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Benzema e il Real si prendono i quarti ed entrano nella storia

Il Bernabéu è stato il degno palcoscenico dell’ottavo di finale più bello di questa Champions League. Due partite in una, dopo che l’andata era stata decisa da l’ennesima giocata di Mbappé. Il fuoriclasse francese ha provato a ripetersi anche a Madrid, ma è stato il suo connazionale in maglia blanca a prendersi riflettori e quarti di finale: Benzema.

Lo strappo di Mbappé

Il primo tempo si è portato con sé i fantasmi della gara del Parc des PrincesPSG in completo controllo, fisico e psicologico, col solito Mbappé a far tremare l’ordinata fase difensiva dei Blancos. Allo scadere dei primi 45′, il lampo vincente: lancio illuminante di Neymar per il 7 parigino, già in corsa e capace di fulminare Courtois sul suo palo. Aveva già trafitto l’estremo difensore belga, ma la rete era stata annullata per fuorigioco di Nuno Mendes, e ad inizio ripresa si era pure ripetuto, venendo però colto lui stesso in off side. Insomma, una prima metà di gara quasi a senso unico, con Mbappé grande protagonista, sulla scia del gol decisivo nel match d’andata.

La sentenza di Benzema

Real dunque costretto a rientrare in campo dopo 2/3 di ottavo di finale trascorsi a subire la grande caparbietà ed organizzazione avversaria. Il PSG aveva dato l’idea d’essere una squadra decisamente più matura, con la possibilità di aggrapparsi a dei fenomeni in ogni zona nel campo nei momenti del bisogno. Ma i fuoriclasse non hanno tempo, e di tanto in tanto indossano la stessa camiseta anche per anni, a differenza di ciò che la prigione d’oro parigina ha insegnato nell’ultimo decennio. A ridar fiato al Bernabéu ci ha pensato Benzema, abile nel cogliere la leggerezza di Donnarumma e a pareggiare prima la partita, poi il risultato complessivo su uno splendido assist dell’intramontabile Modric. Il croato è stato un altro grande punto cardine per i Blancos in una serata memorabile, che sembrava avviarsi verso i supplementari visto il 2-1, ma che invece si è chiusa nei 90′ regolamentari. A pochi istanti di distanza dalla doppietta, il centravanti francese ha infatti centrato la tripletta su un’altra incertezza della difesa ospite.

Paris che nel giro di una decina di minuti ha cestinato una qualificazione che per larghi tratti delle due gare avrebbe anche meritato: un black out inspiegabile e decisivo. Al Real Madrid il merito di essere rimasto sempre dentro il match, anche quando la frustrazione avrebbe potuto prendere il sopravvento: il lavoro dei senatori e soprattutto di Ancelotti, maestro nel creare la miscela perfetta per i Blancos, ha riconfermato le Merengues ai vertici del calcio europeo.

Luigi Romanelli

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