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Patrick Vieira ha reso i difensori del Nizza degli ottimi attaccanti

È arrivata al 32’ dell’esordio stagionale del Nizza in Ligue 1, sabato 10 agosto contro l’Amiens, la prima rete dei padroni di casa. E se Malang Sarr aveva segnato l’11 maggio 2019 contro il Nantes, sempre in questo stadio, a quasi tre anni dall’esordio con la maglia rossonera (era il 14 agosto 2016 contro il Rennes), allora stavolta è toccato a Cristophe Hérelle festeggiare la prima marcatura all’Allianz Riviera in carriera. Nessun gesto tecnico spettacolare, solo una leggerissima deviazione su destro di Mickaël Le Bihan da corner – con annesso ottimo schema – bastata per spingere il pallone in porta. Allo stesso modo capitan Dante, che all’81’ aveva propiziato il pari de Les Licornes facendosi rubar palla da Akolo, s’era fatto trovar pronto al 95’ per timbrare di testa la rete del definitivo vantaggio. Con queste premesse si capisce perché i tifosi nizzardi siano abituati a parlare di «notre attaque c’est la defense».

Anche sull’operato di Vieira non hanno troppi dubbi: «Come suo debutto da allenatore in Europa, è riuscito a farci accedere al settimo posto con un mercato barcollante che però ha mostrato delle pepite come Youcef Atal. Vieira ha provato con calma e autorità a gestire un Balotelli capriccioso, s’è fidato dei difensori, Dante che è ancora qui e soprattutto Hérelle che ha fatto diventare un giocatore eccezionale. Ha gestito l’ego e i capricci di Saint-Maximin, che ha un potenziale enorme. Il lavoro e il collettivo sono questi». C’è chi definisce un «mezzo miracolo» la sua stagione, e non si raggiunge il miracolo intero per una ragione semplice: «dietro è stato molto forte, a centrocampo medio, davanti c’è stata una grande mancanza nonostante i dribblatori pazzi». Il paragone col Nizza di Lucien Favre è sbrigativamente sintetizzato in un punto extra a favore della gestione Vieira, ma solo per il rapporto tra il valore del collettivo – oggi minore rispetto a quello fornito allo svizzero nel 2016/17 – e il rendimento in classifica.

C’è però una frase che descrive meglio di tutte l’eccezionale lavoro di mister Vieira: «Il aura fait les 24h du Mans avec une Twingo». E non serve esser patiti di automobilismo per capire la portata di una simile impresa. Già, perché nella stagione 2018/19 Les Aiglons hanno incassato sole 35 reti, vale a dire che sulla Promenade des Anglais risiedeva la seconda miglior difesa di Francia. A comandarla il portiere argentino Walter Benítez, capace di mettere a referto 16 clean sheets in 35 gare. A guidarla, il capitano Dante, con le 36 presenze che l’hanno reso un titolare inamovibile al pari di Malang Sarr (35), Youcef Atal (29) e Christophe Hérelle (33). Un reparto che oggi ha visto partire Olivier Boscagli, per cui non c’era realmente stato spazio, ma pure l’esperto Christophe Jallet, che con 35 anni sulla carta d’identità e un comodo passato al Paris Saint-Germain s’è accasato all’Amiens. Il punto è che il suo svincolo coinciderà per forza di cose con la promozione di Atal a terzino destro titolare, dopo un finale di stagione – la scorsa primavera – in cui il campione di Coppa d’Africa s’era disimpegnato con successo nel tridente offensivo. Le sue 6 reti, impreziosite da una memorabile tripletta contro il Guingamp il 28 aprile, l’hanno reso il miglior marcatore della formazione nizzarda al pari di Allan Saint-Maximin ceduto per 18 milioni al Newcastle.

Ora, proprio la cessione dell’ex Monaco getta ombre sul futuro della squadra, dato un attacco che nel 2018/19 segnò sole 30 reti, il 18° di Ligue 1. Una rosa con evidenti problematiche realizzative, peraltro ora privata del suo miglior nome, sarà capace di minimizzare l’impatto della cessione principale dell’estate in Costa Azzurra? Forse sì, o meglio, all’esordio certamente sì. Non ci è dato sapere se durerà e per quanto. Ma di certo, se per ora il colpo non è stato accusato, è solo perché la difesa s’è comportata da attacco.

Matteo Albanese

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