Per il Paris Saint Germain di Luis Enrique si avvicina l’ora della verità: a Salisburgo non è una sfida da dentro o fuori ma la squadra si gioca un importante pezzo di cammino in Champions League: il club della capitale francese attualmente occupa il 25esimo posto nella classifica del torneo, nella scomodissima posizione di prima squadra non qualificata neanche per i sedicesimi.
PSG, almeno cinque punti in tre partite
Qualunque sia il risultato della trasferta di Salisburgo, il Paris Saint Germain non sarà eliminato ma il finale della sfida potrà seriamente indirizzare il proseguo della competizione: dopo cinque partite, il PSG ha quattro punti in cinque partite. Secondo i calcoli UEFA, ne servono almeno 10 per avere il 94% di possibilità di accedere ai play off. Con nove si è dentro al 56%. Per uscire dal pantano, il Paris deve dunque vincere almeno una partita non perdere le altre due o centrare il risultato pieno anche nelle ultime due partite.
Il calendario, dopo Salisburgo, non sorride: Manchester City e Stoccarda. Non esattamente una passeggiata. Per ritrovare un PSG eliminato alla prima fase di una competizione europea bisogna spostare le lancette del tempo indietro di quasi quindici anni e cambiare competizione: era l’Europa League 2011-2012. Un eventuale bis di quella stagione assumerebbe i contorni del cataclisma sportivo. Ecco perché Luis Enrique ha cambiato atteggiamento e scelto una linea più accomodante.
Luis Enrique cambia: una mano tesa al gruppo
Secondo le informazioni provenienti dalla Francia, l’allenatore del PSG, dopo il ko di Monaco e l’1-1 con il Nantes, ha deciso di cambiare atteggiamento. Non è rimasto insensibile a tutto quello che è stato detto nelle ultime ore sul deterioramento dei suoi rapporti con lo spogliatoio e ha promesso una gestione meno rigida. Dunque un giro in senso antiorario di vite, che gli ha garantito, per almeno qualche altra settimana, il sostegno del gruppo e l’appoggio dello staff dirigenziale. L’obiettivo è ritrovare ottimismo e unità in vista di un finale di 2024 che potrebbe lasciare in eredità un futuro ancora da scoprire in Europa oppure la mozione di sfiducia nei confronti di un allenatore comunque mai realmente troppo amato e digerito.
La sensazione è che la squadra darà comunque il massimo e remerà tutta dalla stessa parte per centrare la qualificazione ai play off in Champions League. Del resto andare avanti nella massima competizione europea è un interesse comune, a prescindere dalla presenza di Luis Enrique. Poi, una volta acquisita la certezza di continuare il cammino in Europa il clima potrebbe cambiare, nel bene o nel male, coinvolgendo anche il tecnico.