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Stratosferico PAOK, rendimento top per restare in alto

Non c’è trippa per gatti, al Toumba, dove il PAOK s’è regalato il miglior inizio possibile di 2018. Cinque reti al Levadiakos undicesimo in classifica, passivo importante che certifica ancora come i bianconeri di Salonicco siano, dati alla mano, la squadra più in forma dell’intero panorama greco. Secondo miglior attacco (29 reti, secondo solo alle 35 dell’Olympiakos) ma miglior difesa con un divario impressionante: l’undici di Lucescu ha incassato sole 7 reti in 16 gare, mentre i biancorossi del Pireo ben 16. Non sono solo i numeri a dare però l’impressione dell’ottimo periodo che vivono al Toumba.

Nelle ultime cinque gare, il Δικέφαλος του Βορρά ha conquistato cinque vittorie segnando la bellezza di 18 reti (uno solo subito). Contando soltanto il discorso Super League, quattro successi in altrettante partite e 13 gol messi a segno: lo sapeva bene pure il francese José Anigo, originario di Marsiglia ma calcisticamente italiano nel momento in cui ha scelto di disporre il suo Levadiakos con un 5-4-1 ultradifensivo e speranzoso nelle fasi di contropiede. Affrontare certe gare mettendo il capo indietro vuol però dire che al nemico si mostra paura, e quando il Toumba decide di fare sul serio c’è ben poco da fare. Nel primo tempo il PAOK è solo andato in gol una volta, grazie al terzino brasiliano Léo Matos, ma ha comunque mantenuto un incoraggiante 75% di possesso palla che nella ripresa s’è solo cristallizzato in maggior cinismo. Giakoumakis ha fallito l’unica vera chance capitata agli ospiti, poi tutto è divenuto nerissimo per il malcapitato Levadiakos: doppiette di Djalma e Prijovic, con la punta di San Gallo a firmare il settimo gol stagionale col destro e l’ottavo su rigore. Sempre più capocannoniere di Super League, sempre più lontano dalla permanenza per via delle insistenti voci di mercato che lo vorrebbero via dalla Grecia. “Not for sale”, si legge però in una Instagram story pubblicata da George Savvidis.

“Uniti per il titolo” ha sentenziato Campos nel post partita senza troppi giri di parole. C’è solo un punto che separa i bianconeri dall’Olympiakos primo, distanza minima e per questo passibile di sorpassi. Senza contare il fattore pubblico, che oltre ai tifosi del club nutre la folta rappresentanza rumena postasi al seguito del guru figlio d’arte: “Razvan Lucescu mantiene le speranze di milioni di persone che ardono” scriveva infatti il sito rumeno Sport.ro riprendendo le dichiarazioni dell’ex allenatore dello Skoda Xanthi: “Ogni partita è come una finale”. La matrice statistica era chiara: per undici anni consecutivi il PAOK non ha perso la prima partita dell’anno, tradizione stoppata solo nel 2016 (sconfitta per 2-1 contro il Kalloni, in Kypello Ellados). E per Léo Matos, gol a parte (il terzo stagionale), c’è da festeggiare la ventiduesima partita su ventiquattro giocata dall’inizio: mai sostituito, il 31enne ex Dnipro ha saltato solo l’esordio in campionato per squalifica e una sfida di Kypello Ellados contro il modesto Eginiakos. Globetrotter, dal rendimento fenomenale. Come tutta la squadra. Ora, però, vietato mollare.

Ecco il tabellino:
PAOK (4-2-3-1): Paschalakis; Léo Matos, Varela, Crespo, Vieirinha; Cañas (dal 46′ Cimirot), Maurício; Djalma, Pelkas (dal 77′ Koulouris), Limnios (dal 64′ Biseswar); Prijovic. All: Lucescu
Levadiakos (3-4-3): Epassy; Zaradoukas (dal 55′ Belghazouani), Adilehou, Tsabouris; João Francisco, Niasse (dal 63′ Mitropoulos), Obiora, Leonardo; Giakoumakis, Markovski, Youssouf. All: José Anigo
Reti: 18′ Léo Matos, 48′ e 59′ Djalma, 57′ e 89′ rig. Prijovic. Ammoniti: Niasse, Tsabouris, Belghazouani (L). Espulso: 90’+4 Tsabouris (L). Arbitro: Vatsios

Matteo Albanese

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