Dove passa David Silva, arrivano i trofei. Forse anche per questo i soprannomi di Mago Silva o di Merlino gli si addicono particolarmente: qualità nelle giocate, visione strepitosa della profondità, tocco di palla da fuoriclasse, tutte abilità incentrate in un unico talento che riesce anche a concretizzare il tutto in grandi successi.
Non è un caso infatti che una volta maturato sul piano calcistico abbia vinto in ognuna delle sue tappe di carriera: dopo gli inizi di formazione tra Celta ed Eibar, in un nord della Spagna ancora troppo distante dal modus vivendi di un canario, ha formato il suo talento, per poi cominciare a vincere dovunque è andato. Prima tappa al Valencia, unica delle tre squadre principali in cui ha militato dove ha dovuto attendere più di una stagione per aggiornare la propria bacheca: a Mestalla è esploso e già al secondo anno ha portato a casa la Copa del Rey del 2008.
In quel periodo ha cominciato anche a vestire la maglia della nazionale, dove ha fatto il suo esordio a fine 2006 prima di cominciare il cammino di qualificazione per Euro 2008, dove è stato parte fondante del ciclo che poi avrebbe dominato la scena del calcio continentale e mondiale per quattro anni. Due Europei e un Mondiale vinti, non poco per una squadra che aveva un solo trofeo in bacheca datato 1964.
In quel lasso di tempo ha anche lasciato Valencia per andare al Manchester City: pronti via, vittoria dell’Fa Cup e l’anno dopo anche il primo campionato vinto in carriera, la Premier League del 2012. Il palmarès è stato aggiornato poi bene e anche con una certa costanza a Manchester, dove è diventato uno dei centrocampisti più forti al mondo, ma in pochi si sarebbero aspettati di vederlo vincere anche nell’esperienza che potrebbe chiudere la sua carriera.
Infatti appena arrivato alla Real Sociedad ha portato subito un altro trofeo. Vero, ha giocato solo una partita di tutto il torneo visto che la finale della passata stagione è stata rinviata via covid a quest’anno, ma per un club che non vinceva assolutamente nulla dal 1987 è un traguardo storico, soprattutto perché raggiunto nella prima finale basca di sempre del torneo.
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— David Silva (@21LVA) April 4, 2021
La regola è ormai questa: David Silva vince ovunque, anche nei posti meno pensati. Dove passa lui inizia un’era, felice e gloriosa come quella di Spagna e Manchester City, o magari effimera come quella del Valencia di allora e forse della Real di oggi. Ma pensare che sia un caso questa sua costanza nel vincere trofei è un grave errore. Piuttosto può essere uno dei suoi tanti trucchi di magia.
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