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Vola l’Olympiakos, trascinato da Ben ed Emenike

E’ stato il fischietto imperiese Davide Massa il designato dalla Uefa per gestire una partita dal sapore caldissimo. Il Partizan in casa a Belgrado è sempre di per sé uno spettacolo pirotecnico, misto ad un atteggiamento di fierezza unico al mondo, figuriamoci poi quando ad esser ospitato allo Stadion è una società come l’Olympiakos, i cui tifosi sono storicamente gemellati con quelli dello Stella Rossa. E poi beh, quelle magliette biancorosse sono davvero simili a quelle del Crvena zvezda, motivo in più per far bene. Partita sentitissima, con peraltro l’esordio ufficiale di Besnik Hasi sulla panchina del Θρύλος.

Primo passo – Il primo passo è stato fatto, nello stadio del Partizan. In una Belgrado infuocata bastano 6′ per convincere Hasi sulla bontà del ritorno a casa di El Fardou Ben (era in prestito al Panionios): triangolazione di Figueiras sulla destra con Odjidja-Ofoe, suggerimento per il numero 31 che apre a sua volta per Marko Marin, in cui assist in profondità è un invito a nozze che il comoriano sfrutta punendo Kljajic sul primo palo. Non ci sta il Partizan che pareggia poco dopo, con una carambola sfortunatissima di Kapino addosso all’attaccante Tawamba. Una botta psicologica non da poco, in un’atmosfera dall’aria irrespirabile e con una tensione da big match, con varie assenze tra cui quella del preziosissimo Fortounis (stella dei biancorossi del Pireo e reso indisponibile da problemi di stomaco). Il dinamismo dei greci alla lunga però continua a prevalere sulla tenuta atletica dei serbi, e si può senz’altro dire che da qui in poi l’Olympiakos terrà saldamente il possesso palla arrivando ad imporre il proprio gioco. Quel che avrebbe certamente voluto Hasi, e che lo scorso anno costò la panchina a Paulo Bento, è proprio la forza mentale necessaria a far la partita anche in questi contesti: non da poco, ma certamente necessario per un top club che sia da definirsi tale. Da elogiare la prova di Odjidja-Ofoe: voluto a tutti i costi da Hasi, che già lo aveva avuto al Legia, ha sorpreso tutti. Con la maglia numero 8 e un ruolo più arretrato rispetto alla posizione da trequartista occupata a Varsavia, il belga è stato il fulcro del gioco. Volendo azzardare un altro paragone, niente a veder con la mediana dello scorso anno. E infatti accanto a Vadis non c’è Romao, dirottato per forza di cose a difensore centrale e insignito con la fascia di capitano al braccio, ma il mediano Manolis Siopis. Solo la fortuna aveva aiutato il Partizan a pareggiare.

Doble – In compenso non è la serata migliore di Sebá, ma non ce ne si accorge quasi perché Carcela-González è indemoniato: al 56′ recupera un pallone nella terra di nessuno mostrando una voglia matta di lottare col coltello tra i denti, poi eccolo scappare e servire El Fardou defilatosi a destra. Certo, al Panionios era spesso e volentieri stato dirottato su quella corsia con egregi risultati, e la scelta di tener l’ariete Emenike in panchina ha pagato pure per la maggior mobilità del numero 31. Che, stavolta, finta di accondiscendere ad una sovrapposizione di un compagno salvo poi prender le misure e sfoderare un sinistro di rara bellezza diretto proprio sotto il sette. Una rete meravigliosa a suggellare un dominio pressoché totale, con tantissime note positive e più di un rimpianto dovuto all’anno scorso (quando una squadra senz’anima si fece sbatter fuori dall’Hapoel Be’er Sheva). In ogni caso, la doppietta dell’attaccante è un ottimo motivo per veder Hasi meno teso in panchina: per lui però, albanese, la soddisfazione non è mai doma. Neppure al 91′, quando Emmanuel Emenike era entrato (pur non in forma fisica ottima) e si era presentato con una corsa folle a lanciarsi su un pallone recapitatogli dalla lungimiranza di Figueiras timbrando infine il suo esordio con dribbling secco a Kljajic e annessa rete ad ammutolire lo Stadion. A tre minuti dal suo ingresso in campo, eccolo lì dare il cinque ai compagni manco li conoscesse da una vita. Una rete fondamentale, perché l’1-3 non era scontato e anzi è un ottimo punteggio con cui affrontare la battaglia al Karaiskakis del Pireo.

Per Thanasis“Innanzitutto, vorremmo dedicare questa vittoria alla memoria di Thanasis Mpempis (ex giocatore del club tra ’48 e ’63, ndr), alla sua  famiglia e dei tifosi dell’Olympiakos. Ora abbiamo ancora altri 90 minuti in un incontro difficile in Karaiskakis, non dobbiamo anche dimenticare che questa è stata la nostra prima partita ufficiale. Avevamo un piano, sapevamo cosa volevamo fare, lo abbiamo fatto ed è fantastico che abbiamo segnato 3 gol”. Insomma, se Besnik Hasi avesse una trasposizione filosofica, lo vedrei bene come razionalista spinoziano ma di stampo baconiano: “Penso che a far la differenza sia stato il nostro efficace sistema per bloccare il Partizan in avanti”.

Il tabellino:
Partizan (4-4-2): Kljajic; Vulicevic, Ostojic, Cirkovic (dal 72′ N. Miletic), N. Miletic; Jankovic (dall’82’ Pantic), Kosovic, Everton Luiz, Leonardo; Tawamba, Djurdjevic. All: Djukic
Olympiakos (4-2-3-1): Kapino; Figueiras, Retsos, Romao, Koutris; Odjidja-Ofoe, Siopis; Sebá, Marin (dall’80’ Pardo), Carcela (dall’80’ Zdjelar); El Fardou (dall’88’ Emenike). All: Hasi
Reti: 6′ e 56′ El Fardou, 10′ Tawamba, 90’+1 Emenike. Ammoniti: Everton Luiz, Tawamba, Leonardo (P), Siopis, Romao, Figueiras (O). Arbitro: Massa (Italia).

Matteo Albanese

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