C’è stata un’epoca in cui l’Aston Villa ha vinto la Champions League o, meglio, l’allora Coppa dei Campioni. Un’impresa indelebile, compiuta da una squadra esordiente. Conoscete questa storia?
Dopo 41 anni di attesa, ieri l’Aston Villa è tornato a disputare una partita di Champions League, vincendo per 3-0 sul campo dello Young Boys.
Anzi, sarebbe meglio dire che ieri i Villans hanno giocato il loro primo match di sempre in Champions League, dal momento che l’ultima volta che il club inglese ha preso parte alla massima competizione europea quest’ultima si chiamava ancora Coppa dei Campioni.
Ed è proprio sotto questa denominazione che i Claret and Blue si sono tolti la massima soddisfazione: alzare al cielo una “coppa dalle grandi orecchie”.
Correvano i primi anni Ottanta del Novecento e l’Aston Villa era appena diventato Campione d’Europa!
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— Aston Villa (@AVFCOfficial) September 17, 2024
Un momento indimenticabile
Forse non tutti lo sanno o se lo ricordano, ma c’è stata un’epoca in cui l’Aston Villa ha vinto la Champions League o, meglio, l’allora Coppa dei Campioni.
L’annata sportiva era quella 1981/82 e il club di Birmingham si era conquistato il diritto di prendere parte alla più importante competizione europea in quanto Campione d’Inghilterra in carica.
I Claret and Blue guidati da Ron Saunders avevano infatti vinto il campionato di First Division (la Premier League come la conosciamo oggi nascerà solo nel 1992, ndr), chiudendo al primo posto con quattro lunghezze di margine sul leggendario Ipswich Town di Bobby Robson.
I Villans finirono l’annata con 60 punti collezionati in 42 partite (si assegnavano 2 punti per vittoria, ndr), frutto di 26 successi, 8 pareggi e 8 sconfitte, portando nella bacheca del club il settimo titolo di Campioni d’Inghilterra (nonché l’ultimo fin qui).
Un’impresa straordinaria, per una squadra che l’anno successivo riuscì però a togliersi una soddisfazione ancora più grande: diventare Campione d’Europa.
In virtù dell’alloro colto sul territorio nazionale, all’Aston Villa fu riservato l’onore e il diritto di prendere parte alla stagione 1981/82 della Coppa dei Campioni, manifestazione in cui il team inglese fece il suo esordio assoluto in quell’occasione.
In quegli anni, la massima competizione europea era il giardino di caccia prediletto delle formazioni britanniche, tanto che per un lustro soltanto club inglesi erano riusciti a far loro la coppa.
Doppietta di successi per il Liverpool di Bob Paisley nel 1977 e 1978, altra doppietta per l’indimenticabile Nottingham Forest di Brian Clough (e Peter Taylor) nel 1979 e 1980 e un ulteriore titolo per i Reds allenati dall’ex braccio destro di Bill Shankly nel 1981.
La Coppa dei Campioni continuava a veder sventolare la Union Jack e la croce di San Giorgio, tradizione che poi anche l’Aston Villa alimentò.
I Claret and Blue si imposero infatti a sorpresa nel 1982, vincendo la manifestazione da esordienti.
Un’impresa indelebile
La storia del successo dell’Aston Villa in Coppa dei Campioni è decisamente singolare.
Il club inglese iniziò infatti il proprio cammino europeo contro gli islandesi del Valur, imponendosi con due vittorie per 5-0 e 2-0 e strappando così con autorevolezza il pass per gli ottavi di finale.
Non era l’epoca della Super Champions odierna, dove il numero di partite è infinito e per raggiungere la vittoria finale è fondamentale avere una rosa lunga e ricca di stelle.
La Coppa dei Campioni che si disputava negli Anni Ottanta era fatta di molti meno incontri e dava la possibilità di vivere anche qualche sorpresa.
Allenato da Ron Saunders (il demiurgo che aveva plasmato la formazione che aveva appena vinto il campionato inglese), l’Aston Villa affrontò quindi la Dynamo Berlino negli ottavi di finale.
Contro la rocciosa squadra dell’allora Germania dell’Est fu un doppio appuntamento tosto, con i britannici che riuscirono a passare il turno grazie alla regola dei gol in trasferta (al Villa Park finì 1-0 per i tedeschi, mentre a Berlino a vincere 2-1 furono gli inglesi).
Proseguì quindi il cammino europeo dell’Aston Villa, che in campionato faticò invece a ripetere le prestazioni dell’anno precedente e nelle coppe nazionali ottenne solo delusioni e conseguenti eliminazioni.
Convinto di non essere più in grado di dare nuove motivazioni alla squadra e sfiduciato da un clima non esattamente roseo all’interno del club, Ron Sauders decise allora di rassegnare le dimissioni il 10 febbraio 1982, a seguito della partita contro l’Arsenal.
Seppur sorpresa, la società accettò la scelta del manager inglese e promosse al suo posto il suo vice Tony Barton.
L’Aston Villa ai quarti di finale della Coppa dei Campioni si presentò quindi in campo con un nuovo timoniere, contro i sovietici della Dynamo Kiev.
Dopo lo 0-0 di Sinferopoli, il club di Birmingham si impose 2-0 tra le mura amiche, guadagnandosi un posto tra le migliori quattro squadre d’Europa.
La semifinale fu allora Villans contro Anderlecht e, anche questa volta, ad avere la meglio furono gli inglesi.
La squadra di Barton vinse 1-0 la gara d’andata al Villa Park grazie alla rete di Morley e pareggiò poi 0-0 contro i Biancomalva a Bruxelles, conquistandosi l’accesso alla finale.
Un giorno irripetibile
L’ultimo atto della Coppa dei Campioni 1981/82 si disputò il 26 maggio 1982, allo stadio De Kuip di Rotterdam.
A contendersi la “coppa dalle grandi orecchie” in Olanda furono l’Aston Villa e il Bayern Monaco (avversario che i Villans troveranno nel primo match casalingo di questa stagione di ritorno in Champions League, ndr), con i tedeschi decisamente favoriti per la vittoria finale.
La partita iniziò subito con un colpo di scena: al nono minuto del primo tempo gli inglesi persero il proprio portiere Jimmy Rimmer per un infortunio al collo e furono costretti a inserire al suo posto il giovane Nigel Spink.
Allora ventitreenne, l’estremo difensore di Chelmsford aveva collezionato fino a quel momento soltanto una presenza con l’Aston Villa in prima squadra.
Spink non si lasciò però vincere dall’emozione. Anzi, il britannico sfoderò la prestazione della vita e chiuse a doppia mandata la propria porta.
Il Bayern Monaco provò in tutti i modi a sbloccare il match, ma ogni tentativo di Karl-Heinz Rummenigge e compagni fu vano.
Spink non si lasciò mai superare, mentre Peter Withe al 67’ inflisse a Manfred Müller quello che si rivelò essere poi il gol partita.
L’Aston Villa vinse infatti per 1-0, laureandosi Campione d’Europa nella sua prima storica stagione in Coppa dei Campioni.
Un giorno irripetibile e indimenticabile per gli inglesi, che l’anno successivo vennero invece eliminati dalla Juventus di Giovanni Trapattoni nei quarti di finale (fino a ieri, fu quella l’ultima apparizione nella massima competizione europea del Villa).
Nel mezzo, i Claret and Blue si tolsero anche la soddisfazione di vincere la Supercoppa europea 1982, battendo con un risultato totale di 3-1 il Barcellona vincitore della Coppa delle Coppe (1-0 per i Blaugrana al Camp Nou e 3-0 per i Villans a Birmingham).
La grande impresa rimane però la vittoria della Coppa dei Campioni del 1982. Quella volta in cui l’Aston Villa fu Campione d’Europa.