Ci siamo immaginati tutti una partita così: complicata, senza spazi per il giropalla del Manchester City e con l’Atletico Madrid pronto a difendersi da ogni incursione. Pep Guardiola è stato ancora una volta imbrigliato dalla tattica di Diego Simeone che in Champions League gli aveva gli aveva già sbarrato il passaggio in semifinale nel 2016. Ma è bastato il primo lampo di Phil Foden per cambiare ogni cosa.
Ottanta secondi dopo aver preso il posto di Mahrez ha deciso di illuminare l’Etihad con una verticale a difesa schierata che Kevin De Bruyne ha dovuto soltanto spingere in porta, come se fosse tutto facile. E invece la situazione per il City era diventata tremendamente complicata: per oltre 70 minuti i colchoneros hanno mantenuto la linea difensiva compatta come al solito, una situazione di gioco che ha messo altamente in difficoltà gli inglesi che non hanno potuto mettere in pratica il loro gioco nonostante il grande possesso palla (hanno chiuso la partita con oltre il 70%).
E pensare che al triplice fischio l’Atletico Madrid ha registrato zero tiri verso la porta avversaria e zero calci d’angolo conquistati, a certificare la prova votata esclusivamente alla difesa che stava comunque regalando a Simeone un pareggio d’oro per giocarsi tutto al ritorno. Il piano dell’allenatore argentino ha funzionato per più della metà della sfida: il piano era quello di costringere il Manchester City, privo di una vera prima punta, a spingere sui cross in area, impedendogli di sfruttare il grande potenziale offensivo che si nasconde tra centrocampo e attacco. La situazione ha retto fino al 70′, quando Guardiola ha deciso di giocarsi le cartucce più importanti cambiando volto al reparto più avanzato con l’inserimento di Foden, Gabriel Jesus e Grealish.
Mai mossa fu più azzeccata perché 80 secondi dopo Foden trova uno piccolo strappo nella difesa dell’Atletico Madrid, quanto basta per disegnare un passaggio in verticale e mettere De Bruyne davanti alla porta. Il belga fino ad allora era stato bloccato dagli spagnoli ma gli è bastata un’occasione per ricordare quanto può essere decisivo in partite così delicate. L’1-0 si trascina fino alla fine e non basta a decidere la qualificazione che si giocherà tutta a Madrid, in una partita che sarà come un incontro di scacchi tra due grandi maestri.
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