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Quando la Germania Ovest vinse il Mondiale di casa del 1974 sconfiggendo il calcio totale olandese

Un Mondiale giocato in casa è sempre un qualcosa di speciale e nel 1974 toccò alla Germania Ovest organizzare la più importante rassegna per nazioni. E i tedeschi si presentarono tra i grandi favoriti con una squadra fenomenale fresca di titolo Europeo conquistato due anni prima in Belgio. La nazionale allenata ancora una volta da Helmut Schön presentava campionissimi ormai pronti a disputare la loro ultima Coppa del Mondo come Franz Beckenbauer o Gerd Müller e giovani che avrebbero segnato ancora molti anni di successi del “Die Mannschaft” come Paul Breitner o Uli Hoeness.
Inserita subito in un girone non impossibile la Germania Ovest iniziò la sua avventura contro i sudamericani del Cile e a decidere la contesaa fu un siluro da lontano di Breitner, un maoista che segnava a Pinochet. Quattro giorni dopo la schiacciante vittoria contro l’Australia per 3-0 consentì ai tedeschi occidentali si qualificarsi con un turno di anticipo e affrontare senza problemi di classifica i cugini della Germania Est. La vittoria dei padroni di casa sembrava scontata ma al Volksparkstadion di Amburgo accadde l’impronosticabile. Jürgen Sparwasser, leggenda del Magdeburgo, realizzò la rete che regalò l’1-0 ai tedeschi orientali e gli consegnò il primo posto finale nel gruppo. La sconfitta fece passare la squadra di Schön come seconda, ma così facendo permise di inserirla in un successivo girone molto più facile rispetto a quello che avrebbe avuto vincendo quella sorta di derby. Chissà che non fosse stata una strategia premeditata, ma comunque resterà nella storia che l’unica partita in un Mondiale tra Germania Ovest e Germania Est fu vinta dalla piccola compagine orientale.
Nel girone per la finale le cose iniziarono bene e con un netto 2-0 sulla Jugoslavia firmato Breitner e Müller arrivò la prima vittoria. Ben più difficile il secondo match contro la Svezia che si rivelò avversario duro a morire. Dopo aver chiuso il primo tempo in svantaggio con il gol di Edström, ai tedeschi non bastò ribaltare il risultato con Overath e Bonhof perché Sandberg trovò subito il pareggio. La partita sembrava stregata ma nel finale fu Grabowski a trovare il guizzo vincente, prima del sigillo finale targato Uli Hoeness. Nella terza gara contro la Polonia si disputò un vero e proprio spareggio con le due squadre appaiate in testa alla classifica con quattro punti. I biancorossi avevano dalla loro parte il capocannoniere del torneo Grzegorz Lato, ma erano obbligati a vincere. Sotto il diluvio di Francoforte a spuntarla fu la Germania Ovest che trovò la via della vittoria con il rapace dell’area di rigore Gerd Müller.
Si arrivò così a una delle finali più attese di sempre dove il gioco duro e attento ai ruoli dei tedeschi si scontrava contro il calcio totale e più libero da compiti precisi degli olandesi. All’Olympiastadion di Monaco di Baviera le cose si misero subito alla grande per gli Orange che si conquistarono un rigore dopo soli due minuti che Johan Neeskens realizzò. La Germania Ovest si trovava in svantaggio senza aver ancora toccato palla. Dopo l’iniziale momento di sconforto i tedeschi ricominciarono a giocare e quando Jansen atterrò in area Holzenbein l’arbitro Jack Taylor assegnò un altro calcio di rigore. Tra i bianchi nessuno voleva battere il tiro dal dischetto e l’unico a presentarsi fu Paul Breitner che spiazzò Jongbloed. Nel finale di primo tempo il risultato fu ribaltato con Gerd Müller che realizzò il suo quattordicesimo gol nei Mondiali diventando così il miglior marcatore di sempre superando Just Fontaine. Cruijff si innervosì molto per la situazione che si era creata e rimediò una sciocca ammonizione per proteste durante il ritorno negli spogliatoi. Nella ripresa la Germania Ovest controllò la partita andando più vicina al terzo gol rispetto a quanto l’Olanda non si avvicinò al pareggio e ormai la seconda Coppa del Mondo era in tasca.
Una generazione di fenomeni aveva battuto la squadra più rivoluzionario che il calcio abbia mai ricordato regalando al mondo una delle più grandi finali di tutti i tempi.

Francesco Domenighini

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