Sono 3 gli anni trascorsi dall’ultima di Xabi con la camiseta del Real Madrid; 8 quelli trascorsi dall’ultima volta che el señor Xabi ha messo piede al Santiago Bernabeu da avversario. Vestiva la maglia rossa del Liverpool il 25 Febbraio 2009, quando insieme a Benitez, Torres e Yossi Benayoun (autore dello 0-1 finale), conquistava il cuore e il portafoglio di Florentino Perez, che in quell’estate sborserà circa 35 milioni di euro per lui. L’inizio di un matrimonio con i blancos durato 5 anni e interrotto solo da Pep Guardiola, che lo ha voluto a tutti i costi in Baviera.
Trufas, el Mariscal, el Maestro o più semplicemente Señor Basco. Si sprecano i soprannomi dati a Xabi durante tutta la sua carriera in cui ha vestito le maglie di Real Sociedad, Liverpool, Real Madrid e Bayern Monaco (con una piccola parentesi all’Eibar nel 2000, con cui ha collezionato soltanto 2 presenze).
Como convertirte en una leyenda del fútbol mundial en solo cuatro pasos. pic.twitter.com/75pVHGdUKk
— Álvaro Arbeloa (@aarbeloa17) March 9, 2017
Le 4 maglie ricordate dall’amico (dentro e fuori il campo) Alvaro Arbeloa, che lo scorso 9 Marzo, giorno in cui Xabi ha annunciato il ritiro a fine stagione, ha deciso di omaggiarlo così!
XABI E IL REAL
Nelle 5 stagioni al Real Madrid Xabi ha conquistato 6 trofei, non contando la combo Mondiale 2010-Europeo 2012 con la Spagna. Sempre al centro del gioco madridista, anche dopo l’arrivo di Toni Kroos, el Mariscal ha vinto da protagonista l’ultima Liga del Real Madrid con Mourinho, e la Decima con Carlo Ancelotti. Come il buon vino, la personalità e il gioco del Señor Xabi sono migliorati invecchiando e seppure anche con il Liverpool ha conquistato una Champions e la fama, possiamo azzardare che i suoi anni migliori li abbia vissuti proprio a Madrid.
Considerato nella capitale il centrocampista migliore dai tempi di Redondo, Xabi ha incarnato e continua ad incarnare l’essenza del centrocampista elegante e allo stesso tempo concreto, che non ha bisogno di una corsa eccellente per essere padrone del campo e dominare l’avversario. L’alternanza di giocate semplici e difficili, dopo uno, massimo due tocchi stupisce più della qualità di uno dei più forti nel suo ruolo. Le sue geometrie perfette e il lancio teso per cambiare ogni volta fronte del terreno di gioco sono sequenze iconiche e rimarranno senza un designato erede quando tra pochi mesi lascerà il calcio. La sua disponibilità ad adattarsi e sposare lo stile di gioco di ogni allenatore, da Benitez a Mourinho, da Guardiola ad Ancelotti, è encomiabile e soprattutto questa caratteristica gli ha permesso di essere titolare inamovibile nelle squadre più forti d’Europa.
La sua ultima partita in Champions con la camiseta blanca è stata all’Allianz Arena proprio contro il Bayern Monaco. Questa sera, forse la sua ultima sera nella competizione europea, torna a Madrid, nella sua casa, dato che se ne è fatta costruire una a Lo Viso, a due passi dal Santiago Bernabeu. L’emozione non sarà poca, ma difficile che giochi brutti scherzi ad uno come lui, che ha calcato innumerevoli volte questi palcoscenici.
La guerra tra fischi, di chi lo considera un traditore perché Xabi ha voluto lasciare Madrid per il nemico Guardiola, e applausi, ci auguriamo non ci sarà, al di là del risultato finale. Dopo il ritiro el Señor Basco non ha voluto dichiarare pubblicamente cosa farà. Anche se tra sussurri e quella casa a Lo Viso, in molti già lo immaginano per il dopo Zidane, mentre lui, un po’ nostalgico, twitta questa foto!
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