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Robben, Yaya Touré e l’ambizione mediatica del Botafogo

Un grande calciatore non può dire di essersi ritirato se prima non ha rifiutato il Botafogo. Tanto curiosa quanto interessante questo continuo tentativo da parte del club di Rio di dare una chance brasiliana a grandi campioni consacrati nel calcio europeo. Ci riuscì con Seedorf, finoto all’Estrelha Solitaria prima di passare dal campo alla panchina, e ce l’ha fatta anche con Keisuke Honda, che per quanto non si possa definire certo un grande campione, è comunque un nome di impatto per un campionato poco abituato a importare nomi esterni al continente.

Da settimane circolano altri nomi pesanti attorno al Botafogo: quello di Yaya Touré, che in questi mesi è stato accostato anche al Libertad in Paraguay per provare a contenere la scia emotiva nazionale data dall’acquisto di Adebayor da parte dei concittadini dell’Olimpia, e addirittura quello di Arjen Robben, che ufficialmente è ritirato da un anno. Ma il Botafogo è ormai così, è la terra delle nuove opportunità, piazza di rilancio, palco per un ultimo ballo.

Onorevole perché non marchiato da stipendi fuori di testa ma dalla voglia di confrontarsi nella grande terra del calcio. La squadra infatti non vive un grandissimo momento storico visto che è riuscita persino a peggiorare la sua stabile condizione di metà classifica dei precedenti campionati con una salvezza neanche troppo tranquilla, che ha portato al posizionamento in uno degli unici due posti di classifica che non portano né alle coppe internazionali, né in Série B.

Ma l’anima del Botafogo a oggi è proprio questa, un’ambizione differente: quella di voler essere una grande casa, un luogo di rifugio, ma non probabilmente di successo. Chiaro che campioni di questo target, seppur eccessivamente datati, darebbero una bella scossa a un club che a oggi fatica ad avere pezzi pregiati in rosa, ma difficilmente lo potrebbero portare a sognare troppo in là. Fondamentale sarebbe però dare continuità a questo progetto, per dare l’idea di un Botafogo capace di rigenerare o comunque evitare la rottamazione di campioni, per attirare in futuro altre stelle di questo tipo.

Un sogno mediatico, portato forse troppo in là da questa mente fantasiosa in puro stile brasiliano. Forse la miglior ricetta per attrarre grandi campioni in un progetto del genere.

simonegamberini

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