La Liga, come ogni campionato al mondo, è sospesa a tempo indeterminato causa Covid-19. La Spagna, insieme all’Italia, è la nazione europea più colpita dal virus ed è difficile immaginare una ripresa dello sport nel breve termine. Dunque, sospesi sono anche i giudizi sugli allenatori: chi sarà riconfermato? Chi invece è in bilico e si gioca tutto in un ipotetico finale di stagione?
Partiamo dai piani alti. Abbiamo più volte sottolineato l’importanza di Zidane per il Real Madrid, i blancos sono tornati competitivi in Liga e in Europa e tutto questo grazie al ritorno del francese; con Flrentino Perez alla presidenza, Zizou può dormire sonni tranquilli, se li merita. Situazione simile nelle altre due metà di Madrid. Il Cholo Simeone sarà confermato nonostante i risultati altalenanti, è l’essenza dell’Atletico Madrid, colui che ha contribuito a innalzare il livello negli anni precedenti, l’ingaggio altissimo e il legame viscerale lo tengono incollato alla panchina rojiblanca. José Bordalás è l’unico indiziato come possibile successore del Cholo. Ciò che ha costruito con il Getafe resterà nel cuore dei tifosi, consapevoli di aver vissuto due stagioni irripetibili nel calcio contemporaneo (per una realtà come quella del Geta) e di dover presto salutare il proprio comandante.
Conferme anche per quattro allenatori residenti in Andalusia e Paesi Baschi. Nel sud della Spagna Julen Lopetegui non si è lasciato scappare quella che poteva trasformarsi nell’ultima occasione. Con Monchi ha costruito una squadra a sua immagine e somiglianza, in grado di lottare per il terzo posto e temibile in Europa. Voto dieci anche all’ex Siviglia Diego Martinez Penas. Il merito principale è di aver restituito al Granada la Primera División per due anni consecutivi: la promozione della scorsa stagione e la permanenza in Liga con 11 giornate di anticipo (gli andalusi hanno 38 punti e figurano in nona posizione). Discorso congiunto per Real Sociedad e Athletic Bilbao. Imanol Alguacil e Gaizka Garitano hanno cambiato il volto delle principali potenze basche nella passata stagione e in questa hanno regalato ai tifosi la speranza di vincere un trofeo come la Copa del Rey dopo decenni. Gli txuri-urdines stanno disputando una Liga migliore dei leones, ma quando c’è di mezzo una finale così alla afición importa poco.
Tra i tanti allenatori, quasi certo dell’esonero è Rubi, il tecnico catalano ha sprecato una chance importante per compiere il salto di qualità come allenatore. Il Real Betis aveva tutte le carte in tavola per ambire a una posizione europea e lui, nonostante l’impresa con l’Espanyol dell’anno precedente, ha deluso le aspettative. È un tecnico carismatico e preparato, e avrà senza dubbio altre opportunità. Discorso differente per la panchina del Celta Vigo: da anni, nella regione galiziana, si fa molta fatica a iniziare un nuovo corso. Óscar è l’ennesimo tecnico a cui viene affidata la panchina del Celta e anche per lui la sensazione è che non starà seduto ancora a lungo. Si aggiunge a questa breve lista Paco Lopez, uno che al Levante ha costruito la sua carriera, offrendo un calcio propositivo e divertente. Qualcosa sembra essersi incrinato e nonostante il suo contratto duri fino al 2022 la sua permanenza sulla panchina valenciana è fortemente a rischio.
Affollata è la categoria degli allenatori in bilico, soprattutto perché la stagione non si è ancora conclusa. Capogruppo è ovviamente Quique Setién, subentrato a Valverde alla guida del Barça. La via intrapresa dall’ex Betis sembra quella giusta, ma la piazza di Barcellona è molto esigente e se non dovesse portare trofei potrebbe salutare la Catalogna dopo nemmeno un anno. Situazione simile, con le dovute precauzioni, a Valencia in cui Albert Celades ha inaspettatamente sostituito Marcelino Garcia Toral. Lo standard, proprio grazie al tecnico di Villaviciosa, è ormai alto e dopo un inizio sorprendente, il Valencia di Celades è in grande difficoltà. Rimanendo geograficamente nel país valenciano, il Villarreal rappresenta la squadra altalenante per eccellenza. Il nuovo corso di Javier Calleja, a cui è stata ridata fiducia dopo un solo anno, rimane in bilico e pende leggermente verso la riconferma, anche se un altro periodo di flessione sposterebbe il peso della bilancia dalla parte dell’esonero.
Legata alla salvezza, ma con alcune differenze è la situazione degli allenatori rimasti. Jagoba Asarrate e Sergio Gonzalez, rispettivamente alla guida di Osasuna e Real Valladolid, hanno uno stile di gioco simile e arrivati a questo punto della stagione tutte le carte in regole per salvarsi. Nel País Vasco invece, lotta per sopravvivere Mendilibar, a cui la cittadina di Eibar sarà per sempre grata, ma che forse è arrivato alla fine di un ciclo. Dopo un inizio difficile in quel di Vitoria, sembra essersi invece ripreso l’Alaves di Asier Garitano; il suo contratto però scadrà a giugno e senza salvezza il rinnovo appare improbabile.
Il Mallorca era forse la squadra da cui ci si aspettava meno e al momento figura in terzultima posizione. Vicente Moreno è l’eroe della doppia promozione, ma un addio in caso di retrocessione potrebbe essere tanto doloroso quanto inevitabile. Chiamati al miracolo invece Abelardo e Javier Aguirre. Il primo deve salvare un Espanyol in ultima posizione che non retrocede da circa 30 anni, mentre il Leganés del messicano, nonostante i calciatori persi nel corso della stagione, sta lottando con tutte le energie per rimanere in Primera.
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