Gli infortuni nel calcio sono abbastanza frequenti e non è raro che un giocatore ne subisca più di uno a stagione, ma quali sono i più frequenti?
In questi giorni di coppe europee molte squadre della nostra Serie A hanno dovuto affrontare diversi infortuni dei propri calciatori. A farne maggiormente le spese è stata, senza dubbio, la Juventus, con Bremer che ha, con ogni probabilità, terminato la stagione in anticipo a causa di una lesione del legamento crociato anteriore del ginocchio sinistro, e con Nico Gonzalez che ha riportato una lesione di basso grado al retto femorale della coscia destra. D’altronde gli infortuni nel mondo del calcio non sono una rarità, ma vi siete mai chiesti quali siano i più frequenti? Ecco tutto ciò che c’è da sapere a riguardo.
Il calcio è uno sport di contatto complesso che sottopone l’apparato muscolo-scheletrico a notevoli stress, aumentando così il rischio di infortuni, sia tra i professionisti che tra i dilettanti. In una squadra professionistica con una rosa di 25 giocatori, si registrano in media circa due infortuni per giocatore ogni stagione. Sebbene non ci siano dati precisi riguardanti il tasso di infortunio tra i dilettanti, è ragionevole supporre che sia più basso, principalmente a causa del minor numero di ore dedicate ad allenamenti e partite rispetto ai professionisti. Ma quali sono gli infortuni più frequenti?
Gli infortuni muscolari si classificano in due principali categorie: traumi diretti e traumi indiretti.
Nel trauma diretto, la forza esterna agisce sul muscolo comprimendolo contro le strutture sottostanti, causando danni che possono variare da una semplice contusione fino alla rottura delle fibre muscolari. L’entità del danno si valuta osservando quanto è limitata la mobilizzazione passiva delle articolazioni collegate al muscolo interessato. I muscoli maggiormente colpiti in questo tipo di trauma sono il quadricipite femorale e il tricipite surale.
Nel trauma indiretto, non c’è un contatto diretto con una forza esterna, ma l’infortunio avviene a causa di un improvviso allungamento passivo del muscolo durante la contrazione, oppure per una contrazione troppo rapida da uno stato di rilassamento. La classificazione comunemente utilizzata per questi infortuni include:
Maggiore è il grado della lesione, più lungo sarà il tempo di recupero. Nel calcio, i muscoli più soggetti a traumi indiretti sono gli ischio-crurali, seguiti dal retto femorale e dagli adduttori.
Le contusioni sono la conseguenza di un trauma diretto, non penetrante, che non compromette l’integrità dei tessuti coinvolti (nel caso di tessuto muscolare, non si verifica una rottura delle fibre). Questo tipo di lesione è provocata dalla compressione dei tessuti molli sottocutanei a seguito di una caduta o un colpo violento. Sono generalmente infortuni lievi che tendono a guarire spontaneamente entro pochi giorni.
La distorsione è un trauma che provoca una temporanea e reversibile perdita della normale congruità articolare a causa di un movimento anomalo dell’articolazione. Questo può comportare danni di gravità variabile alle strutture articolari, soprattutto alla capsula e ai legamenti.
Le distorsioni sono generalmente suddivise in 3 gradi:
Nel calcio, le articolazioni più frequentemente coinvolte in distorsioni sono la caviglia e il ginocchio.
La lussazione, invece, si verifica quando i capi articolari si spostano in modo permanente dalla loro posizione normale. La lussazione è detta completa quando i capi articolari perdono completamente il contatto, mentre è incompleta se persiste un parziale contatto tra le superfici articolari. Negli sport di contatto, le lussazioni sono causate da traumi come cadute o scontri di gioco, e spesso coinvolgono la spalla.
Le lesioni da sovraccarico, dette anche da “overuse”, si sviluppano nel tempo a causa del sovraccarico funzionale, cioè la ripetizione di gesti atletici che provoca un eccessivo stress su alcune strutture, in particolare quelle muscolo-tendinee, aggravate dalla mancanza di adeguato recupero. I tessuti colpiti includono tendini, muscoli, cartilagini e borse. Nel calcio, le tendinopatie, come quella rotulea o la pubalgia, sono tra le più comuni lesioni da sovraccarico.
Le fratture rappresentano una piccola parte degli infortuni nel calcio, ma sono molto gravi e possono compromettere un’intera stagione. Si definisce frattura l’interruzione della continuità di un osso, generalmente causata da un trauma come un contrasto o una caduta. Esistono anche le fratture da stress, che sono piccole fratture incomplete causate da sollecitazioni ripetute, con sovraccarico funzionale, spesso localizzate nel piede.
Il tasso di infortuni nel calcio risulta notevolmente più elevato durante le partite rispetto agli allenamenti, a causa della maggiore intensità a cui gli atleti sono sottoposti durante le competizioni ufficiali. Inoltre, gli infortuni più gravi, che richiedono tempi di recupero più lunghi, tendono a verificarsi prevalentemente durante le gare.
Per prevenire tali infortuni, è fondamentale una programmazione adeguata della preparazione atletica e delle sessioni di allenamento lungo l’intera stagione. È utile includere allenamenti ad alta intensità che riproducano le condizioni di gioco affrontate dai calciatori durante le partite.
Un ruolo chiave è svolto dall’allenamento della forza, che può ridurre significativamente il rischio di lesioni muscolari, con particolare attenzione ai muscoli degli arti inferiori. Un tempo di recupero insufficiente tra allenamenti o partite aumenta il rischio di infortuni; di conseguenza, una corretta pianificazione delle sedute, garantendo tempi di recupero adeguati, è essenziale per evitare problemi legati al sovraccarico.
Un fattore di rischio significativo è rappresentato da un precedente infortunio e da una riabilitazione inadeguata. Per questo, è indispensabile consultare un fisioterapista specializzato per la valutazione e il trattamento di qualsiasi lesione, oltre a sviluppare un programma di prevenzione che possa essere seguito dagli atleti anche durante le pause stagionali.
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