discreta esperienza europea in sella al FCK. Nato in Svezia ma da genitori danesi (questo il motivo per cui il cognome è Olsen anziché Olson), pare che nessuno avesse fatto caso al suo passaporto. Dunque Robin, che inizialmente aveva scelto la Danimarca in omaggio al suo idolo Peter Schmeichel, passò a propendere per rappresentare la Svezia. E ancor oggi a Stoccolma si racconta un curioso aneddoto: convocato per una delle sue prime partite con una nazionale giovanile gialloblù, Olsen nascose il passaporto e solo il giorno prima di partire fu scoperto che in realtà era danese. L’aneddotica su Robin non finisce poi qui, perché ai tempi della scuola pareva un bravo ginnasta e all’età di 17 anni pensò di abbandonare per sempre il calcio dopo un brutto infortunio al ginocchio. Questo e molto altro è Robin Olsen, che a gennaio era a un passo dal Crystal Palace mentre a luglio veniva accostato nientemeno che al Barcellona (fonte: il quotidiano iberico Sport). Pure il Liverpool valutò di prendere lui e non Alisson, poi però si scelse per dare al calciomercato un domino e così ecco Olsen a Roma e il brasiliano sulle rive del Mersey.

Robin, che nel novembre scorso era ritenuto dalla stampa italiana l’anello debole della Svezia, avrebbe convinto tutti: parate importanti a Solna e a San Siro, valutazione schizzata in alto tanto che sarebbe stato pagato 120 milioni di SEK (11,7 di euro, più o meno). E pensare che nel maggio 2016 lasciò il Malmö FF sbattendo la porta e prendendo un volo per Salonicco. “Jag är besviken på dem”, disse una volta presentato dal PAOK, parlando di come si ritenesse deluso dal comportamento della dirigenza biancazzurra pur avendo mantenuto un rapporto davvero stretto con la tifoseria del club campione di Svezia. Continuando, però: “La mia famiglia è dalla Danimarca, il 90% di loro tifa FCK e il 10% vive a Bröndby. Non ho detto che il Malmö è il mio club preferito per conquistare il cuore dei tifosi”. Ora ecco quelli della Roma da far innamorare, reciprocamente, mentre già nella capitale si parla delle condizioni fisiche del portiere.

Mercoledì 28 febbraio 2017, gara tra FC Copenhagen e Hobro IK. Il punteggio era di 2-0 per i padroni di casa quando, al 35′, Robin Olsen cadde rovinosamente a terra picchiando con la spalla. Le sue condizioni apparirono subito gravi, tanto che il club si mise subito in contatto col 33enn portiere ungherese László Köteles così da avere un pronto sostituto. Per Olsen si sarebbero aperte le porte della chirurgia, poi la riabilitazione a 100 giorni dal Mondiale. “C’è il rischio che si sia rotto la clavicola” aveva fatto sapere il capo delle comunicazioni del FCK, Jens Mortensen, prendendosela con chi non aveva disposto il rinvio della gara sebbene il campo fosse completamente coperto dalla neve. Era dal 7 dicembre 2016, però, che si parlava di una sua cessione. Allora, 13 clean sheet su 20 e un contratto in scadenza nel 2020. Ciononostante, Ståle Solbakken s’era rassegnato a perdere Olsen. E al contempo, Eurosport Italia assicurava: la Serie A s’è innamorata di Olsen, il gigante che la sbatté fuori dal Mondiale.

Matteo Albanese

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