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Partite Leggendarie Ep.10: La rivalità infinita, Argentina-Inghilterra 2-2 4-3 d.c.r. 1998

Quando la rivalità sfocia ben oltre la semplice la rivalità sportiva, allora è proprio in quel momento che la partita si fa leggendaria ed epica solamente per quello che rappresenta. Dopo infatti l’invasione nelle isole Malvinas, che poi divennero Falkland, il rapporto tra Argentina e Inghilterra divenne estremamente teso e di difficile gestione, tanto che già nel 1986 la sfida fu estremamente sentita. Allora vinsero i sudamericani con una partita iconica e dodici anni dopo ci sarebbe stata la rivincita con gli animi che non si erano ancora placati.

La sfida arrivò ben presto durante il Mondiale perché il cammino della due nazionali in Francia fu ben diverso. L’Albiceleste infatti aveva sfruttato nel migliore dei modi il suo girone non propriamente proibitivo dove aveva incredibilmente solo squadre debuttanti. Risultò più spigolosa del previsto la partita contro il Giappone alla prima giornata dove a risolverla fu Gabriel Omar Batistuta che segnò l’unico gol dell’incontro e il Re Leone fu ancora decisivo nella seconda partita dove realizzò una tripletta contro la Giamaica dopo la doppietta di Ortega. A chiudere nel migliore dei modi un girone trionfale ci pensò Pineda che contro la Croazia realizzò l’unica rete dell’incontro e a far sorridere i sudamericani non furono solo le tre vittorie, ma soprattutto la capacità di aver blindato la difesa senza subire reti. La strada che portò invece l’Inghilterra al secondo turno fu ben più dura e complicata, causa un andamento sorprendentemente a rilento. Nella gara d’esordio contro la Tunisia furono necessarie due reti nei finali di tempo prima da parte di Shearer e poi di Scholes per avere la meglio sui nordafricani, ma a Tolosa accadde l’incredibile. La Romania divenne fatale per la nazionale dei Tre Leoni, perché a nulla valse il pareggio di Owen alla rete di Moldovan dato che a tempo scaduto Petrescu realizzò il centro della vittoria per il Tricolorii. Serviva dunque un successo nell’ultima gara contro la Colombia e il salvatore della Patria fu David Beckham che, dopo il vantaggio di Anderton, pennellò una meravigliosa punizione all’angolino che valse il secondo posto.

A Saint-Étienne si scese in campo per l’ultimo ottavo di finale del Mondiale in Francia, mancava solo l’ultimo posto da scoprire per capire chi avrebbe affrontato l’Olanda nel turno seguente. Daniel Passarella schierò una formazione molto complicata, con Almeyda molto basso nella difesa a tre con Vivas e Ayala, mentre in attacco veniva lasciata libertà di movimento ai due cannonieri Batistuta e Claudio López serviti dall’estro di Ortega. Da parte sua Glenn Hoddle schierò invece un undici molto più fisico e compatto, con il solo David Beckham libero di inventare tra sgroppate sulla fascia destra e qualche delizioso lancio a servire i due attaccanti Shearer e Owen. A inizio partita l’Albiceleste partì subito molto decisa con Simeone che si incuneò in area di rigore venendo travolto da Seaman causando così il calcio di rigore e ricevendo l’ammonizione. Dal dischetto si presentò Batistuta che calciò forte e all’angolino, il portiere dell’Arsenal riuscì solo a toccare ma la palla entrò in rete per l’1-0 che durò comunque molto poco. Owen fece una delle sue classiche serpentine in area di rigore e non appena sentì il contatto con Vivas si lasciò cadere ingannando l’arbitro Kim Milton Nielsen che concedette il tiro dagli undici metri ai britannici. Anche Roa intuì la direzione della conclusione, ma Shearer alzò il piatto destro mettendo la palla sotto al sette per l’immediato pareggio che diede grande carica alla nazionale dei Tre Leoni. Paul Ince sfiorò la porta con una gran bordata da fuori area, mentre l’inserimento di Paul Scholes sembrò essere vincente con il suo piatto sinistro però che uscì di pochi centimetri. L’Inghilterra attaccò credendoci e l’assedio portò finalmente alla rete del raddoppio con Beckham che lanciò sulla trequarti Michael Owen che resistette agli strattonamenti di Chamot, puntò Ayala e lo passò di netto sulla destra con un tocco di esterno e anticipò anche il proprio compagno Scholes incrociando il destro rendendo impossibile l’intervento del portiere sudamericano. Una perla meravigliosa, una gemma straordinaria che diede ancora più morale agli inglesi che però si abbassarono eccessivamente e se Batistuta non riusciva a trovare la porta, servì l’inventiva di Verón. La Brujita fintò di calciare in porta la punizione e toccò per Javier Zanetti che stoppò di destro e calciò di esterno sinistro per il gol del pareggio proprio quando stava per scadere la fine di un primo tempo pazzesco. A inizio secondo tempo avvenne un’altra svolta decisiva con Beckham che calpestò Simeone a centrocampo, un fallo di reazione davvero inutile proprio sotto gli occhi dell’arbitro che non esitò a sventolare il cartellino rosso davanti agli occhi dell’ala del Manchester United. Il secondo tempo fu praticamente tutto di marca argentina, con i ragazzi di Passarella che cercarono in tutti i modi di passare in vantaggio e l’occasione più grande capitò sul destro di Claudio López che incrociò bene la conclusione ma Seaman fu eccezionale allungando la mano e deviano in calcio d’angolo. L’Inghilterra tentò di farsi vedere in attacco solo da calcio piazzato e Roa fu molto bravo a respingere la punizione di Alan Shearer, ma ormai era tempo di rigori e solo gli undici metri avrebbero stabilito quale squadra avrebbe continuato il proprio percorso iridato. Il primo ad andare alla conclusione fu Berti che mise la palla all’angolino, ma Shearer pareggiò immediatamente la situazione ripetendo in maniera identica il rigore calciato nel primo tempo. La seconda serie invece fu molto meno fortunata con Crespo che calciò debolmente facendosi respingere la conclusione, ma l’Inghilterra non ne approfittò perché Roa respinse anche il destro di Ince facendo rimanere ancora la situazione in totale equilibrio. Dopo gli errori ripresero però le reti, con i portieri che intuirono quasi sempre la direzione, ma i tiratori furono perfetti partendo da Verón, Gallardo e Ayala per i sudamericani fino a Merson e Owen per gli europei che dovettero calciare il loro quinto rigore con Batty. Il giovane e sfortunato centrocampista del Newcastle incrociò il destro ma Roa volò intervenendo a mezza altezza respingendo il tiro del ventenne che portò così all’ennesima eliminazione dei Tre Leoni a seguito dei calci di rigore.
L’Argentina non fece però molta strada, perché già ai quarti di finale venne eliminata dall’Olanda da un gol nel finale di Bergkamp, ma quella partita a Saint-Étienne rimane una delle più belle di sempre. Due nazionali rivali da sempre, una rete memorabile, l’espulsione del giocatore simbolo e la fatale lotteria dei calci di rigore ed è grazie a questo e molto altro che nasce una “Partita leggendaria“.

Francesco Domenighini

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