Il 2015 di Leicester e Manchester City si chiude a bocca asciutta, senza un ultimo gol da regalare ai propri tifosi.
Conferme e certezze però arrivano dal King Power Stadium: il Leicester ha dimostrato di esserci, di saper soffrire e di giocarsela. Era normale aspettarsi un calo di trend in questa parte di campionato con un calendario così fitto e con impegni così delicati. Il punto ottenuto in due partite non è da buttare per diversi motivi: innanzitutto i Foxes sono ancora primi, seppur a pari merito con l’Arsenal e non più in solitaria; poi hanno dimostrato di non essere un fuoco di paglia ma una squadra che sa giocare a certi livelli e che rispetta ma non teme le big del proprio campionato.
Il Manchester City invece si mangia le mani perché ha avuto il controllo della partita e non ha saputo infliggere il colpo di grazia nei momenti in cui il Leicester sembrava alle corde. La squadra di Pellegrini ha dimostrato a larghi tratti di essere la vera potenza di questo campionato ma un po’ di braccino corto e la solita mancanza di carattere hanno fatto sì che la stagione non cominciasse il proprio decollo da questa gelida serata di Leicester. La consapevolezza di essere i più forti però aumenta ogni giorno che passa ed essere lì
In campo come detto si è visto maggiormente il City, padrone del gioco soprattutto nella seconda metà del primo tempo dove i guizzi di Sterling hanno fatto rabbrividire più volte Schmeichel, prodigioso nel respingere in corner due conclusioni dell’ex Liverpool. Il Leicester però ha tolto la maschera della squadra sorniona e ha sfiorato in due occasioni il clamoroso vantaggio con Albrighton e Vardy, non precisi come nelle altre uscite di questo campionato.
La ripresa ha visto squadre più nervose e sfilacciate, frenate da una frenesia dovuta all’importanza dei punti in palio. Il Leicester si aggrappa alle prodezze difensive di Huth, essenziale soprattutto in una chiusura su Fernandinho. I Foxes non hanno trovato grossi spunti se non con qualche break di un ottimo Kanté e con un assolo di Vardy, molto più bravo nel gioco individuale che in quello collettivo.
Il pari di oggi fa gongolare l’Arsenal che si ritrova primo in classifica e dimentica in fretta il poker incassato dal Southampton: la classifica rimane più aperta che mai e la lotta per il titolo in Premier è ancora impronosticabile.
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