Il giorno dell’esordio è vicino e la Spagna è una delle nazionali più attese di tutta la Nations League. Un po’ perché ha una rosa tra le più competitive in assoluto, un po’ perché è l’unica a presentare una novità in panchina del valore di Luis Enrique.
Dopo il disastro russo con l’eliminazione del Luzhniki la Roja non è più scesa in campo e la prima ufficiale dell’allenatore Campione d’Europa nel 2015 con il Barcellona sarà subito un test di altissimo livello. Prima storica nel nuovo torneo, contro un avversario molto complicato come l’Inghilterra.
La Spagna cambia negli uomini ma non nella maniera di approcciare alla partita: difficile aspettarsi un’anima diversa o un calcio più verticale, sarà ancora tiki-taka, sarà ancora un fútbol de posesión. Tre però sono stati gli addii pesanti da luglio a oggi: non ci sono più Piqué in difesa, Iniesta a centrocampo e David Silva sulla trequarti, calciatori non banali che lasciano pesanti buchi in questa nazionale.
Luis Enrique ha portato le sue modifiche, pur lasciando qualche perplessità: a casa Jordi Alba, con cui ha un pessimo rapporto dai tempi di Barcellona, così come Aspas e Koke, i due che hanno sbagliato il rigore contro la Russia.
De Gea per il momento rimane il portiere titolare, anche se in Spagna in molti chiedono la promozione del giovane Kepa. In difesa ci sono Alonso al posto di Alba e Albiol (in nazionale dopo 3 anni) al posto di Piqué, assieme ai confermatissimi Ramos (nuovo capitano) e Carvajal.
Il posto di Iniesta lo ha preso momentaneamente Thiago, quello di Silva è invece di Asensio che assieme a Isco agirà a supporto di Morata, per ora titolare al posto di Costa.
Queste le principali novità di formazione, che al momento sembra essere l’unica cosa realmente stravolta nella nuova gestione. Ma i punti in palio sono subito pesantissimi e gli esperimenti dovranno funzionare con immediatezza per provare a riscattare in fretta la figuraccia mondiale.
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