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Poco Paok, continua la favola Östersunds

Östersunds bragd è il titolo con cui la stampa svedese apre quando ormai il match è appena finito, il clima intorno è caldissimo, ovvero quando il finale dalla Jämtkraft Arena è definitivo e parla di un 2-0 a favore dei padroni di casa. Il lemma “bragd” è quello che in italiano traduciamo con “impresa”. Scritto in questo contesto, però, pare del tutto fuorviante. Perché le imprese fanno parte della normalità, in questa fredda zona della Svezia centro-settentrionale dove tutto assume i contorni di una magica favola che tutti vogliono continuare ad ascoltare, un meraviglioso sogno dal quale nessuno vuole staccarsi per metter in modo la propria routine quotidiana. C’è Graham Potter, l’inglese artefice di tutto questo, che saltella col figlio in braccia esibendo una magrezza forse pure incredibile. C’è una squadra che sembra un’accozzaglia eterogenea di scarti di vari club. C’è ogni altro possibile ingrediente per far sì che neppur il più ardito visionario di Östersund potesse immaginare.

Andata incubo – Quella che si è vista al Toumba è stata un’eccezionale prova di forza da parte di una società, quella bianconera, che finalmente cercava la consacrazione in campo europeo. Il nemico più forte di questo PAOK sarebbe potuto esser soltanto se stesso: ecco, dunque, come un inspiegabile malinteso tra Rey e Leovac ha portato all’atterramento di un lesto Aiesh in area. Calcio di rigore, come contro il Galatasaray dal dischetto si è presentato capitan Brwa Nouri, così come in Turchia l’esito è stato un gol, spiazzando l’estremo difensore davanti. Svedesi avanti, in un Toumba infuocato e non solo per il tifo e l’atmosfera caldissima che si respira normalmente a Salonicco. Dopo qualche folata in solitaria del velocista Ghoddos, però, i bianconeri hanno preso le contromisure e hanno messo le briglie addosso alla creatura di Graham Potter: Biseswar ha dato il via all’assalto, prima andando al tiro, poi travestendosi da rifinitore e creando non poco scompiglio nell’area di rigore difesa da Aly Keita. Quando è salito in cattedra pure Robert Mak, con un magistrale colpo di tacco a smarcare Cimirot, c’è stato poco da fare. Sul cross del mediano bosniaco, puntuale è arrivato il colpo di testa di Léo Matos. Non si sa perché si trovasse in quella posizione, ma il gioco era ormai fatto. La sorte si incarognirà con l’OFK, sicché Widgren si vedrà deviare in corner una pericolosa conclusione scagliata per far male ma ritrovatasi improbabilmente fuori dallo specchio, poi sul più bello ecco le risposte di Keita: Prijovic, Djalma dalla distanza (ma con deviazione!), Pelkas su punizione. In particolar modo sul numero 77 è stato prodigioso, perché abilissimo nel bloccare il pallone con l’ausilio del palo senza che rotolasse in rete. Una risposta da grande campione, che inevitabilmente sarà decisiva per il passaggio del turno. Non lo sapeva il PAOK che invece provava a vincere la partita e con una deviazione aerea di Prijovic ci andava pure vicinissimo. Poco male, perché su cross di Djalma, angolano col numero 10, l’ariete serbo ma di origini svizzere riuscirà a prender il tempo al diretto marcatore ed indirizzare imparabilmente in porta. Nel frattempo ancora Keita era stato altamente decisivo. Tutto liscio fino a quando, a cinque minuti dalla fine, una travolgente azione di Pedro Henrique con tanto di sombrero ha portato all’intervento maldestro di Keita. Il primo errore della partita per il portiere svedese sarebbe potuto costar carissimo: non ha sbagliato Prijovic dal dischetto, pur col numero 1 ospite che aveva intuito la direzione della conclusione. Un 3-1 che lasciava ben poche speranze in vista del ritorno…

Ritorno storico – Invece, alla fine il pass se lo prende l’Östersunds FK. Nel modo più imprevedibile possibile e con una possibile cifra di 25 milioni in tasca. Le prime dichiarazioni di Graham Potter arrivano quando l’inglese ha le lacrime agli occhi, visibilmente emozionato: “E’ incredibile, che notte!”. Chi si sarebbe aspettato un comeback di queste dimensioni, dopo il 3-1 di Salonicco, alzi la mano. Saman Ghoddos è il volto della serata, il folletto imprendibile capace di colpire due volte forse con fortuna, certamente con caparbietà e talento. Questo perché in campo non si è visto un 4-4-2 intimorito dalla challenge in gioco, anzi. Lo stadio ha saputo aspettare, i ragazzi di Potter non hanno tradito le attese. Al minuto 70, il parziale era ancora a reti bianche: scenario sconfortante per molti, ma non per questo gruppo. Ad un certo punto, ecco la fiammata: Sema sulla sinistra, pallone a rimorchio per la botta di Curtis Edwards, Saman Ghoddos si trovava sulla traiettoria ed ecco la deviazione dello svedese di origini iraniane a battere Rey. Uno a zero, polemiche infinite dei greci per un fuorigioco che parrebbe non esserci, ma punteggio che non sarebbe ancora bastato. Tuttavia, dalla stessa zona di campo, poco più di cinque giri di lancette dopo, velocissima triangolazione Sema-Hopcutt con manovra accelerata e pallone subito ad armare la botta dalla distanza del numero 93, a superare Rey infilandosi laddove solo il palo avrebbe potuto mettersi di mezzo. Pura poesia, sicché i pensieri dei quasi 6mila paganti della Jämtkraft Arena erano tutti indirizzati a quel gol in trasferta che Nouri aveva segnato. Quel gol che in quel momento, con quelle condizioni, avrebbe qualificato il loro amato Östersunds. Sei anni fa erano in seconda divisione, ora hanno appena fatto fuori Galatasaray e Paok. Obiettivi? Mai fermarsi. L’ha detto pure Potter, in fondo: “Abbiamo pensato che avremmo potuto farcela, abbiamo giocato molto bene”. Che serata…

Il tabellino dell’andata (giovedì 17 agosto, Toumba)
PAOK (4-2-3-1): Rey; Léo Matos, Varela, Crespo, Leovac; Shakhov (dal 63′ Pelkas), Cimirot; Mak (dall’81’ Athanasiadis), Biseswar (dal 74′ Henrique), Campos; Prijovic. All: Lucescu
Östersunds FK (4-4-2): Keita; Mukiibi (dal 71′ Bergqvist), Papagiannopoulos, Pettersson, Widgren; Mensiro, Bachirou, Nouri, Sema (dall’81’ Gero); Aiesh, Ghoddos (dall’81’ Björkström). All: Potter
Reti: 21′ rig. Nouri, 38′ Matos, 77′ e 88′ rig. Prijovic. Ammoniti: Rey (P), Mukiibi, Keita (O). Arbitro: Nijhuis (Olanda)

Il tabellino del ritorno (giovedì 24 agosto, Jämtkraft Arena)
Östersunds FK (4-4-2): Keita; Somi (dal 60′ Sema), Pettersson, Papagiannopoulos, Mukiibi (dal 67′ Widgren); Edwards, Nouri, Bachirou, Aiesh; Ghoddos, Hopcutt (dal 90′ Mensah). All: Potter
PAOK (4-2-3-1): Rey; Léo Matos, Varela, Crespo, Leovac; Shakhov, Cimirot (dall’81’ Koulouris); Campos, Biseswar (dal 60′ Henrique), Mak (dall’86’ Limnios); Prijovic. All: Lucescu
Reti: 71′ e 77′ Ghoddos. Ammoniti: Mukiibi, Pettersson, Hopcutt, Edwards, Aiesh (O), Matos, Prijovic, Henrique, Cimirot (P). Arbitro: Raczkowski (Polonia).

Matteo Albanese

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