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Partite Leggendarie Ep.30: La leggenda di Maradona, Argentina-Inghilterra 2-1 1986

La Coppa del Mondo è il torneo più affascinante della storia del calcio, capace di regalare momenti unici e indimenticabili. Alle volte però è stata una questione ben superiore rispetto al semplice sport e il rapporto negli anni ’80 tra Inghilterra e Argentina era più teso che mai. La guerra delle isole Falkland era ancora una ferita aperta molto fresca e quando le due squadre si affrontarono nei quarti di finale del Mondiale 1986 la tensione era alle stelle, ma a trionfare fu la meraviglia del calcio.

 

 

L’Albiceleste venne inserita all’interno del Gruppo A e fin dalla prima partita dimostrò tutto il suo valore. La Corea del Sud non era sicuramente l’avversario più temibile di tutta la competizione, ma la pratica venne già chiusa dopo nemmeno venti minuti grazie a Valdano e Ruggeri. La gara più attesa era però quella contro i campioni in carica dell’Italia che avevano in Spillo Altobelli la loro arma migliore. Fu proprio il cannoniere interista a sbloccare il risultato su rigore, ma poco dopo un dolce tocco al volo di Maradona beffò Galli per l’1-1 finale che andò più che bene a entrambe. Il primo posto venne definitivamente blindato nell’ultima partita contro la Bulgaria grazie ai gol di Valdano e Burruchaga che permise così di passare agli ottavi di finale per sfidare i vicini di casa dell’Uruguay. A Puebla la Celeste diede parecchio filo da torcere ai ragazzi di Bilardo, ma a risolvere i novanta minuti ci pensò Pasculli a fine primo tempo che garantì l’ingresso tra le prime otto del pianeta. Dal canto suo invece l’Inghilterra ebbe non pochi problemi nella fase iniziale e già nell’esordio contro il Portogallo arrivò una bruciante sconfitta. A Monterrey fu Carlos Manuel a battere Shilton a un quarto d’ora dalla fine regalando così i due punti ai lusitani, obbligando i Tre Leoni alla rimonta. Contro il Marocco i britannici non andarono però oltre lo 0-0 e tutto si sarebbe decisa nell’ultima partita contro la Polonia dove salì in cattedra Gary Lineker. Il bomber dell’Everton segnò tre reti in poco più di mezz’ora liquidando la pratica delle Aquile Bianche garantendo così il passaggio agli ottavi di finale per affrontare il Paraguay. Fu come sempre Lineker ad accendere la nazionale inglese e anche i sudamericani vennero stesi da una doppietta intervallata dal gol di Beardsley per il 3-0 definitivo che permetteva così di rimanere all’Azteca di Città del Messico per poter giocare l’attesissima partita con l’Argentina.

 

 

Il 22 giugno 1986 all’immenso impianto della Capitale messicano si giocò una delle gare più attese di tutta la competizione iridata e chissà chi tra Maradona e Lineker sarebbe riuscito a prevalere? Carlos Bilardo confermò la sua solidissima difesa a tre formata da Brown, Ruggeri e Cuciuffo, mentre l’attacco aveva nel Pibe de Oro lo splendido ispiratore per i rapidi e scattanti Valdano e Burruchaga. Bobby Robson invece utilizzò il più classico dei 4-4-2 com Hoddle e Reid nella mediana di centrocampo con Beardsley spalla in attacco del fortissimo Lineker. La partita iniziò subito con grande intensità e con interventi non proprio amichevoli anche se le occasioni non furono nitide. Maradona danzava sul pallone e risultava imprendibile per i difensori britannici, con Fenwick ben presto costretto al fallo da cartellino giallo. Proprio da quella punizione arrivò la prima palla gol con Diego che calciò di sinistro sulla barriera che fece impennare il pallone che cadde pericolosamente a ridosso della traversa, costringendo Shilton a deviare in calcio d’angolo. Anche la prima opportunità per gli europei fu molto casuale perché a seguito di un lancio lungo errato, Pumpido scivolò proprio quando stava per prendere il pallone e Beardsley fu il più lesto a recuperare la sfera. Il portiere del River riuscì a rimediare facendo allargare l’attaccante del Newcastle che provò la conclusione impossibile dal lato destro dell’area, ma la palla uscì di poco. L’uomo di giornata era però Maradona che più volte tentò di dribblare tutta la retroguardia inglese, guadagnandosi a fine primo tempo un bel calcio di punizione dal limite dell’area, ma la sua conclusione terminò a lato di pochissimo. Il primo tempo si concluse dunque con lo 0-0 che non voleva ancora sbloccarsi e una, ma già da inizio ripresa il Diez prese in mano la situazione completando l’opera già iniziata nella prima frazione. Diego prese palla sulla trequarti e seminò il panico nella mediana britannica prima di servire Valdano al limite dell’area. Il centravanti dell’Albiceleste non stoppò nel migliore dei modi facendo alzare la sfera, con Hodge che intercettò la traiettoria ma così facendo fece un involontario retropassaggio a Shilton. Il portiere del Southampton uscì di pugno per intervenire eppure un omino piccolo e tarchiato salì in cielo e riuscì a toccare la palla quel tanto che bastava per anticipare il gigantesco portiere e segnare l’1-0. Maradona aveva seguito l’azione perfettamente e l’inserimento era stato fatto nel migliore dei modi, ma l’arbitro tunisino Bennaceur non si era accorto di un particolare. Il campione del Napoli aveva anticipato il rivale con il pugno sinistro, rete palesemente irregolare ma che venne convalidata tra le proteste inglesi. L’Argentina era dunque passata in vantaggio con la Mano de Dios, un colpo beffardo che era un vero e proprio schiaffo in faccia alla squadra di Sua Maestà. A togliere ogni dubbio sulla legittimità del vantaggio sudamericano e sulla magnificenza del Pibe de Oro si dovettero aspettare solamente altri cinque minuti, momento in cui il mondo si inginocchiò alla leggenda. Enrique passò al proprio Capitano ancora nella propria metà campo e Diego stoppò la palla e nel girarsi saltò Beardsley e Reid. Sulla trequarti britannica si avvicinò Butcher che venne saltato di netto con un tocco di collo sinistro e ormai tutti avevano capito che si stava per assistere a un prodigio. Fenwick era rimasta l’ultima possibilità per l’Inghilterra, ma anche il difensore del Queen’s Park Rangers venne superato e ora davanti a lui c’era solo Shilton. A quel punto Maradona ripensò alla frase del fratello che in un’occasione simile avvenuta a Wembley in un’amichevole del 1980, disse che l’errore di Diego fu quello di non aver saltato anche il portiere. Shilton provò l’uscita bassa chiudendo quanto più spazio di porta possibile ma venne superato sul lato sinistro e un attimo prima del rientro in scivolata di Butcher toccò con la punta del piede sinistro mettendo in porta la rete più iconica della storia del Mondiale. Divennero storiche e leggendarie anche le telecronache di quella giocata magica dai vari “Gracias Dios por el fútbol, por Maradona, por estas lágrimas, por este Argentina 2 Inglaterra 0” a “El gol más extraordinario de la historia del Mundial. Diego Armando Maradona, el Rey de la Copa del Mundo“. L’Inghilterra però ebbe il grande merito di non demoralizzarsi e subito dopo fu la difesa argentina a blindare la qualificazione. Fenomenale fu Ruggeri che anticipò Lineker da pochi passi e Pumpido intervenne bloccando una conclusione al volo di Beardsley. I Tre Leoni insistettero e Hoddle si guadagnò un calcio di punizione che lui stesso calciò magistralmente a fil di palo ma ancora una volta l’ottimo portiere del River Plate intervenne con un grande volo a mano aperta. Butcher di testa da pochi passi di fatto passò la palla all’estremo difensore rivale, ma alla fine il gol arrivò. Barnes se ne andò a Enrique e Giusti e crossò al centro per Gary Lineker che schiacciò di testa mettendo in porta la palla che riapriva la partita con un 2-1 che avrebbe regalato emozioni a non finire negli ultimi dieci minuti. L’Argentina uscì dal torpore dal quale era immersa da troppo tempo e una giocata spaziale di Maradona permise a Tapia di entrare in area e calciare di destro a incrociare ma il palo respinse la conclusione salvando gli inglesi. A tempo quasi scaduto fu ancora Barnes sulla sinistra a creare il panico e a riproporre l’azione del pareggio ma proprio quando ancora Lineker stava per appoggiare in porta il pareggio, ecco spuntare la testa di Enrique sulla linea che salvò miracolosamente evitando così il 2-2. La partita finì poco dopo tra il tripudio della gente argentina arrivata in Messico al termine di una sfida a dir poco memorabile e leggendaria che aveva elevato Maradona a leggenda assoluta.
Di lì a pochi giorni l’Argentina avrebbe vinto contro la Germania Ovest la finale del Mondiale diventando così per la seconda volta nella propria storia campione iridata. Due gol unici, la perfezione del numero dieci, un finale palpitante e la riscossa di un popolo alla fine della guerra ed è grazie a questo e a molto altro che nasce una “Partita leggendaria“.

Francesco Domenighini

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