Durante i Mondiali vengono disputate partite a dir poco sensazionali, capaci di entrare nella storia e diventare miti e icone indelebili. Da quando è entrata anche la televisione a raccontare le imprese sportive poi l’appuntamento ogni quattro anni è diventato assolutamente immancabile ed estremamente atteso e il primo a livello planetario fu sicuramente quello del 1958. In Svezia si affronteranno diverse squadre di altissimo livello, i gol e le grandi giocate non mancarono, ma a strappare maggiormente l’applauso fu probabilmente l’incredibile semifinale che vide contrapporsi il Brasile alla Francia.
Il torneo in terra scandinava iniziò con molte perplessità attorno alla Seleçao che veniva si considerata come una delle potenziali favorite, ma sembrava che gli mancasse qualcosa. Diede comunque molto coraggio il netto 3-0 rifilato all’esordio all’Austria che aveva chiuso terza solo quattro anni prima in Svizzera, ma i dubbi riaffiorarono immediatamente in seguito al deludente 0-0 contro l’Inghilterra. Il c.t. Feola decise allora di cambiare le carte in tavola inserendo così dal primo minuto il giovanissimo Pelé in attacco e Garrincha sulla fascia destra, ala di grandissimo talento che però veniva sempre considerato meno rispetto al suo reale valore a causa di un problema alla gamba. Con l’innesto dei due la musica cambiò decisamente e ad approfittarne più di tutti fu Vavá che contro l’Unione Sovietica realizzò la doppietta decisiva per la vittoria che valse la qualificazione ai quarti di finale. Il Galles si rivelò avversario estremamente ostico e pericoloso, infatti per risolvere la pratica britannica servì un autentico capolavoro con Pelé che segnò la sua prima rete nel grande torneo dopo essersi sbarazzato della difesa avversaria con un gioco di prestigio e aver appoggiato in rete con un dolce tocco di destro. Fu l’unico punto dell’incontro e bastò per il passaggio del turno all’attesissima semifinale di Solna. La Francia invece dal canto suo partiva per la prima volta con un minimo di ambizione. Indubbiamente la folta presenza di giocatori del Reims, con in aggiunta il fenomeno del Real Madrid Raymond Kopa, contribuirono a creare un clima di moderato entusiasmo attorno ai Bleus, ma i troppi fallimenti del passato obbligavano alla calma. La prima partita del girone avvenne a Norrköping contro il Paraguay e i sudamericani vissero una giornata da incubo, con Just Fontaine che iniziò a dar saggio della sua innata spietatezza in area di rigore segnando una tripletta e contribuendo così al pesantissimo 7-3 finale dei Galletti. La sfida che sembrava valevole per il primo posto contro la Jugoslavia andò male e arrivò la sconfitta per 3-2, ma la vetta del girone venne comunque conquistata sui balcanici in seguito alla miglior differenza reti e perché a Örebro furono Piantoni e Fontaine a piegare la resistenza della Scozia. Ai quarti di finale ci fu dunque un’altra sfida contro una nazionale del Regno Unito, questa volta l’Irlanda del Nord e ancora una volta fu trionfo. La piccola nazionale era al suo debutto assoluto in un Mondiale ed era già andata oltre le più rosee aspettative, ma la stanchezza derivata anche dallo spareggio contro lo Cecoslovacchia costò caro. I francesi si divertirono e non poco in quel dell’Idrottsparken e con un perentorio 4-0 riuscirono così a entrare per la prima volta nella loro storia tra le migliori quattro del pianeta.
La grande sfida si disputò dunque il 24 giugno 1958 allo stadio Råsunda di Solna e fu una delle più grandi mai viste. Feola si affidava all’intelligenza tattica e alla visione di gioco di Didì a centrocampo per poter servire il favoloso quartetto d’attacco formato da Garrincha e Zagalo sugli esterni e Pelé e Vavá al centro. Batteaux si schierò ancora con il Sistema con Kopa e Piantoni nel ruolo di interni d’attacco che dovevano fare da raccordo con tra il tridente formato da Fontaine, Wisnieski e Vincent e il resto della squadra. Per capire che si assisterà a una partita sensazionale ricca di gol ed emozioni bisogna attendere solamente due minuti con i Verdeoro che passano subito in vantaggio. Garrincha crossa al centro dell’area per Vavá che si inserisce tra le maglie dei difensori transalpini e con un violentissimo tiro al volo battè Abbes per l’1-0. Nemmeno il tempo di leggere le formazioni che i sudamericani si erano già portati in vantaggio, ma i Galletti non erano certi scesi in campo per fare le comparse. Fontaine prima mise paura a Gilmar e poi trovò il pareggio già al decimo. Il tutto partì però dalla giocata geniale di quel campione assoluto che era Raymond Kopa che vide lo spazio giusto per verticalizzare per il compagno in modo tale da superare tutta la difesa brasiliana e Just pensò a fare il resto scartando in corsa il portiere avversario e appoggiando in rete l’1-1. Ora era la Francia a essere più sicura dei propri mezzi e convinta di poter segnare, tanto che poco fu Wisnieski a sfiorare il palo con una bella conclusione da appena dentro l’area. Passata la paura e il momento di smarrimento la Seleçao però tornò a macinare gioco e solo la traversa evitò il raddoppio firmato da Zagalo, ma il vantaggio era ormai dietro l’angolo. Abbes divenne protagonista assoluto della partita, con interventi sensazionali in frequenza che permettono di fermare almeno quattro conclusioni estremamente pericolose del Brasile che ormai ha la partita nelle proprie mani. Il portentoso numero uno del Saint Étienne però dovette arrendersi verso la fine del primo tempo quando Didí lasciò una sassata da fuori area che si infilò all’incrocio dei pali per il nuovo vantaggio Verdeoro e questa volta per rimontare serviva un vero e proprio miracolo. Nella ripresa il monologo fu sempre lo stesso, anche se i Bleus misero paura a Gilmar che riuscì però a deviare in calcio d’angolo su Vincent, ma quella era la grande giornata della Seleçao. Nilton Santos avanzò sulla fascia sinistra e crossò al centro per Pelé che sfruttò una mancata presa di Abbes per appoggiare comodamente in porta la rete che decretava definitamente la fine dell’incontro. A quel punto però si scatenò tutto il genio di Edson Arantes do Nascimento che ben presto sarebbe diventato O’ Rei. Il ragazzino terribile del Santos raccolse un cross dalla destra di Garrincha e nel tentativo di servire Vavá si ritrovò ancora una volta il pallone tra i piedi e di collo esterno destro calciò al volo a mezza altezza sul secondo palo per il 4-1. La Francia ormai aveva alzato bandiera bianca, ma il giovane numero dieci aveva ancora voglia di mostrare a tutti la sua sensazionale abilità con il pallone e a un quarto d’ora dalla fine calò il suo personale tris con un altro gioiello. Didí alzò lo sguardo e lanciò il compagno di squadra che stoppò di petto e prima che la palla potesse toccare il terreno calciò di collo destro a incrociare per il pokerissimo Verdeoro. A rendere meno amaro il passivo per i Bleus ci pensò Piantoni che realizzò una rete capolavoro, dopo che scartò con un tunnel l’avversario e con un gran sinistro mise la palla a fil di palo per il definitivo 5-2. Fu una straordinaria giornata di calcio dove si affrontarono le due squadre più grandi del torneo, vedendo anche come andarono pochi giorni dopo le due finali.
Fu probabilmente il momento più alto della straordinaria nazionale brasiliana del 1958 che pochi giorni dopo si sarebbe laureata campione del mondo, mentre la Francia uscì finalmente dall’anonimato calcistico regalando un gran calcio divertente che la portò a chiudere al terzo posto. Una semifinale del Mondiale, sette reti di altissimo livello, la prima grandissima partita di un mito assoluto e la consacrazione di una delle nazionali più grandi di sempre ed è grazie a questo e molto altro che nasce una “Partita leggendaria”.