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Lo stretto rapporto tra il Paraguay e il destino

La fortuna aiuta gli audaci, ma delle volte non vuole saperne di dar merito a chi osa maggiormente, rispetto a chi sceglie di rischiare meno. Difficilmente, nel calcio, si va avanti solo grazie al fato o al benestare del destino: ma in Sudamerica, terra di stravaganze e follie, c’è sempre spazio per un’eccezione. Come riesca a scamparla sempre il Paraguay deve essere diventato un mistero anche agli addetti ai lavori più vicini alle varie edizioni di Copa América. Anzitutto, l’intento non è affatto quello di criticare il tasso tecnico o il modo di giocare della nazionale paraguaiana; piuttosto, sarebbe interessante capire come, in quattro edizioni di torneo dal 2010 ad oggi, l’Albirroja sia riuscita a ben figurare vincendo, nei tempi regolamentari, ben poche gare tra quelle disputate (una, a essere onesti).

Una nazionale che dalla sua ha sempre la seconda chance come asso nella manica. Il 2011 è stato, probabilmente, l’anno in cui tutto ciò è parso più evidente che mai: 3 punti nel girone, figli di tre pareggi, per poi eliminare Brasile prima e Venezuela poi, entrambe ai rigori senza segnare neanche un gol. La finale, giocata dal Paraguay contro l’Uruguay a Buenos Aires, diede ragione alla Celeste, consacrandola come assoluta dominatrice in termini di edizioni vinte (15). Otto anni fa sarebbe potuto sembrare un caso, ma ad oggi una cavalcata modellata su 5 pareggi assume connotati ben diversi.

Il 2015 ha regalato all’Albirroja il primo (ed unico) successo del decennio, ai danni della Giamaica nella fase a gironi: di lì in poi, solo pareggi, col Brasile ancora vittima dei paraguaiani ai rigori e con la sola Argentina in grado di arrestare l’ascesa ad una nuova finale. Il risultato finale è comunque un ottimo quarto posto.

Il Centenario della Copa, tuttavia, non ha sorriso al Paraguay, fuori ai gironi con un solo punto conquistato, ma l’edizione odierna ospitata dal Brasile ha preteso un solo punto in più alla nazionale di Berizzo: terza nel raggruppamento e poche possibilità di approdare alla fase ad eliminazione diretta, ma poi la qualificazione ai quarti come, appunto, miglior terza. L’avversario? Il Brasile, che assieme a tutti i pronostici favorevoli del caso, porterà con sé tutti gli scongiuri possibili: ai verdeoro non occorre l’aiuto del destino, ma non possono permettersi di averla contro, con questo Paraguay.

Luigi Romanelli

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