33 giorni. Questo è il periodo che separa la fine del Giro d’Italia dall’ inizio del Tour de France (dal 29 giugno al 21 luglio). Quanto basta, secondo Joxean Fernández Matxin, direttore generale dell’UAE Team Emirates, per permettere a Tadej Pogacar, di andare a caccia della doppietta Giro d’Italia – Tour de France, impresa che non riesce dal secolo scorso. L’ultimo ciclista protagonista del double è stato Marco Pantani, nel 1998.
La prima fase del piano della UAE si è realizzata. Il debutto dello sloveno nella tappa italiana si è concretizzato in un dominio totale e senza la necessità di compiere più sforzi più del necessario: sei vittorie di tappa, 20 giorni con la maglia rosa e il più grande vantaggio del 21esimo secolo sul secondo posto con un divario di 9’ e 56’’. Finale in gestione, quasi una passerella verso Roma. E proprio dalla Capitale inizierà il conto alla rovescia per lo sloveno, che è nella seconda parte della prima fase. Quella del riposo assoluto. È a Monaco, dove resterà tutta la settimana con la compagna e fidanzata, la collega ciclista Urska Zigart. Riposo meritato e necessario: Pogacar, sebbene la abbia dominata, è comunque educe da una grande corsa a tappe. Ed è fondamentale smaltire le fatiche.
Esaurita la settimana di ferie, Pogacar tornerà sui pedali. Appuntamento a Isola 2000, stazione sciistica situata nella val di Ciastiglione nel comune francese di Isola dove inizierà un ritiro in quota che durerà 19 giorni. Per i primi cinque, lo sloveno si allenerà da solo, a quote che in alcuni punti raggiungono anche i 2.600 metri. I restanti quindici giorni saranno spesi con i corridori che gareggeranno nel Delfinato (dal 2 al 9 giugno) e lo accompagneranno al Tour. Una scelta precisa dettata dalla necessità di presentarsi a Firenze, prima tappa della Grand Boucle, nelle migliori condizioni possibili singole e di squadra. Anche perché la concorrenza, rispetto al Giro d’Italia, sarà molto più agguerrita: fra la terza affermazione nel Tour e la doppietta, Pogacar dovrà essere più veloce di rivali come Vingegaard, Roglic ed Evenepoel.
Anche in caso di doppietta, tuttavia, Pogacar rinuncerà alla Vuelta. Niente Giro di Spagna, anche se ci fosse l’opportunità di raggiungere un traguardo senza precedenti nella storia del ciclismo. Al di là del rischio e dell’enorme sacrificio che ciò comporterebbe, sia fisico che mentale, lo sloveno avrebbe messo nel mirino i Mondiali di Zurigo che con altimetria da classica del nord, potrebbe essere alla portata molto più di una Vuelta dove Pogacar potrebbe comunque pagare uno sforzo insostenibile.
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