Si torna a giocare in campionato. Forse anche troppo. Di certo, la fine degli impegni delle nazionali è stata accolta da un enorme sospiro di sollievo dei club: ogni ritorno di ciascun calciatore rientrato senza problemi fisici dalle sfide internazionali è paragonabile a un successo in campionato. Anche perché i numeri sono clamorosi: gli infortuni dei calciatori costano ai club 234 milioni di euro.
Gli infortuni appartengono alla casistica del gioco del calcio ed è impossibile eliminarli del tutto. Le nuove regole riducono gli scontri violenti, ma lo stop derivante da un evento traumatico è e resterà imprevedibile. Quello muscolare è molto più diffuso e affatto casuale. Piuttosto figlio di un calendario praticamente senza sosta. Giocando molto e allenandosi poco, in uno sport di contatto e con tanti impegni ravvicinati è quasi impossibile, per un calciatore, chiudere la stagione con un percorso netto. E il calendario sempre più fitto non aiuta. Secondo la ricerca AIC “injury time” la frequenza di infortuni muscolari è sempre più alta, con inevitabili ripercussioni sui club sia dal punto di vista tecnico che economico. I numeri non lasciano spazio alle interpretazioni: a essere colpiti sono ovviamente i club impegnati su più fronti. Un giocatore che disputa più di 50 partite a stagione è soggetto, in media, a 71 giorni di infortunio. Tradotto in presenze, il rischio è che un top player rischi di saltare un impegno su tre. Un danno quantificabile in serie A, in 234 milioni di euro, calcolati attraverso il deprezzamento legato ad assenze e cali di rendimento.
Le previsioni sono scoraggianti. E i numeri spaventano. Secondo le previsioni di ricerca un club impegnato in Premier League, che dunque gioca più di tutti gli altri, rischia di dover affrontare una perdita di 49 milioni di euro per i costi legati agli infortuni, senza prendere in considerazioni anche le difficoltà tecniche legate alla rinuncia forzata a un top player. Per informazioni rivolgersi a Guardiola, che senza Rodri non riesce a trovare la quadra al City e per la prima volta in carriera ha incassato quattro sconfitte consecutive. Restando al perimetro nazionale, un club di Serie A sarà chiamato a sostenere 25 milioni di costi. Il 70% di questa cifra è riconducibile dal deprezzamento legato all’assenza dai campi di gioco. Basti considerare che secondo lo studio AIC, nella stagione 2023/2024 Barcellona, Manchester United, Newcastle, Roma sono state costrette ad accollarsi, causa infortuni dei propri calciatori, dei costi più alti rispetto ai ricavi generati dalle partecipazioni alle coppe internazionali. Legittimo dunque chiedersi se giocare così tanto, seppur incrementi i ricavi, sia effettivamente sostenibile dal punto di vista fisico ed economico.
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