Un avvio sofferto, ma poi un secondo tempo straripante in cui escono fuori tutte le qualità offensive: la Serbia doma la Georgia e compie un ulteriore passo verso la qualificazione a Russia 2018. Le delusioni degli ultimi anni sembrano essere solo un bruto ricordo, e il lavoro di Slavoljub Muslim inizia a dare i suoi frutti: allenatore dei balcanici da maggio 2016, ha raccolto in 10 gare 5 vittorie, 4 pareggi e una sola sconfitta, frutto di questo nuovo 3-4-1-2 che permette ai due esterni Rukavina e Kolarov di poter smistare più palloni in zona offensiva oltre che al trequartista Dusan Tadic (oggi una rete e due assist) di poter mettere in pratica tutto il meglio del suo repertorio tecnico.
L’iniziale vantaggio di Kacharava (retropassaggio errato di Kolarov) aveva illuso un po’ tutti i georgiani. Poi la Serbia è uscita fuori, mostrando tutte le sue doti offensive, pur soffrendo in qualche sporadica occasione. Il già citato rigore di Tadic allo scadere del primo tempo ha rimesso le cose a posto, poi nella ripresa un gran gol di Mitrovic, autore di un stagione sottotono al Newcastle ma già a quota quattro durante queste qualificazioni, e una rete di Gacinovic hanno archiviato la pratica. Ennesima delusione per la Georgia che, seppur in crescita negli ultimi tempi a livello di prestazione, resta con soli due punti sul fondo della classifica.
Un processo di crescita che potrebbe proiettare la Serbia fra le possibili sorprese del prossimo mondiale, a patto che l’armonia a livello di spogliatoio, che si sta registrando in questi ultimi tempi, venga mantenuta. In passato, nonostante il grande talento messo a disposizione, troppo distrazioni avevano minato alla chimica della squadra. Gli iridati del mondiale under 20 del 2015 iniziano ad avere minutaggio, e l’asticella inizia ad alzarsi. Con la speranza di trovare un nuovo exploit in stile Belgio nello scorso mondiale. La prossima partita contro il Galles potrebbe darci risposte in tal senso.