La settima giornata di Eredivisie ha messo in luce tre risultati sulla carta identici: Heerenveen-Ajax 0-4, AZ-Feyenoord 0-4 e Psv-Willem 4-0. Fin qui nulla di strano, spesso capita che le big d’Olanda vincano in goleada, ma questi 3 poker hanno dei significati ben diversi per ogni formazione che ne ha calato uno. Andiamo ad analizzarli meglio…
Il Psv ha vinto in scioltezza 4-0 contro il Willem confermando l’ottimo stato di forma. Dopo un avvio difficile di stagione con l’eliminazione nei preliminati di Europa League, i Boren sembrano aver finalmente imboccato la strada giusta. Cocu ha ripreso il controllo della sua rosa dopo un anno e mezzo di crisi e delusioni. Il punto più alto è stato quello del secondo scudetto con gli ottavi di finale centrati contro l’Atletico Madrid. Gli spagnoli riuscirono a passare solo ai rigori dopo 180 minuti (più supplementari) con il risultato bloccato sullo 0-0. Dopo quel ko, i biancorossi di Eindhoven hanno perso la bussola, chiudendo lo scorso campionato al terzo posto, uscendo dalla Champions alla fase a gironi con un gruppo abbordabilissimo e venendo eliminati, a dicembre, anche dalla coppa nazionale. I primi passi nella stagione 2017-2018 non sono stati incoraggianti con l’addio all’Europa League e una sconfitta alla quarta giornata contro l’Heerenveen. Cocu ha lavorato intensamente abbandonando la sua fissazione per De Jong e lasciando l’attacco al giovane reparto formato da Locadia e Lozano che si sono subito trovati alla perfezione, regalando numerose realizzazioni: da non dimenticare il 7-1 all’Utrecht. La difesa ha confermato la sua stabilità, tornando solida e precisa con soli 6 gol subiti e il primato di migliore in Olanda (insieme ad altri club). Le geometrie sembrano quelle dei bei tempi e, al momento, il Psv del primato in classifica dopo aver battuto per 1-0 i campioni d’Olanda. Gli uomini di Eindhoven si confermano, dimostrando di essere tornati i mastini di un tempo, capaci di schiacciare qualunque avversaria.
Il Feyenoord, da campione d’Olanda e favorita in Eredivisie, è diventata una squadra di brocchi a causa di 3 ko consecutivi che ne stavano per minare la stagione. In campionato, Psv e Breda, hanno fermato gli uomini di Van Bronckhorst, orfano di Jorgensen infortunato e di un Botteghin e Haps non in perfetta forma. Dopo le sconfitte in Olanda è arrivata anche la batosta del San Paolo che ha compromesso il passaggio del girone in Champions. Le critiche sulla compagine di Rotterdam sono state forti e spietate. Nella trasferta di Alkmaar, il Feyenoord ha dimostrato di essere ancora in grado di combattere per gli obiettivi stagionali e che un calo fisiologico è ammesso in qualunque società. Il grande predominio territoriale e la peggior partita giocata dagli uomini di Van den Brom ha permesso ai biancorossi di portare a casa 3 punti pesantissi che ridanno fiducia e vigore. Un successo che scaccia le critiche grazie alla doppietta di Berghuis che si fa perdonare dei pessimi 90 minuti contro i partenopei. Van Bronckhorst ha potuto ritrovare una difesa forte e solida, con St. Juste e Tapia in pieno controllo del reparto. La fase offensiva si è mossa benissimo con un attacco leggero guidato da Boetius e fiancheggiato da Berghuis e Larsson che ha dimostrato di meritare più spazio con accelerazioni rapide tra le righe, tocchi vellutati e tecnici e con assist determinanti ai fini del risultato. La difesa, insieme a quella del Psv, è la migliore in Eredivisie con solo 6 gol al passivo. Vincere aiuta a vincere e a ritrovare coraggio e convinzione: il Feyenoord ha visto la luce alla fine del tunnel, ora bisogna consolidare questi ottimi passi in avanti per smentire anche i più scettici.
L’Ajax, come lo scorso anno, ha dovuto affrontare il cambio di allenatore e la rinascita a livello tattico. Bosz non solo era riuscito a far dimenticare De Boer, ma dopo tantissimo tempo aveva riportato gli ajacidi ad una finale di una competizione europea chiudendo il campionto al secondo posto. Purtroppo l’avventura di Keizer non è inziata nel migliore dei modi con l’addio alla Champions ai preliminari e successivamente anche all’Europa League senza accedere alla fase a gironi. Sembrava un annata già fallimentare, ma il campionato ha regalato qualche soddisfazione in più. Un bell’avvio che poi ha avuto un intoppo dovuto all’eccessivo turnover del tecnico che è stato reputato insensato visto la mancanza di altre competizioni. Schone, soprattutto, si è rivelato più prezioso del previsto: infatti, mentre Dolberg è stato sostituito egreggiamente dal ritorno di Huntelaar e dall’esplosione di Neres (doppietta nell’ultimo match), il danese ha lasciato un vuoto a centrocampo, privo di un leader e di un metronomo. Van de Beek si è dimostrato in grande crescita, ma pecca ancora in esperienza e nel muovere la squadra con i giusti ritmi. L’Ajax con Schone ritrova sicurezza, tempi e soprattutto una circolazione di palla veloce e precisa. La vittoria contro l’Heerenveen è doppiamente importante: in primo luogo perchè gli 11 di Streppel erano ancora imbattuti in campionato e, in secondo luogo, perchè il pareggio e il ko precedenti stavano facendo sprofondare la società della capitale in un abisso senza fine. L’Ajax rinasce guidato da Keizer che sta affinando la tecnica e sta trovando le giuste misure per guidare una delle armate più forti d’Olanda.
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