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Piero Hincapié, l’astro nascente del Leverkusen e dell’Ecuador

Se il 2021 di Piero Hincapié è stato entusiasmante, il 2022 si prospetta anche meglio. Dopo l’esperienza al Talleres nella stagione 2020-2021 è arrivato l’esordio con la nazionale ecuadoriana durante la Copa America e l’approdo in Europa. Il Bayer Leverkusen ha giocato d’anticipo e per sette milioni circa si è assicurato le prestazioni del difensore centrale classe 2002. Dopo un breve periodo d’adattamento l’ecuadoriano si è preso il posto da titolare – anche per alcuni infortuni – e non sembra volerlo lasciare anche ora che la rosa è quasi al completo.

Le origini di Hincapié

Piero Hincapié nasce il 9 gennaio del 2002 a Esmeraldas, una piccola città costiera nella parte settentrionale dell’Ecuador. A 14 anni è già parte di uno dei migliori settori giovanili della nazione e di tutto il Sud America, quello dell’Indipendiente del Valle. Dopo quattro anni di apprendistato, nei quali esordirà in prima squadra, mette gli occhi su di lui il Talleres che lo porta in Argentina per poco più di un milione. Il suo talento non è così noto, il giocatore è ancora molto grezzo e va sviluppato.

La sua esperienza argentina, seppur breve, è estremamente significativa. Hincapié si mette in mostra, così come tutto il Talleres, nella Copa de la Liga Profesional 2021 dove eliminano il Lanús nei gironi, approdando alla fase di eliminazione diretta dove perdono contro l’altra rivelazione del torneo, il Colón (che vincerà la Copa). La sensazione è che il difensore ecuadoriano sia capitato nel posto giusto al momento giusto.

Giacomo Cobianchi (che ringrazio infinitamente per l’aiuto che mi ha dato) ha intervistato per Fútbol Argentino Italia Miguel Cavatorta, Responsabile delle Relazioni Istituzionali del Talleres, intrattenendo una conversazione molto interessante su un modo diverso di fare calcio rispetto a quello a cui si è abituati in Europa. In un passo hanno sottolineato l’importanza di andare a pescare talenti meno noti in giro per il Sud America e non solo. Da quando ha cambiato gestione e dirigenza, la “T” è diventato un club molto attento all’aspetto finanziario e la valorizzazione dei talenti, locali e scovati, è alla base del successo di una squadra che anno dopo anno sta tornando dove merita.

Le buone prestazioni al Talleres sono valse per Hincapié la convocazione in nazionale per l’ultima Copa America. Nonostante non avesse mai vestito la maglia dell’Ecuador il C.T. Gustavo Alfaro non si è fatto problemi ad inserirlo dal primo minuto. Il centrale ha ripagato la fiducia del mister disputando un’ottima competizione tranne nella partita contro l’Argentina che ha segnato la fine del percorso e nella quale è stato anche espulso.

Quello è anche stato il momento più difficile della sua finora breve carriera calcistica. In un’intervista a Scouted Football ha parlato di come ha superato quelle difficoltà. “Contro di loro è andato tutto male. Il giorno dopo ero veramente triste. Però è una cosa che devi superare, un cartellino rosso fa parte del calcio. Non sono stato il primo calciatore espulso e non sarò l’ultimo. La mia famiglia e i miei compagni di squadra mi hanno aiutato a superare il momento difficile”.

Hincapié espulso nella sfida con l’Argentina. Fonte: Pedro Vilela/Getty Images

L’arrivo in Germania

Dopo una Copa America sorprendente il Bayer Leverkusen formalizza l’offerta al Talleres e porta in Europa Piero Hincapié. L’adattamento ad un mondo ed un calcio diverso non è stato né lungo, né difficile. “Dai cuochi ai compagni ognuno ti tratta molto bene, come se fossi un figlio o un fratello. Sono molto felice. In questo club ci sono diversi sudamericani e se loro arrivano e restano qui per diverso tempo (come Aranguiz e Alario, n.d.r.) un motivo ci sarà. La cosa a cui devo ancora abituarmi è il freddo. Inizialmente ero un po’ timido con la lingua ma sto cercando di migliorare giorno dopo giorno”.

Dopo un paio di panchine esordisce il 16 settembre in Europa League subentrando nella sfida contro il Ferencvaros. La domenica seguente arriva anche la prima volta in Bundesliga, 40 minuti in casa dello Stoccarda per fare conoscenza con il calcio tedesco. “A differenza del Sud America, dove dopo aver ottenuto il vantaggio un po’ ti rilassi in Germania è tutto più frenetico. Anche se sei sopra di tre gol continui a spingere, non ci sono pause”. Da quel momento è stato sempre, o quasi, titolare, ha segnato due gol (uno in Europa contro il Celtic, l’altro in campionato contro il Greuther Fürth) ed è diventato un perno della difesa di Seoane che lo schiera sia sul centro-sinistra che come esterno difensivo. Anche con tutti gli effettivi un posto nei quattro dietro del Leverkusen è sempre il suo.

Piero Hincapié con la maglia del Bayer Leverkusen Fonte: RONNY HARTMANN/AFP via Getty Images

Che giocatore è Hincapie?

Per un centrale giovane che arriva da un altro mondo, calcisticamente parlando, abituarsi ad un campionato difficile ed intenso come la Bundesliga non è affatto scontato ma Piero Hincapié ci ha messo molto poco. Questo è dovuto sicuramente all’ottimo lavoro fatto a Leverkusen da Seoane sia alle sue ottime qualità fisiche – è un giocatore sia rapido che forte fisicamente – e tecniche.

Giocando nel ruolo di difensore centrale cerca spesso di anticipare l’avversario diretto, sia di testa che con i piedi, e non si fa problemi ad inseguire l’attaccante anche oltre la metà campo. Uno dei suoi più grandi pregi è la concentrazione: cerca sempre di avere un contatto, fisico o visivo, con l’avversario, per evitare che possa scappargli via. La grande attenzione in fase di copertura lo porta a leggere in anticipo le trame di gioco avversarie. Sa posizionarsi bene in difesa e questo lo porta ad intercettare diversi palloni anche nella propria area di rigore (1.2 ogni 90 minuti). Deve porre maggiore attenzione quando scala in marcatura, dove ogni tanto sbaglia dove collocarsi (ma molto di rado). Si muove bene anche contro giocatori molto più bassi e agili. Ha un’ottima accelerazione e questo lo porta a fare recuperi molto importanti. Sa di essere molto forte fisicamente e sfrutta bene la sua fisicità ma a volte tende ad abusarne e questo lo porta a commettere qualche fallo evitabile. È molto bravo nell’uno contro uno, anche in campo aperto. Deve migliorare nel controllo di palla e, più in generale, nel realizzare cosa fare palla al piede. Sebbene non diventerà mai un regista difensivo ha le basi per essere un discreto passatore e questo lo si vede specialmente quando cerca il compagno in verticale, deve però essere più tranquillo quando riceve e cercare di aumentare il suo range d’azione così da aiutare nel creare vantaggio.

Come terzino sinistro è naturalmente costretto ad eseguire compiti differenti. La natura difensiva, per forza di cose, è preponderante. Gioca con più tranquillità il pallone e cerca spesso il dialogo con il compagno di fascia. Anche in questo contesto deve cercare di ampliare il range dei suoi passaggi. Nella fase di prima costruzione si accentra formando una linea a tre, con il laterale destro (Frimpong) che si alza di più. Superata la prima costruzione non ha problemi a spingersi in avanti e anche a sovrapporsi quando l’esterno offensivo si accentra. Sebbene si alzi sempre molto in fase di pressing cerca un po’ meno l’anticipo per evitare di essere dribblato da esterni molto agili. Aiuta molto quando gli avversari attaccano sull’altra fascia ed essendo un centrale naturale non ha problemi a scalare e prendersi un attaccante. Non essendo il suo ruolo naturale alcune volte tende a perdersi.

In conclusione, la posizione dove rende al meglio è quella di centrale sinistro, sia in una difesa a 4 che in una a 3/5, mentre come laterale deve giocare bloccato e scendere in linea con i centrali. È un giocatore molto concentrato, forte fisicamente, rapido e bravo in anticipo, negli uno contro uno e in copertura. Per fare l’ultimo step e diventare il difensore di una grande squadra deve migliorare il suo gioco con i piedi, il controllo è spesso imperfetto ed il range dei suoi passaggi è molto breve, questo costa tempi di gioco in fase di impostazione. Hincapié è ancora molto giovane e i margini di crescita ci sono tutti, sta a lui continuare a lavorare per diventare un difensore di massimo livello.

Gianmarco Galli Angeli

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