Guardiola esordisce con un trionfo nel derby di Manchester: i Citizens superano 2-1 i Red Devils al termine di una sfida vibrante che si candida già al premio di Match of the year di questa Premier League. La banda di Mourinho non riesce a recuperare il doppio svantaggio frutto di una prima frazione di gioco totalmente dominata fagli uomini in maglia ‘Sky blue’; nella ripresa molto meglio lo United anche se il forcing finale è risultato decisamente confusionario e, per questa ragione, sterile.
Formazione errata – I tabloid sportivi inglesi hanno a lungo parlato della possibilità che il Manchester United si schierasse con un centrocampo a tre per limitare la possibilità di manovra dei rivali, invece no. Mou ha schierato il classico 4-2-3-1 accomodando in panchina due titolari come Juan Mata e Anthony Martial, per far spazio a Mkhytarian e Lingard, risultati dannosi e sostituiti al termine della prima frazione di gioco per far spazio ad un altro centrocampista centrale (Herrera) e Marcus Rashford che spesso è stato in grado di indirizzare a vantaggio della propria squadra partite che sembravano ormai sfuggite di mano. Gli innesti hanno portato nuova linfa alla squadra ma non sono stati in grado di cambiare l’esito finale.
Quarantacinque per parte – La gara si potrebbe banalmente riassumere in poche parole: i ragazzi di Guardiola hanno dominato la prima frazione di gioco mentre i Red Devils hanno risposto colpo su colpo nel secondo tempo. La partita è stata decisamente frizzante e ricca di azioni pericolose da parte di ambe due le compagini: i Citizens hanno impressionato grazie ad un possesso palla in verticale che ha mandato in confusione il centrocampo disegnato da Mourinho; nella ripresa l’ingresso di Herrera ha mandato totalmente in bambola la linea mediana del City con Guardiola che è stato costretto a togliere un attaccante pur di mantenere la superiorità numerica a centrocampo e difendere il risultato.
Amici-nemici – La prima battaglia albionica la vince dunque Pep Guardiola. La sfida contro Mou è stata, stranamente, pulita e senza particolari provocazioni: all’ingresso in campo e dopo il fischio finale i due allenatori si sono salutati in maniera tranquilla, quasi abbracciandosi. Che l’aria britannica abbia fatto bene ad entrambi? Questo potrà dirlo solamente il tempo ma questo è stato il primo capitolo inglese di una guerra calcistica che è già entrata nella storia.
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