Una vittoria mondiale, 40 anni dopo l’ultima. Dal 1978 il Perù non vinceva una partita ai Mondiali, dal 4-1 all’Iran nella fase a gironi. Un successo ovviamente firmato da Teófilo Cubillas con una tripletta; il capocannoniere del Perù ai Mondiali, con 10 gol complessivi, aveva firmato tutte le quattro vittorie nella storia della sua nazionale. Il libro delle statistiche è stato riscritto nel pomeriggio di Sochi, nell’ultima giornata del girone C. La Blanquirroja ha vinto dopo otto partite di digiuno, ma non ha trovato motivi per festeggiare, visto che l’eliminazione era già diventata matematica dopo la sconfitta contro la Francia.
Ciò che è invece aumentato dopo il 2-0 inflitto all’Australia è il rimpianto per un’eliminazione arrivata forse troppo presto. La sconfitta alla prima giornata contro la Danimarca ha complicato i piani del Perù. Una sconfitta immeritata in campo, sfumata dopo il rigore calciato alle stelle da Cueva ancora sullo 0-0. Oltre alla serie di occasioni sciupate in una partita passata ad attaccare, facendo leva sulle proprie idee. Non sufficienti però per ribaltare il gol di Poulsen. E nemmeno per stendere la Francia nella seconda partita, nonostante a Ekaterinburg la traversa colta da Aquino dalla distanza stia ancora tremando. Un altro beffardo 1-0 che ha estromesso il Perù, anche con il supporto della matematica.
Per il Perù partecipare a Russia 2018 sembrava già una vittoria, ma il girone abbordabile lasciava spiragli per sognare una qualificazione centrata solo nel 1970 e nel 1978. Non sono bastate le idee e l’unità di gruppo, costruite nei tre anni della gestione Ricardo Gareca. Sono rimasti grossi rimpianti, specialmente dopo l’ultima vittoria, forse anche l’ultima partita del Tigre sulla panchina della nazionale, nonostante la federazione e la squadra vogliano la sua permanenza.
Il tecnico che ha guidato la Blanquirroja a una semifinale e un quarto di finale in Copa América potrebbe lasciare la panchina, non c’è certezza sul suo futuro. Ma le decisioni verranno prese in seguito, perché ora il Perù ha una delusione da digerire, un’amarezza che non può essere attenuata soltanto dalle ottime prestazioni e dal primo gol del Depredador Guerrero in un Mondiale. Soprattutto, ci sono dei rimpianti da lasciarsi alle spalle, per una squadra che ha fatto sognare un intero popolo.