Con 10 punti in 4 partite, Rennes e Saint-Étienne si sono guadagnate il titolo di squadre più in forma della prima parte del campionato. Quello del Geoffroy-Guichard è stato uno scontro diretto in piena regola, ma a prevalere è stata la maturità dei bretoni, una squadra ormai abituata alle zone nobili della classifica e che sa affrontare meglio dei Verdi i momenti più delicati della gara. Il 3-0 maturato al triplice fischio regala al Rennes il primo posto solitario nonostante un calendario difficilissimo che ha visto i ragazzi di Stéphan impegnati contro Lille, Montpellier, Nimes, Monaco e Saint-Étienne nelle prime cinque partite.
Con le dolorose assenze di Ruffier e Debuchy infortunati e con Fofana non schierato dall’inizio da Puel per evidenti motivi di mercato, Les Verts provano a mettere la partita sull’intensità sfruttando il quartetto offensivo formato da Aouchiche, Nordin, Bouanga e Hamouma. Tanti i giovani in campo con i tre trequartisti appena citati, ma anche Maçon, Moukoudi e Moueffek schierati titolari in difesa. Per il Rennes, ancora Salin tra i pali: da questa settimana Edouard Mendy è diventato un giocatore del Chelsea donandogli la titolarità fino a esplosione di Pepé Bonnet, 2003 già in campo nella passata stagione.
Il portiere 36enne non ha esattamente contribuito a scalzare il neo-portiere dei Blues dai cuori dei tifosi. La ‘papera’ commessa sull’1-0 a inizio secondo tempo aveva regalato a Nordin il gol del pareggio e soltanto un fuorigioco millimetrico ha tolto dalla gogna il numero uno bretone. La squadra di Puel, fino alla rete del vantaggio firmata dalla zuccata di Aguerd, aveva tenuto alta la pressione con una difesa più votata all’anticipo che al recupero e il poker di attaccanti a tenere bassa la mediana del Rennes. Aouchiche è bravo al 20′ a trovare Bouanga in verticale, ma il 25enne cerca un improbabile assist davanti alla porta di Salin anziché calciare.
Questo tipo di sprechi mostra la fragilità psicologica dei padroni di casa, già colpevoli la scorsa settimana di non aver archiviato la pratica Nantes. La maturità del Rennes è uscita proprio in questo frangente e, prima, Guirassy si sbarazza di Maçon scaldando i guanti a Moulin da fuori e, poi, lo stacco di Aguerd su corner di Bourigeaud è alto e preciso portando a compimento il forcing degli ultimi dieci minuti del Rennes. Solo la grande paura per il ginocchio di Terrier (poi rientrata) smorza gli entusiasmi di un primo tempo non facile, ma che ha visto i rossoneri chiudere in crescendo e concludere da capolista.
Le due sostituzioni per cui ha optato Puel nell’intervallo hanno dato forza alla reazione del Saint-Étienne che ha subito ripreso a pressare alto trovando l’azione del gol annullato a Nordin e prendendo metri al Rennes che è sembrato in difficoltà fino, ancora una volta, alla rete. La concretezza della squadra di Stéphan si contrappone alla perfezione al momentaneo ‘voglio-ma-non-posso’ del Saint-Étienne, proprio nello scontro diretto più atteso di questo inizio di campionato. Del Castillo sfrutta la fascia destra come meglio non potrebbe e scodella in area per Guirassy: Moukoudi perde contatto con l’ex Amiens che si volteggia in aria privilegiando l’efficacia all’estetica per il gol del raddoppio. Il difensore ex Le Havre, potente e preciso nel primo tempo, si è ritrovato coinvolto in un errore banale regalando colpevolmente spazio a Guirassy per il suo quarto gol in campionato.
Lo stesso Moukoudi perde ogni riferimento anche in occasione del bel pallonetto di Hunou, nato da una splendida intuizione di Raphinha, regalando qualche metro di troppo al canterano rossonero involato verso la porta di Moulin. Da vedere e rivedere l’apertura dell’ex Sporting, atteso quest’anno a una stagione più costante della passata. Per restare a queste altitudini, il Rennes ha bisogno anche delle sue ali.