In una gara soltanto, e in un momento delicato del campionato d’Oltremanica, l’attaccante norvegese ha cancellato tutti i dubbi attorno a lui
Si diceva fosse in crisi e non vedesse più la porta (e già così, due accuse assurde), ma Erling Haaland, il cecchino del calcio moderno, ha messo le cose in chiaro abbattendosi come un ciclone sul malcapitato Wolverhampton. Ha segnato quattro gol nella sfida di campionato, importante per la rincorsa al titolo in Premier, vinta 5-1 dal Manchester City, che si è riportato a un punto dall’Arsenal con una gara ancora da recuperare. In una gara soltanto, e in un momento delicato del campionato d’Oltremanica, l’attaccante norvegese ha cancellato tutti i dubbi attorno a lui.
Per aver segnato meno: 25 gol, meno dei 36 della scorsa stagione ma che fanno comunque di lui il capocannoniere della Premier. Insomma, critiche ingiuste visto che Haaland in 63 gare totali di Premier ha segnato 61 reti. È sempre stato, quindi, quella macchina da gol che la scorsa stagione ha demolito record su record, così tanto che all’intervallo aveva già una tripletta (terzo di sempre, dopo Andrew Cole e Michael Owen, con almeno due in carriera prima del riposo).
Haaland è stato più forte di tutte le critiche. Roy Keane lo aveva definito “un giocatore da League Two” dopo lo 0-0 tra Citizens e Arsenal (a Pasqua) per la sua incapacità di essere utile alla squadra quando non segna. Jamie Carragher in un editoriale sul Telegraph aveva scritto che il norvegese era “un grande finalizzatore ma non un grande giocatore”. Tutto cancellato da questo poker, da questa dimostrazione di forza che la difesa del Wolverhampton non è riuscita ad arginare. Haaland ha segnato il primo e il terzo gol su rigore; il 2-0 con un bellissimo colpo di testa, andandosi a prendere il pallone su in cielo, e il quarto sigillo a inizio ripresa con un sinistro imprendibile.
La squadra di Pep Guardiola continua nel suo ritmo infernale: non perde in campionato dal 6 dicembre, ha una serie aperta di sei successi consecutivi in cui ha segnato 24 gol. Con tre partite ancora da giocare, il tecnico catalano anche se ora è dietro l’Arsenal continua ad avere la Premier in mano: se il City le vince tutte rimane campione. I gol che Haaland è tornato a fare come nessun altro promettono di dare una grossa mano.
Come visto, i numeri del norvegese sono mostruosi. Merito anche della cura maniacale nell’alimentazione. Seguendo un modello: Cristiano Ronaldo. Quasi due anni fa, in un documentario intitolato “Haaland: The Big Decision”, raccontò i retroscena sulla sua dieta. Il suo fabbisogno giornaliero prevede la bellezza di circa seimila calorie. Per arrivare al necessario, Haaland fa ricorso non solo a pollo, pasta, pesce, verdure senza olio e sale, ma anche ad altro: a pezzi di cuore e fegato di mucca. “Voi non mangiate queste cose, ma io mi preoccupo di prendermi cura del mio corpo. Penso che mangiare cibo di qualità che sia il più locale possibile (un riferimento alla possibilità di seguire da vicino anche la filiera produttiva, ndr), è la cosa più importante. La gente dice che la carne fa male, ma quale? La carne che prendi in giro? O la mucca locale che mangia erba proprio qui vicino? Io mangio il cuore e il fegato”, le sue parole. Nessuno sgarro nemmeno nelle sostanze liquide. Niente bevande zuccherate, ma solo acqua, quella filtrata da un complesso sistema che gli restituisca quella della migliore qualità possibile. Senza dimenticare la cura del corpo, come i bagni di ghiaccio e l’esposizione al sole appena sveglio al mattino.
Non solo. Il 22 gennaio 2006, all’età di 5 anni, Haaland ha fatto un salto che lo ha catapultato nella storia. A distanza di oltre 15 anni, detiene ancora il record mondiale (un metro e 63) di salto in lungo per un bambino di 5 anni. E adesso, sarà anche protagonista di un videogioco, stavolta non calcistico. Infatti, vestirà i panni di un re barbaro in “Clash of Clans”, videogame giocato soprattutto nei cellulari, nato nel 2012 e sviluppato dall’azienda finlandese Supercell. Gli utenti potranno così utilizzarlo come truppa per una missione che comunque rispecchierà le doti calcistiche del norvegese, precisione al tiro oltre velocità e forza, senza quindi tradire la naturale vocazione del bomber del Manchester City.
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