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Partizan-Crvena Zvezda: il derby eterno che infiamma la Serbia

Ci siamo. E’ giunto il giorno di Partizan-Crvena Zvezda. La partita eterna, la partita per cui molti ultras vivono, la partita in cui le due più grandi forze serbe si scontrano sul campo e sugli spalti. Il calcio serbo ha perso smalto negli ultimi decenni, ma questo derby è il barlume che infiamma i cuori di tantissimi tifosi, che per un paio di weekend all’anno possono distrarsi dal lavoro nelle fabbriche. Niente più Gazprom, niente più Siemens e niente più Philip Morris, 3 delle aziende più famose del paese balcanico. La sciarpa ed i colori sociali come simbolo del proprio sentimento e si va allo stadio pronti al peggio, che per qualche persona è il meglio, tuttavia. Tutta la nazione è pronta per assistere a questo spettacolo, da protagonisti o meno. Partizan Belgrado-Stella Rossa a 360 gradi: siete pronti? Entriamo nel dettaglio di questa partita.

I NUMERI DELLA PARTITA

Il cosiddetto Veciti Derby, ovvero il Derby Eterno trova la sua nascita nel 1947, quando nell’accozzaglia di squadre che popolavano la Jugoslavia è spuntato questo scontro tra co-cittadine. Da quel momento si sono giocati ben 177 derby, e lo score totale vede prevalere decisamente la Stella Rossa (Crvena Zvezda), con 78 vittorie a 52 sui rivali del Partizan. 56 sono i pareggi. Nel recente passato la tendenza non è cambiata: dall’anno della fondazione della Serbia e Montenegro ad oggi (passando per il disfacimento della doppia nazione) sono sempre stati i tifosi della Stella Rossa ad esultare di più.

LA PARTE CALDA DELLA SFIDA: LE TIFOSERIE 

Se si mastica un minimo di calcio, non si può non sapere l’importanza che le due tifoserie occupano in questa sfida. Partizan-Crvena Zvezda è sopratutto questo: perdere un derby è uno smacco enorme, e non potendo cambiare ciò che succede in campo, si tenta di vincere la guerra sugli spalti. Tra i gruppi ultras è odio totale, tant’è che nella follia di vari momenti si è anche arrivati a togliere la vita a tifosi rivali. In molti, da quelle parti, ricordano il derby del 1990, quando un 17enne tifoso dei rosso-bianchi morì colpito da un razzo. I delije sono i tifosi della Stella Rossa, ovvero i giovani impavidi. Più caratteristico e particolare il nome degli ultras del Partizan, ribattezzati grobari, ovvero becchini. Per i curvaioli questa partita è pane per i loro denti: la polizia si attrezza ogni anno in maniera più pesante, ma ciò non basta per evitare scontri di inaudita violenza. Dal lato migliore della medaglia c’è l’atmosfera: nessuna partita, probabilmente, ha un seguito sentimentale così forte. Le curve, ed in generale tutto lo stadio, si infiammano per sostenere i propri atleti e spaventare gli avversari. Si va ben oltre i vari Inter-Juve, Celtic-Rangers o City-United. Qui è questione di orgoglio: più è forte la propria tifoseria e più è grande la coccarda immaginaria sul petto dei tifosi.

 

LA POLITICA NEL DERBY: LE TIGRI DI ARKAN

Interessante concentrarsi su un aspetto che caratterizza bene o male la maggioranza delle curve europee: la politica. In questo derby, ed in particolare nella sezione della Stella Rossa, tutto ciò ha un’importanza enorme. Per i meno informati, è obbligatorio citare Zelkjo Raznatovic, detto Arkan, miliare, agente segreto e criminale serbo vissuto nel secolo scorso. Nella sua vita fu accusato di genocidio e molti altri crimini, ma cosa ha a che fare con il calcio? Nel 1985, tornato a Belgrado, si elegge capo della curva della Crvena Zveda. Qui ha modo di continuare la sua azione politica, reclutando uomini sugli spalti con i suoi stessi ideali, e nel frattempo porta gli ultras della Stella Rossa ai vertici delle tifoserie europee e mondiali. Il Marakana, loro stadio, diventa un vero e proprio punto di raccolta per i nazionalisti serbi. Alla sua morte, nel 2000, la curva di destra della Lazio espone uno striscione in suo onore che recita: “onore alla tigre Arkan“. Sinisa Mihajlovic, ex giocatore della Stella Rossa ed amico del sopracitato, in forza con i bianco-celesti, subì critiche da parte di coloro che tentano di estirpare la politica dal calcio, ma questa è un’altra storia.

LA SITUAZIONE ATTUALE: COME STANNO LE DUE SQUADRE?

Negli ultimi anni la superiorità della Crvena Zvezda sul Partizan è stata quasi imbarazzante. Nella scorsa stagione sono stati proprio loro a vincere il campionato, con un distacco di più di 20 punti guadagnato sui bianco-neri, prima della poule scudetto. Anche in questa stagione la storia non è cambiata. L’inizio della Stella Rossa è migliore di quello dei grobari: 22 punti in 8 partite contro i 12 dei rivali. Al Partizan, in attacco, sono presenti due vecchie conoscenze del calcio italiano: Bojinov e Djurjic. Gli ex Lecce e Palermo sembrano dover tenere in piedi una baracca non molto solida, dato che i risultati di inizio stagione non promettono bene. Altra stella della squadra è Nemanja Mihajlovic, ala del ’96 che sembra già destinata ad un futuro in campionati più blasonati. Passiamo alla Stella Rossa. Il vero mattatore della squadra è Hugo Vieira, punta centrale portoghese, a capo della classifica marcatori grazia anche al sostegno delle brave seconde punte. La prima, Pablo Mouche, è un argentino con origini italiane, mentre Slavoljub Srnic è tutto serbo. C’è tuttavia una grande assenza nelle file della Stella Rossa: Kanga, trequartista e maghetto del club è squalificato, e non averlo può costare tanto agli ospiti.

E’ tutto pronto, dunque, per Partizan-Crvena Zvezda: chiudete bene le finestre di casa, perchè qualche petardo potrebbe raggiungervi nonostante i chilometri di distanza dallo Stadion FK Partizan

 

Paride Coti

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