Una stagione infinita alle ultime curve, con vista Liga: la Segunda vede partire finalmente i suoi playoff, agonia finale di un campionato interminabile, prolungato anche dal caos Fuenlabrada, che per colpa di un blocco importante di calciatori positivi al Covid ha posticipato di diversi giorni il via degli spareggi che portano alla massima serie spagnola.
Si è dovuto infatti aspettare che Fuenlabrada e Deportivo La Coruña giocassero la 42esima giornata per stabilire quali fossero le quattro squadre a disputare i playoff, visto che i madrileni avevano ancora chance di qualificarsi in caso di una vittoria poi non arrivata. Saranno Girona-Almería e Elche-Saragozza le due semifinali, da disputare in gara da andata e ritorno tra il 13 e il 16 di agosto, per decretare quali saranno le due squadre a contendersi l’ultimo posto promozione rimasto, dopo gli ascensos di Cadice e Huesca. Andiamo a conoscere le squadre che giocheranno i playoff di Segunda.
L’opportunità che siano due i ritorni immediati in Liga è molto alta: senza troppi giri di parole il Girona potrebbe fare lo stesso percorso dell’Huesca, visto che si presenta a questa fase a eliminazione diretta con i favori del pronostico. Non tanto per il piazzamento in classifica, visto che i catalani hanno chiuso al quinto posto, quanto per una grande affidabilità e soprattutto per il fatto di avere in rosa il calciatore più forte dell’intero campionato, Christian Stuani. L’uruguaiano, totalmente fuori categoria per una seconda divisione, ha segnato 29 gol in campionato in 36 presenze e sarà lui l’incaricato speciale di guidare il Girona in queste quattro partite che separano la squadra dalla promozione; da monitorare anche altri profili interessanti come il terzino destro Maffeo, che nel 4-2-3-1 di Francisco assieme al trequartista Borja García è uno dei punti cardine della squadra. Tra i fattori che fanno sorgere maggiori dubbi c’è sicuramente il rendimento esterno della squadra, sicuramente insufficiente per puntare a raggiungere il traguardo senza passare dagli spareggi: il Girona nella classifica delle gare fuori casa sarebbe addirittura in zona retrocessione, con il quarto peggior risultato di tutto il campionato. Chissà che le porte chiuse non giochino un ruolo chiave in questo.
Il discorso Almería invece è uno dei più imprevedibili dell’intera fase a playoff. La squadra andalusa è stata al centro di una stagione complicatissima, in cui per molti tratti ha offerto anche un buon calcio, destabilizzato però da un continuo cambio di panchine che ha portato a ben cinque allenatori differenti. José Gómez è l’ultimo della lista, succeduto a Guti in maniera molto sorprendente, per mano di un presidente, lo sceicco Al-Sheik, che per quanto stia investendo tanto sul club si lascia scappare un po’ troppo la mano con gli allenatori. Resta comunque una candidata seria alla promozione, perché ha un potenziale offensivo di primissimo livello, tanto da aver chiuso con il miglior attacco (62 gol, in Liga solo tre squadre hanno fatto meglio) la stagione regolare. Insomma la classica squadra jolly che può vincere e perdere con chiunque, come dimostra il proprio cammino in campionato, con grandissimi successi negli scontri diretti e tanti passi falsi inaspettati.
L’unica squadra a non sapere fino all’ultimo di essere qualificata ai playoff è stata l’Elche. La squadra valenciana ha dovuto aspettare la partita tra Fuenlabrada e Depor per capire quale fosse la sesta in classifica, ritrovandosi ad allenarsi ogni giorno per una partita che di fatto opteva anche non essere disputata. E invece grazie alla sconfitta del Fuenlabrada saranno proprio loro a giocarsi un posto per ritornare in Liga, con una squadra che sulla carta parte come la meno favorita delle quattro, ma che può sfruttare l’entusiasmo di un post-emergenza giocato a livelli altissimi. La rincorsa playoff è stata credibile e ora bisogna capitalizzare gli sforzi: tutto sarà sulle spalle di Jonathas, che torna a giocarsi una fase a eliminazione diretta come fece con il Latina nel 2014, dove sfiorò la promozione in Serie A. L’attaccante passato anche da Pescara e Torino alla sua seconda esperienza in blanquiverde però non è l’unica arma a disposizione del Rojo Pacheta, allenatore dal grande carattere che ha saputo trasmettere le migliori sensazioni alla squadra. Il suo 4-4-2 dà una chance in attacco anche a Nino, attaccante che ha superato i 40 anni e che vuole regalarsi un’ultima gioia di grande livello prima di dire addio al calcio giocato. Con la permanenza di Villar, partito per andare a Roma, la squadra avrebbe avuto anche più credibilità, ma attenzione a darli per sconfitti.
Chiudiamo con il Saragozza, l’altra incomprensibile del lotto. Assieme all’Almería poteva andare direttamente in Liga e lasciare alle altre il labirinto dei playoff, ma un post-emergenza disastroso ha portato gli aragonesi a vedere promossi in via diretti i propri conterranei dell’Huesca. Vero, la squadra era l’unica imbattuta del 2020 prima della sosta e viaggiava a grandi ritmi, ma una volta ripreso il campionato ha sbagliato tre occasioni per andare addirittura in testa alla classifica e ora si ritrova costretto a giocarsi tutto in quattro partite. Anche qui schema classico 4-4-2, con tutti gli uomini d’esperienza messi in campo: il capitano ex Genoa Zapater non ha giocato tanto durante l’anno ma è imprescindibile, così come Eguaras in mezzo al campo. Ne faranno le spese probabilmente Burgui e anche Atienza Valverde in difesa, per una squadra che nono può permettersi di fallire l’obiettivo promozione come due anni fa, quando perse in maniera clamorosa la semifinale.
Una stagione da 12 mesi completi sta per giugnere al termine: ci sono squadre che hanno già iniziato la preparazione per il prossimo campionato, mentre in Segunda bisogna ancora sudarsi l’ultimo obiettivo.
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