“Jag var iskall så psykologen fick prata med skorna”. Letteralmente, “mi ha fatto rabbrividire come lo psicologo ha parlato con le mie scarpe”. Le parole sono quelle di Ola Toivonen, lo svedese che ha fatto rabbrividire, ma stavolta di gioia, ogni cuore palpitante sugli spalti della Friends Arena durante il match contro la Francia. Perchè che ci crediate o meno, a distanza di due giorni è ancora questo il piatto del giorno offerto dai principali quotidiani sportivi scandinavi.
Pagelle, idromassaggio e (tanta) birra – Le valutazioni dello Sportbladet, come al solito, paiono assolutamente corrette. A Jakob Johansson, mastino di centrocampo schierato quasi a sorpresa al posto di Hiljemark, va un +++++ che conferma la sontuosità della prova offerta dal mediano dell’Aek. Che, oltre ad un grande sforzo difensivo, ha giocato la palla con calma e risolutezza perdendo pochi palloni e proponendosi spesso in avanti (una sua conclusione di potenza dalla lunga distanza ha rischiato di decidere anzitempo la partita). Impeccabile dunque, al pari di mezza rosa: Olsen (++++), Lustig (++++), Lindelöf (++++), Granqvist (++++), Durmaz (++++), Ekdal (++++), Forsberg (++++) e Toivonen (++++). Un gradino indietro Ludwig Augustinsson, che ha sofferto la Francia sul suo lato (+++) e un Marcus Berg volenteroso ma poco incisivo (+++). Tutte valutazioni alte, a celebrare una prova davvero di cui andar fieri: la gioia è esondata pure fuori dal campo, già che nello spogliatoio le immagini hanno mostrato una vasca idromassaggio e una quantità più che notevole di birre stappate. La diretta su Instragram è stata gentilmente offerta da Mikael Lustig, che poi dichiarerà “E’ divertente da condividere dopo la partita” e si farà vedere tutt’intento a festeggiare con un Guidetti in visibilio: “Ora è festa per me”. Anche Emil Forsberg ha lanciato il suo messaggio: “Ci dovrebbe essere una notte come questa”. Anticipazione all’immagine che trovate qui sotto. Il commento di Lustig è stato un tranquillo: “No, Dio, non so il motivo per cui è apparso. Abbiamo sperato per l’ 1-1, c’è stato il 2-1 e non sapevamp cosa fare. L’ultima cosa che accade è un tocco povero e un finale meraviglioso“. Ecco come nasce un saluto virale, uno sfottò che riporta la mente indietro al 2014.
Psicologia applicata – La storia che sto per raccontarvi ha del magico. Se non credete almeno a tre di queste pratiche, passate oltre: magie, sortilegi, stregonerie, pratiche voodoo, animismo di ogni genere, culto di pseudo-scienze confinanti con la frode (esempio: omeopatia). Bene, siccome state ancora leggendo, non dite che non vi ho avvertito. Le scarpe utilizzate da Ola Toivonen, e in particolar modo quella destra da cui è partita la parabola diretta al cuore di un Hugo Lloris frustrato e certamente deluso, erano magiche. Magiche. A rivelarlo non è stato un individuo di dubbie doti morali bensì il tecnico Janne Andersson: “Ola ha chiesto al nostro psicologo dello sport Daniel Ekvall di parlare con le sue scarpe nuove, non pensava che lo avesse fatto”. Raccontando il tutto ai microfoni dell’Aftonbladet, l’ex allenatore del Norrköping è scoppiato a ridere: “Una piccola parentesi rispetto alla settimana precedente. Abbiamo il nostro psicologo dello sport, Daniel Ekvall, che di solito divide i giocatori in gruppi di conversazione. Dopo un tale successo è venuto Ola e ha detto a Daniel che avrebbe da parlare con le scarpe. Non gli piacevano le scarpe nuove. Poi è stato molto divertente che abbia potuto segnare con le scarpe nuove”. Secondo Toivonen, Ekvall avrebbe pertanto evocato il potere permettendogli di decidere la partita. “Sulle prime due sessioni di allenamento non ha funzionato, così ho chiesto se si può parlare con loro perché non sono andato bene. Ho appena riso, era un piccolo scherzo da parte mia. Ma ero un po ‘arrugginito dopo una pausa”. E tutta la coolness di quel gesto tecnico è significativamente legata a questa simil-frode dal carattere magico. In ultimo luogo, Andersson ha voluto raccontare la rete incriminata: “Io non sono così vecchio che ricordo (Lennart) Hyland quando “il disco scivola in porta”, ma questo è più o meno la stessa sensazione. La palla era da tempo nell’aria. Immediatamente quando Ola colpisce la palla spero che sia gol. Penso, ho la sensazione allo stesso tempo, è il giocatore giusto che ha la possibilità”. Cool experience, Janne!
Un classico svedese – En svensk klassiker, scrive qui Erik Niva sull’Aftonbladet. Le righe di sommario sono tremendamente coinvolgenti: “Uno sforzo per ricordare, una vittoria, e un match di cui scrivere fino a quando non c’è più del toner nella stampante. Portami con la traiettoria di Ola Toivonen. Fammi volare fino alla luna, e ritorno“. Magico, vero? La palla è rotonda, lo sappiamo, ma raramente si vedono gol del genere: nel giro di un nanosecondo, una rapida occhiata verso l’alto e subito dopo un colpo col destro che da circa 50 metri entra rimbalzando fino in porta. Hugo Lloris è atterrito, probabilmente non crede a quanto visto. Ola è lì, ha appena segnato una rete così importante e nemmeno sa cosa deve fare. Correre, andare ad abbracciare Andersson, festeggiare col proprio pubblico? Al termine di una partita segnata dalla tecnica, forgiata dalla qualità, coadiuvata da una metodologia di gioco ben precisa, a vincere è stata la squadra che maggiormente ha lottato col cuore. Sarebbe stato facile concludere il primo tempo in svantaggio e crollare nel secondo, ma Jimmy Durmaz non sarebbe stato d’accordo: si aveva la fiducia di poter vincerla, una folla vestita di giallo e di blu arringava l’undici di Andersson affinchè coronasse un dream match. Le superstar francesi, con quella puzza sotto il naso quali Pogba e Griezman, sono uscite a zero punti da Stoccolma. Erano forti, più forti di quando hanno battuto l’Olanda ad Amsterdam, più forti di quella volta in cui hanno atterrito la Svezia allo Stade de France. Insieme, però, la Svezia ha corso di più. Aveva ancora energie al 93′, per mandare il subentrato Sebastian Larsson a pressare altissimo su Lloris favorendo l’errore del portiere transalpino. Con coraggio, tenacia e una difesa ad alto grado di impermeabilità il 2-1 è stato ancor più soddisfacente. Al 93′, poi, il bagno di folla. Ola Toivonen, ad incidere di giallo e blu la storia. Per molti, comunque, questo è il miglior match giocato dalla nazionale alla Friends Arena. Questa è stata la notte in cui Janne Andersson ha ottenuto l’ennesimo successo, la conferma che il lavoro genuino paga sempre. Un climax così, però, resta ancora difficile da spiegare. “Questo non era niente che avrei potuto sognare. Questo era qualcosa che non ho mai nemmeno immaginato”.
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