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Remuntada, los milagros existen! La proeza del Barça raccontata dal Mundo Deportivo

“El Barça firma su proeza más maravillosa”. E’ con queste parole che termina la diretta di Barça-Psg ad opera del Mundo Deportivo, la testata che al mondo è storicamente più vicina all’ambiente culé. ¡LOS MILAGROS EXISTEN! ¡El Barça está en CUARTOS DE FINAL! ¡¡INCREÍBLEEEEEE!!. Un’impresa, una partita pressoché perfetta ma vissuta col brivido, un risultato storico e difficilmente eguagliabile. Mai nessuno era riuscito a rimediare ad un 4-0 dell’andata: questo Barça ce l’ha fatta, all’ultimo istante, ha scritto la storia, ha compiuto un qualcosa di tanto grande e memorabile che altri, in futuro, potranno riuscire a far meglio, ma mai a livello emotivo come Messi & co. I primi a scrivere la storia. Il vostro Matteo Albanese ha deciso di passare la serata proprio in compagnia dei colleghi del Mundo Deportivo, questo pezzo è quello che ne è venuto fuori. Questo è un pezzo interattivo, in cui siete VOI a scegliere quali argomenti approfondire, a proposito di una serata che sarebbe impossibile da raccontare in così poche righe. Ci vorrebbe una pubblicazione, un libricino, un piccolo manuale che parli in modo approfondito di ogni singolo topic che mi sono limitato a linkare qui. Dunque scorrete, e ogni qual volta un ambito stuzzica la vostra curiosità, ecco che trovate immediatamente il collegamento al sito del MD. E, vi garantisco, la maggior parte di essi sono assai interessanti.

L’ambiente del Mundo Deportivo, in questi giorni, è stato bollente: chiaro come tutta la prensa, la stampa, credesse ad un miracolo simile. E così, tra ieri e l’altro ieri, ecco campeggiare sulla testata una serie di pezzi dal carattere eloquente. C’è nell’aria qualcosa di strano, si respira una fiducia impressionante. Raúl, interpellato, punzecchia i blaugrana (“¿Remontada del Barça? Eso es cosa del Madrid) evidenziando come “el Barça tendría que hacer un partido muy bueno y el PSG muy malo”. C’è un gran pezzo, ad opera di Sergi Solé e Roger Torelló, che evidenzia 10 punti chiave per riuscire nell’impresa. Segnare uno, anche due reti prima della pausa, muovere rapidamente il pallone, crederci per 95 minuti (il che, ribadito sia da Suárez che da Luis Enrique, suona altamente profetico alla luce del risultato finale), utilizzare il campo in tutta la sua ampiezza, far attenzione sui corner avversari, tentare talvolta  la soluzione da fuori area, ridurre al minimo la possibilità che il Psg offenda in contropiede, e gli ultimi due: una atmósfera temible y un Messi de 10. All’interno del pezzo, si legge: para tratar de remontar la eliminatoria, el Barça necesita la mejor versión de cada uno de sus jugadores y un apoyo incondicional de la grada. Hacer un ambiente mágico será otra de las claves para lograr intimidar al PSG. Un ambiente mágico, il segreto. Un Camp Nou infuocato. Quasi come a dire: “noi ci crediamo, se tu non ci credi allora rimani a casa e non venire allo stadio”. Quanto a Leo, nelle 4 partite prima di ieri sera aveva messo a referto 6 gol: scontato che gran parte delle possibilità di una remuntada sarebbero passate dalla sua camiseta col numero diez. Lo dice anche anche José Luis Llorente, ex giocatore di basket e autore di un libro profeticamente intitolato ‘Espíritu de remontada’, parlando a proposito del factor anímico come la chiave della rimonta.

E anche le conferenze stampa della vigilia, da entrambe le parti, sono state tutto tranne tranquille. Matuidi ha giurato di non aver paura di nulla, poi è salito in cattedra Luis Enrique. Lui, l’entrenador tanto fischiato, criticato, bistrattato in questi giorni. Ha annunciato l’addio al Barça il 1 marzo, ieri sera ha coerentemente affermato di non aver intenzione di ripensarci. Prima della partita, ha detto un paio di cosucce interessanti: intanto la partita dura 95′, dunque può succede tutto, poi le sue parole.“Tenemos que ser optimistas y lo somos. Intentaremos que se den todas las circunstancias favorables. Estamos a la mitad de eliminatoria, si un rival nos puede marcar 4 nosotros le podemos marcar 6. Lo hemos hecho no solo una vez sino varias, eso no significa que haya que volverse locos y marcar no sé cuantos goles en no sé cuantos minutos. Independientemente de lo que pase mañana seguiré teniendo fe en este equipo”, assicurando che “me importa un rábano entrar en la historia, lo que me importa es remontar la eliminatoria”.  Non mi importa scrivere la storia, quel che mi importa è passare il turno. Se il PSG può fare 4 gol, noi possiamo farne 6. Se non è motivazionale questo…

In ogni modo, MD si concentra molto sul piano tattico. Rakitic e Rafinha vengono descritti come líderes de la presión asfixiante del Barça con el 3-4-3, modulo che Luis Enrique utilizzò contro il PSG anche nel 2014, mentre viene dato molto spazio anche alle 7 opzioni di Luis Enrique in vista del match. Per il resto, trattasi di un once sin lateralesPer quanto concerne l’aspetto motivazionale, ecco le parole di Suarez in conferenza stampa accanto al tecnico (entrambi hanno ribadito l’esigenza di mantener alta la concentrazione per 95′, parole che hanno decisamente un tono profetico, se viste col senno del poi). Dall’altra parte ci sono la concentrazione di Matuidi (“Non temiamo nulla”) e il pragmatismo di Unai Emery (“Dovremo saper soffrire, ma sarà una grande opportunità”). Quanto al giorno del grande match, se crée. La remuntada histórica diventa possibile anche grazie alla giusta mentalidad ganadora, ben riassumibile dalle parole di Andrés Iniesta (“Cuando lo tienes todo perdido eres más peligroso”) o Robert Fernandez. Il tifo culé non sembra nemmeno troppo pessimista, mentre il Mundo Deportivo ricorda anche come in altre 17 occasioni il Barça sia riuscito a mettere a referto cinque gol. Ossia, quelli necessari per l’impresa. La filosofia campeggia nelle parole di Sergi Gomez,  uscito da La Masia e attualmente al Celta Vigo: “Si algún equipo es capaz de remontar ese resultado es el Barça”. E giusto per scaramanzia, non basta riprendere i pensieri di Patrick Kluivert (“Non c’è da aver paura del Barça”) e Raúl (“¿Remontada del Barça? Eso es cosa del Madrid”), ma è meglio anche dar spazio ai tifosi del PSG, che già si vedevano uscire vincitori dal Camp Nou, e a Raymond Domenech che ha parlato di un Barça come “ombra di quella squadra che ha dominato l’Europa”. Non tutti in fondo, da Parigi, hanno preso sul serio la rimonta. Ovviamence, ça va sans dire, ora è tutto materiale da sfottò.

Ci si ricorda di come siano passati esattamente 25 anni dalla prima coreografia del Camp Nou, si omaggia anche la memoria di Tito Vilanova, tutto viene ridotto ad una questione di máxima confianza y autoestima, in cui stimolare anche la MSN a scrivere la storia. Ma comincia il match, e il Mundo Deportivo rimane attaccatissimo allo schermo. Segna subito Suárez dopo nemmeno 3′, viene ammonito Busquets che era diffidato, poi Iniesta rende giustizia al suo soprannome di “illusionista” e provoca l‘autorete di Kurzawa. Le statistiche sorridono al Barça, i suoi uomini non deludono, non si parla del gol di Cavani ma la copertina è tutta per Neymar. In Champions, in casa, Luis Enrique non aveva mai perso, e al minuto 95′ è addirittura arrivato il passaggio del turno. E’ da record, il decimo anno consecutivo ai quarti di Champions. La partita è ormai finita, ma è qui che comincia il vero lavoro del Mundo Deportivo. Tutte le reazioni (ahimè, ieri sera le ho viste in diretta), tra cui segnalo il bagno di Joan Gaspart qualora il Barça avesse centrato la qualificazione, mentre si pensa anche alle possibili rivali ai quarti. Le parole di Luis Enrique, nel post partita, arrivano fino alla mezzanotte, ma nessuno a Barcellona ha la minima idea di andar a dormire. E così l’uomo della provvidenza, che viene cercato da ogni emittente, ogni giornale, ogni tifoso. “La afición no ha sido uno más, ¡han sido 10 más!” dirà ai microfoni del MD. La cronaca del match, poi, è qualcosa di assai emozionante. L’allenatore, Luis Enrique, è tornato a parlare (Ha sido la victoria de la fe, es el partido en que he visto más comunión afición-equipo y lo dedico a todos los barcelonistas, especialmente los que apoyaron tras el 4-0”). Nel frattempo viene mostrata la reazione di qualche ex Real Madrid, giusto per non farsi mancar nulla, e viene rivelato come Bartomeu avesse previsto il finale della partita. Gioia, nuove inquadrature al gol-partita, poi l’opinione di Galliani, le parole di Neymar, i complimenti di Guardiola. Qualche conduttore sbadato aveva dato il risultato prima del triplice fischio, ma l’argomento è sempre lo stesso: i due eroi della serata. L’éxtasis histórico viene immortalato dalle telecamere e consegnato alla storia. Così come la grande prova di Ivan Rakitic, le polemiche di Emery, la curiosa statistica relativa al PSG, l’esultanza di Leo Messi. Tanti, tanti sfottò: quello dell’Athletic Bilbao in relazione alla Supercoppa del 2015, quelle verso Verratti, il troll di Neymar a Kurzawa e Rabiot, il già citato bagno di Joan Gaspart, l’umiliazione ripresa dalla stampa mondiale.

Digressione. Il calore dello stadio, i pensieri al campionato, l’elogio di Miguel Rico a Messi, la celebrazione dei Patriots, il ruolo di favorito in Champions dopo il 6-1, la gioia di Jordi Cruyff, le cifre guadagnate da una partita pazzesca e da un passaggio del turno incredibile, qualche precedente particolarmente rilevante, il Barça come tripletista, la gioia di Puyol, un video presto divenuto virale ad opera di Alfredo Duro, il fatto che il PSG abbia corso di più, la UEFA che assegnava al Barça lo 0% di possibilità ad accedere ai quarti, poi il pensiero di Fernando Torres, la felicità di un tizio che aveva scommesso 44 euro sul 6-1 e ne ha vinti quasi 3000, Luis Suárez che ha gonfiato il petto, il fatto che ogni singola persona ci abbia creduto hasta la muerte. Così è stata vissuta la remuntada, su Radio MD. Addirittura c’è stato una sorta di contest in cui veniva invitato il pubblico a far sapere quale promessa avrebbe compiuto in caso di qualificazione. Qui, infine, ecco il resoconto di tutta la nottata, scritto ottimamente da Roger Torelló. Queste sono tutte sfumature, tutte curiosità, tutte possibili chiavi di lettura di una partita incredibile. Di certo, c’è solo una cosa. Un gol de Sergi Roberto en el descuento rubricó el 6-1 del milagro final tras una exhibición de ambición del Barça. Era il minuto 95.

Matteo Albanese

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